Siamo tutti d’accordo che ormai le Ebike siano state più o meno sdoganate. Anzi, ormai sembra che comprarsi una bici classica sia una cosa fuori dal tempo, perché la bici deve avere il motore per essere considerata nei propri desideri di acquisto, o almeno questa è la percezione che si ha guardandosi intorno.
Tralasciando i motivi che spingono una persona a prendersi una Ebike, quello che è cambiato sostanzialmente è come si approccia un giro in montagna. Se prima dell’avvento delle bici elettriche la preoccupazione principale era quella di dove trovare acqua e cibo, ora è diventata quella di riuscire a non finire la batteria o perlomeno di trovare un punto di ricarica. In una parola: ansia.
Si potrebbe controbattere che ci sono app che dosano i consumi a seconda del giro, ma non sono sufficienti. Infatti tali app, come quella di Specialized, ti riportano a casa anche con un filo di batteria ma, dosando l’assistenza, ti fanno anche andare in eco. Testando spesso le ebike, posso tranquillamente affermare che girare in eco è una pena assurda, perché si è lenti come con una bici, se non più lenti, si arranca sul ripido e l’assistenza porta su il peso maggiorato dato da motore e batteria o poco più.
Ecco quindi che per girare decentemente in Ebike si usa l’assistenza intermedia, i consumi salgono e con essi l’ansia di non arrivare alla fine dell’itinerario. Già, perché nessuno si vuole scarrozzare un frigorifero da 25kg senza motore, malgrado si trovino in giro commenti del tipo “si pedala bene anche da spenta“.
Mi rendo conto che nella maggior parte dei casi le capienti batterie moderne bastino e avanzino per i giri medi che si fanno. Però arriva sempre il momento in cui si vuole osare qualcosa in più, magari in vacanza quando non si conoscono bene gli itinerari. Questo è quando, per me, un giro diventa fonte di stress perché sono sempre intento a guardare il consumo della batteria invece di godermi il momento, sapendo poi che lo stesso giro me lo sarei potuto fare con le mie forze, al massimo con una barretta o un piatto di pasta in più che avrei comprato all’eventuale rifugio.
Arriverà il momento in cui tale ansia sparirà grazie a nuove tecnologie delle batterie? Probabilmente sì. Rimarrà l’ansia di rompere qualcosa che blocchi il motore (mi è capitata anche questa) senza avere la possibilità di una riparazione sul campo. In quel caso bisogna pregare che manchi solo la discesa per raggiungere la fine del giro, o di avere delle buone scarpe.
Probabilmente le ebike stanno prendendo questa direzione?
Mi ricordo una foto su un vecchio numero di TuttoMTB di un meccanico della Scott che siccome da giovane non aveva potuto permettersi un Oxford attaccò alla sua Octane in configurazione DH (quella col doppio ammo) con tanto di Boxxer rossa un motore sotto al tubo obliquo... ed esteticamente non era neanche male... @marco eri già in redazione all'epoca?
Defaticamento :prost: al posto di fare cyclette al chiuso fa E bike all'aperto