Lapierre 2012 – Live from Les Gets!

Un saluto a tutti da Les Gets!

Vi scriviamo direttamente live dal Lapierre Press camp 2011, in cui la famosa casa francese sta presentando alla stampa i nuovi modelli 2012.

Oggi è stata una giornata dal meteo decisamente ballerino. Acquazzoni primaverili si sono alternati a schiarite e proprio quando stavamo uscire a testare le bici è scoppiato un forte temporale. Pochi minuti di pioggia, ma che hanno reso i tracciati del bike park veramente viscidi ed insidiosi.

Ad ogni modo non ci siamo certo tirati indietro e fango o non fango abbiamo comunque deciso di girare lo stesso. “No mud no glory”, diceva un famoso detto!

Il bike park di Les Gets offre veramente una quantità enorme di piste, ed è solo una piccolissima parte dell’enorme comprensorio La Porte du Soleil. Abbiamo trovato di tutto, dai percorsi superflow con spondoni e panettoni, ai tracciati DH style nella pineta, con enormi radici rese umide dalla pioggia e stupende passerelle in legno, stile North Shore.


Un tavolo che farebbe gola a molti!

Dopo aver dedicato mezza mattinata alla presentazione della nuova gamma di Lapierre e delle nuove Fox 2012, al pomeriggio ci siamo spostati sul campo per poter testare le bici.
Non potendo provare a fondo tutte le bici, quest’oggi ci siamo dedicati alla Spicy, modello da enduro da 160mm anteriori e posteriori. Al mattino abbiamo provato la versione in alluminio, al pomeriggio la nuova 916 con telaio inegralmente in carbonio.

Prima di occuparci delle bici provate quest’oggi, vediamo però di parlare brevemente della nuova gamma 2012.

La gamma 2012 di Lapierre

Diverse novita bollono in pentola per la casa francese. Nuovi schemi di sospensione, nuove versioni in carbonio, nuovi montaggi, nuove geometrie. La gamma di bici trail, AM ed enduro vede l’introduzione di parecchie novità.

Vediamo di procedere con ordine.

X-Flow (120mm)

La X-Flow è la bici con meno escursione presentata qui a Les gets ed è la vera e propria novità per il 2012: si tratta di un nuovo telaio con lo schema di sospensione Pendbox. Con i suoi 120mm si inserisce alla perfezione nel segmento marathon-trail.

Lo schema di sospensione Pendbox non è in realtà una novità: era stato introdotto nel 2010 sui modelli da DH, ma non era ancora stato adottato su modelli per uso pedalato.
Il principio di questo schema è semplice: il movimento centrale è leggermente flottante, in particolare la scatola del movimento centrale è vincolata in modo da muoversi avanti ed indietro. Il sistema è progettato in modo che la scatola movimento centrale in posizione di sag si trovi nella posizione più arretrata. Quando la bici esce dalla configurazione di sag (ovvero la sospensione si comprime o si estende) il movimento centrale si allontana. In questo modo la distanza mozzo posteriore-movimento centrale aumenta ed il tiro catena che di genera fa si che, pedalando, il carro venga riportato nella posizione di sag, riducendo quindi i movimenti indesiderati quali il bob o lo squat.

Il telaio viene proposto in 3 versioni in carbonio e in 4 in alluminio. Nuovi passaggi cavi interni per rendere il più possibile pulita la linea di questa bicicletta, scatola sterzo conica e collarino reggisella integrato completano questo telaio.

Speriamo domani di riuscire a provarla: si tratta di un modello decisamente interesante!

Zesty (140mm)

Molto simile alla sorella maggiore Spicy, la Zesty offre 140mm di escursione anteriore e posteriore. Telaisticamente si tratta praticamente della stessa bici della Spicy, cambiano un po la biella e naturalmente l’escursione posteriore.

Carro accorciato da 438 a 425mm e angolo sterzo di 67°, invece di 68° come sui modelli precedenti. Nuovi passggi cavi interni, sterzo conico caratterizzano questo nuovo telaio.

Tre versioni in alluminio e tre in carbonio, con montaggi che prevedono quasi tutti ammortizzatore posteriore e forcella Fox. Qui di seguito la 714, versione in carbonio.



Spicy (160mm)


Esteticamente simile al vecchio modello, in realtà la nuova Spicy, realizzata in collaborazione anche con Nicolas Vouillouz, è stata completamente ridisegnata.

Geomtericamente il telaio è stato rivisto, con un angolo sterzo di 66°, 1° più aperto del 2011. Il carro si accorcia, passando da 438 a 425mm, come sulla Zesty. Anche la curva di compressione è stata rivista, rendendo più sensibile il carro nella prima parte e più sostenuto verso il fine corsa.

Telaio in alluminio per tutta la gamma, tranne che per la 916, versione top che è equipaggiata con un telaio completamente in carbonio, 400g più leggero di quello in alluminio: niente male, insomma!

Passaggi cavi interni, nuova biella in carbonio e i soliti dettagli (sag indicator, paracambio in carbonio) completano questo telaio.

Ingegnoso il nuovo sistema di fissaggio dell’ammortizzatore: in pratica l’ammortizzatore è congiunto alla biella tramite una staffa con due cerniere ruotate rispettivamente di 90°. L’occhiello dell’ammortizzatore si trova in pratica verticale e questo permette di ridurre gli sforzi torsionali che possono impigrire l’ammortizzatore.

Froggy (180mm)

Praticamente invariata rispetto all’anno scorso, viene ora offerta con un montaggio con forcella doppia piastra. Una soluzione per incattivire ulteriormente questa bici nata per i bike park.

Piccole differenze riguardano le geometrie: movimento centrale più basso e sterzo più aperto. E’ ora disponibile una taglia XS, perfetta per i più giovani o per le ragazze.

E’ stata inoltre aumentata la luce della ruota posteriore, per poter meglio ospitare gomme di grosse dimensioni.



DH (200mm)

Invariata anche la DH per l’anno 2012, questo telaio viene sempre proposto con lo schema di sospensione Pendbox. Molto curato nei dettagli e nell’estetica, un vero gioiellino.



La nuova Spicy
La Spicy non è una novità per noi di mtb-forum, abbiamo già avuto modo di testare il modello 2011 durante il test di Finale Ligure.

Incuriositi dalla nuova versione in carbonio, cercando anche una bici versatile e con discrete prestazioni discesistiche, viste le pessime condizioni del fondo dopo la pioggia di stamattina, abbiamo deciso di concentrare la giornata sulla Spicy.

In mattinata abbiamo provato (seppur per non molte discese e in mezzo ad una fangazza impressionante) la versione in alluminio, mentre nel pomeriggio con i tracciati che cominciavano ad asciugarsi, ci siamo dedicati alla 916, la versione top di gamma in carbonio.


Si noti il nuovo sistema di ancoraggio dell’ammortizzatore: una soluzione semplice, ma ingegnosa.

Non si può certo dire che l’abbiamo risparmiata, qui nel bike park di Les Gets, ma la bici non ha dato segni di cedimento. Possiamo tranquillamente dire che nonstante il peso piuma (ca 12,5kg), la Spicy sa dire la sua anche in bike park, con i dovuti limiti naturalmente. Non è certo una bici per saltare 3 metri (e qui nel park strutture, anche grosse non mancano!).

Sin dalla prima discesa si capisce subito che si tratta di un mezzo molto reattivo, con un’impostazione piuttosto racing. D’altronde da una bici pensata da Nicolas Vouilloz, pluricampione di DH e tutt’ora corridore di gare enduro, cosa ci si può aspettare? Si tratta di una bici nata per scattare in piedi sui pedali non appena se ne presenta l’occasione, ma allo stesso tempo in grado di non fare una piega neanche sulle viscide radici dei “black trails”, che oggi erano veramente insidiose!

Il peso “piuma” rende la bici veramente leggera sui rilanci e in fase di pedalata lo si apprezza moltissimo. In discesa invece si sente che la bici è molto reattiva: sui brake bumps formatisi a causa della pioggia di stamattina, le vibrazioni alle mani e alle gambe si facevano sentire.

Avendole provate entrambe possiamo dire che la versione in carbonio presenta un’anima diversa da quella in alluminio. Sicuramente il peso contenuto, ma probabilmente anche la differente risposta elastica dei materiali, fanno si che la versione in alluminio sia un pochettino più rilassata, meno nervosa in molti frangenti.

Esteticamente la bici è estremamente pulita, come potete vedere dalle foto, il passaggio cavi interni poi la allegerisce ulteriormente.

Insomma, come prima impressione la bici ci è molto piaciuta. Per carità non si tratta certo di un test approfondito, ma le premesse sono molto buone.

GIORNO 2

La nuova X-flow

Oggi il meteo non ci ha certo aiutati… Dopo aver diluviato tutta la notte, al mattino ci siamo svegliati in mezzo alla nebbia, con un cielo che non prometteva nulla di buono. Per fortuna non ha piovuto, ma il terreno era veramente zuppo d’acqua.

Dopo aver dedicato un po di tempo a scattare foto (con una luce pessima, tra l’altro), decidiamo di tentare la sorte e di uscire a provare la nuova X-flow.


Il pendbox in dettaglio. Particolare del movimento centrale, lato SX.

Data la tipologia di bici, partiamo in assetto XC, con l’idea di seguire uno degli itinerari pedalati in quota, raggiungibili con l’aiuto degli impianti. Arrivati in cima però, il freddo, la nebbia e le nuvole basse che promettevano tempesta, ci hanno fatto desistere: meglio rimanere vicini agli impianti, in modo da non perderci e poter rientrare alla base in caso di peggioranemtno. Decidiamo quindi di girare un po tra Les Gets e Morzine, sfruttando i sentieri di collegamento, che offrono qualche tratto da pedalare.

Cominciamo col dire che la X-flow è una 120mm che però sa dire la sua anche in discesa. Contrariamente a quanto ci aspettavamo da quella che è la filosofia costruttiva di Lapierre, non è una bici ultra-reattiva e nervosa, anzi per essere “solo” un 120 sembra quasi avere qualcosina in più.

In salita la bici è bella agile, si pedala bene. Sui saliscendi a mezzacosta è un vero e proprio missile! Scattante, leggera, anche con propedal aperto permette di procedere filanti e senza troppo sforzo. Quado invece si incontra qualche ostacolo i 120mm fanno il loro lavoro. Chiudendo forcella e ammortizzatore la bici diventa praticamente ferma: pedalata a tutta su un bello strappo in salita asfaltata, ci ha dato l’impressione di essere quasi una front.

Aperto il propedal invece la bici si trasforma. Abbiamo provato parecchio la bici in discesa, girando su moltissimi dei sentieri del park, finendo anche per sbaglio sulla DH di Morzine, in mezzo a fango, ripidoni e radici viscidissime. L’abbiamo insomma spremuta questa X-flow, ben oltre quello che solitamente si fa con una 120mm!
La bici si è comportata bene in quasi tutte le situazioni. Chiaramente i limiti di un 120 sono venuti fuori, ma penso che una persona sana di mente non si azzarderebbe a buttarsi con una bici del genere su un tracciato da DH, per lo meno nelle condizioni di oggi

Lo spostamento del movimento centrale in discesa non da alcun problema di pedal kickback o per per lo meno non così marcato da essere percebile.

Da notare poi che la bici montava i nuovi Formula Oval.

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