Dopo l’introduzione dei nuovi formati ruota (29″ e 27,5″), l’evoluzione e lo sviluppo delle ruote non si è fermato. Oltre alla nascita delle tanto discusse fat bikes, anche nelle mountain bikes tradizionali si è visto un continuo “ingrassarsi” delle gomme, con una serie di novità e di nuovi prodotti che stanno portando tutto il mondo delle ruote tassellate ad un’evoluzione “fat”.
Cerchi sempre più larghi, gomme super voluminose, nuovi formati semi-fat (29+ e 27,5+) sono i segni più evidenti di questa evoluzione, ma si tratta di una semplice moda o ci sono dei vantaggi oggettivi in queste soluzioni?
I cerchi fat
La larghezza del cerchio è stata messa in seria discussione negli ultimi anni. Se fino a qualche tempo fa un cerchio da 21-23mm era già più che sufficiente per un utilizzo gravity, oggi come oggi ci sono sempre più produttori che offrono cerchi “fat”.
Che cosa sono i cerchi “fat”? Come facilmente intuibile dal nome, si tratta di cerchi più larghi del normale con sezioni di canale interno anche di 35mm.
Precursore di questa filosofia è statasicuramente Syntace (qui il test delle sue ruote W40 MX), ma oggi sono presenti anche cerchi in carbonio di tipo wide ed alcuni grossi produttori (Specialized in primis) monta cerchi “fat” di serie sulle proprie bici da enduro.
L’utilizzo di cerchi più larghi comporta tutta una serie di conseguenze, vediamo nel dettaglio.
La prima considerazione che dobbiamo fare riguarda il volume d’aria dello pneumatico. Come ben evidenziato dal disegno, un cerchio più largo fa si che lo pneumatico assuma una forma diversa rispetto ad un cerchio più stretto. I talloni risultano più lontani tra loro e quindi il volume di aria imprigionata all’interno del copertone risulta maggiore.
Le conseguenze di un volume d’aria maggiore sono molteplici. Da un lato il comfort aumenta, perchè il copertone risulta più “morbido” nell’assorbire i piccoli urti e la marcia risulta più fluida. E’ una questione fisica: a parità di pressione di gonfiaggio, se il volume è maggiore, una data sollecitazione (es il passare sopra un sasso) determinerà una deformazione maggiore del copertone perchè essendoci più aria questa si comprimerà meno in relazione al sul volume, ovvero subirà un incremento di pressione più basso.
Molto importante è anche la possibilità di utilizzare pressioni più basse. Grazie al maggior volume d’aria è infatti più difficile arrivare ad impattare con il cerchio sul terreno (con conseguente rischio di pizzicatura) e quindi si possono usare pressioni più basse con conseguente maggior comfort, migliore trazione e miglior assorbimento delle asperità del terreno da parte del copertone.
Con un cerchio più largo si ha anche una diversa impronta a terra. Lo stesso copertone montato su di un cerchio fat avrà una forma più squadrata.
Come mostra bene questa foto, una gomma su di un cerchio fat è molto più squadrata: le spalle sono più verticali ed il battistrada più piatto, meno tondo. E’ proprio quest’ultima caratteristica a determinare la diversa impronta a terra, più larga nel caso di ruote con cerchi di tipo wide.
Un’impronta più larga da un lato migliora la trazione ed il grip in frenata ed aiuta la bici a galleggiare sui terreni cedevoli. Dall’altrocanto tuttavia la gomma scorre meno bene perchè i tasselli laterali vanno a toccare sul terreno. Poichè questi tasselli sono pensati per garantire grip in curva e non per scorrere bene, ecco spiegato il motivo di questo maggior attrito in pedalata.
Ultimo ma non meno importate punto da analizzare riguarda lo spanciamento della gomma. Abbiamo detto che un cerchio più largo tende a squadrare maggiormente la gomma, determinando quindi una diversa impronta a terra. Quello che però non abbiamo detto che avendo le spalle più verticali ed i talloni più lontani, la gomma tenderà meno a spanciare in curva.
Oltre all’ovvio incremento prestazionale che ne deriva, il fatto che una gomma montata su di un cerchio più largo tenda meno a spanciare in curva comporta un duplice vantaggio :
- si può usare una pressione di gonfiaggio più bassa e migliorare la capacità di assorbimento delle piccole asperità e la trazione
- si può usare una gomma più leggera, con una spalla meno sostenuta.
Gomme più grosse
Oltre all’aumentare della larghezza dei cerchi, nel mondo dell’enduro-all mountain si stanno vedendo gomme sempre più larghe e voluminose.
Non parliamo delle vecchie Gazzalodi da 3.0, dei cingoli super corazzati in grado di resistere a qualsiasi cosa, ma di gomme dalla sezione generosa (ETRTO sui 57-60), dalla scolpitura non troppo aggressiva e soprattutto dalla carcassa leggera. Le famose gomme “high volume” come le chiamano gli americani.
Questa evoluzione si è manifestata in tempi ormai non più tanto recenti nel mondo del cross country. In passato la tendenza era quella di montare gomme molto strette, con sezione di 1.9-2.0, essenzialmente per due vantaggi:
- una gomma più piccola pesa meno
- una gomma più stretta scorre meglio
In realtà il secondo punto è stato messo in forte discussione. Una gomme stretta, magari gonfiata ad alta pressione, scorre sicuramente meglio su asfalto, ma su sterrato i ruoli si invertono. Una gomma più voluminosa è in grado di assorbire meglio le asperità del terreno, rendendo più fluida la marcia. Inoltre grazie al volume d’aria maggiore assicura più trazione e galleggiamento, con il risultato che su fuoristrada è mediamente più performante di una gomma stretta. Visto che le mountain bike nascono per andare fuoristrada si è capito che le gomme troppo strette non vanno bene neanche per l’XC e si è deciso di lasciare i copertoncini ai nostri fratelli stradisti.
Ecco quindi la soluzione che ad oggi il 90% di chi pratica XC adotta: gomme più voluminose (2.1-2.25) ma con una spalla sottile, leggera, che pesano poco, si deformano facilmente per scorrere bene e che allo stesso tempo hanno un buon volume d’aria per assicurare grip, assorbimento delle asperità, fluidità di marcia e trazione anche su sterrato.
La stessa tendenza si sta ora vedendo anche nel mondo dell’all mountain, ovvero la mtb vissuta come attività ricreativa. Una gomma più grossa migliora il comfort, la trazione ed il grip. Se poi ha una carcassa leggera e non pesa uno sproposito, si pedala anche bene. Perchè quindi il biker della domenica dovrebbe andare su di una gomma stretta e nervosa? Non è mica un agonista che scende a 300 all’ora aggredendo le curve. Meglio quindi qualcosa di largo, che infonda sicurezza e sia comodo.
Per questo motivo la filosofia delle gomme larghe si sta diffondendo sempre di più, cominciando a coinvolgere tutto il mondo dell’AM, a partire dal trail per arrivare all’enduro non agonistico.
29+ e 27,5+
Seguendo questa filosofia sono nate le 29+ e le 27,5+, due nuovi formati di ruote anche conosciuti come semi-fat o mid fat.
Che cosa sono queste nuove biciclette? Niente di trascendentale, se non delle mountain bike con ruote da 29″ o 650b che montano gomme da 3″ di sezione. Nonostante la sezione generosa, come sulle fat bikes le gomme sono però molto sottili, leggere e scorrevoli (in relazione alla sezione ovviamente), il tutto per rendere la bici comunque ben pedalabile e non troppo pesante. Chi dice che 15 anni fa già esistevano le Gazzalodi da 3.0 non ha sicuramente ben chiaro come funzionano queste nuove gomme.
Queste semi fat bike si inseriscono proprio a metà di una mtb tradizionale ed una fat bike. L’anello di giunzione insomma tra mtb e fat bike, una bici pensata per essere usata non solo su neve e sabbia ma anche sui trail di tutti i giorni.
Rispetto ad una fat bike sono sicuramente meno performanti su neve e sabbia profonda, ma sui trail asciutti permettono di godere dei vantaggi e della capacità di assorbimento delle voluminose gomme da 3″. Pressioni di esercizio base, grande trazione, eccellente stabilità e sicurezza alle basse velocità rendono queste bici molto interessanti per chi cerca qualcosa di diverso dalle mtb classiche.
Il vantaggio rispetto ad una fat tradizionale si ha invece per quanto riguarda la scorrevolezza, decisamente superiore sulla maggior parte dei fondi compatti.
Cerchi larghi, ruote voluminose, 29+ e 650+: il futuro della mtb sembra proprio fat. Voi cosa ne pensate? Siete convinti che queste soluzioni comportino dei reali vantaggi? Tra qualche anno gireremo tutti su bici con gomme da almeno 3″?