L’intervista a Lance Armstrong

Qualcuno può obbiettare che questo argomento riguardi solo la bici da strada, ma il più grande truffatore della storia dello sport è, purtroppo, un ciclista, quindi mi sembra doveroso pubblicare la notizia anche qui.

L’intervista è cominciata con delle risposte alle domande “si o no” sull’aver preso sostanze dopante (epo, trasfusioni, gh, testosterone) .

-Lance  ha risposto con dei “Si” ad ognuno.

-Poi ha ammesso di essersi dopato per ogni Tour vinto. Rispondendo affermativamente alla domanda se non fosse possibile vincere 7 Tour senza doping (“No non è possibile”).

-Abbastanza shockante sentirlo dire che durante la sua carriera non ci sono stati poi tutti questi controlli fuori dalla competizioni. In contraddizione con quanto ripetuto negli anni riguardo le centinaia di test subiti.

-Il 2005 è l’ultimo anno in cui ha ammesso di essersi dopato, “aver superato la linea”. Negli anni 2009 e 2010 ha negato risolutamente di essersi dopato.

-Ha ammesso, in modo un po’ reticente, che chi correva con lui era “spinto” a doparsi. Ma ha negato che ci fossero direttive verbali precise.

-Ha negato che il suo fosse un sistema di doping sofisticato come nelle accuse dell’USADA. Ribattendo (con eloquente sguardo) che non lo era certo più del sistema doping della Germania dell’Est negli anni ’70/’80 e che il suo era il doping “standard” degli anni ’90 in poi. Quello che facevano tutti.

-Ha chiarito una curiosità che negli anni è diventata un mito diffuso: per via dei suoi pregressi di malato di cancro poteva prendere testosterone. Ha ammesso di essersi dopato anche prima della malattia.

-Abbastanza incredibile come ammetta di aver sempre attaccato chi lo ha accusato. Come fosse la cosa più normale. Ammettendo di essere un “bullo”. Probabilmente lo giustifica parlando del quadro perfetto della propria vita da difendere.

-“In questa storia non ci sono persone cattive o tossici. Ho sempre pensato che Michele Ferrari fosse una buona ed acuta persona e continuo a pensarlo”

-Alla domanda se non sia stato incauto ad associare la propria immagine a quella di Ferrari risponde che tutta la sua carriera è stata spericolata/incauta. E che si, col senno di poi da un punto di vista dell’immagine pubblica lo è stato. Ha ammesso di aver mentito nel caso SCA Promotions quando negò i suoi rapporti con Ferrari riguardo il doping.

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-In tutta l’intervista per ora Lance evita accuratamente di parlare di altre persone. Da l’impressione di essere molto ben preparato sui limiti di ciò di cui può parlare.

Lui stesso ha ammesso di essere uno che ha sempre voluto avere il controllo su tutto nella sua vita e questa intervista non sembra sfuggire.

Ammette che fosse “spaventoso”, ma dice che all’epoca non pensava di essere un truffatore o uno che imbrogliava. Doparsi era come riempire la borraccia o gonfiare le gomme. Faceva parte della routine.

-“La felicità non stava nella vittoria, ma nel processo di costruzione della vittoria”

-Gli viene mostrato il suo discorso dal podio del 7° Tour vinto (quello in cui dice a chi lo sospetta che non sanno “sognare in grande”). Ammette che è stato un grande errore, ma non si percepisce tutto sommato un grande imbarazzo. Da l’idea di avere un certo distacco “emozionale” rispetto a tutto. Da l’idea di essere più concentrato sul “passare l’esame”.

-“Non sono un fan dell’UCI, ma non mi hanno mai coperto”. Nega la propria positività al Giro di Svizzera 2001. E nega che la donazione all’UCI in denaro fosse destinata a coprirla.

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-Ammette che la prescrizione per i corticosteroidi fu retrodatata (1999)

-Interessante l’ammissione di aver sbagliato a ritornare dopo il primo ritiro. In particolare perché Landis non avrebbe apprezzato la cosa. In realtà è una cosa sentita spesso che LA avrebbe infastidito molti con il suo ritorno alle gare. Peccato non abbia spiegato di più ed Oprah non gli abbia chiesto di più, essendo un passaggio chiave.

-Con la fine del procedimento federale nel caso USPS dice di aver avuto l’impressione di “essere uscito dal bosco e che i lupi si erano allontanati”. Non spiega i motivi per cui le accuse sono cadute, ma nega di aver influenzato il dipartimento di giustizia (“cosa molto difficile da fare”).

-Ammette di aver mancato di rispetto a molti ed aver abusato del proprio potere.

-Alla domanda se la testimonianza di Hincapie fosse l’ultima carta del castello a crollare, Lance risponde significativamente che il “proprio destino ormai era segnato”

Fine della prima parte. Domani la seconda.

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