Made in China: visita ad Apro, produttore di telai per diversi marchi

Oggi siamo arrivati in Cina. L’aeroporto di Hong Kong ci ha accolto con standard europei, se non addirittura meglio. Da lì ci siamo messi in macchina per andare a Shenzen, subito dietro il confine con la Cina vera e propria. Abbiamo dovuto passare 3 checkpoints, roba da cortina di ferro. O forse hanno bisogno di far lavorare alla frontiera qualcuno dei 1.4 miliardi di persone. Comunque, a parte i lunghi tempi di attesa, siamo entrati senza intoppi.

Fra un ipersonno da jetlag (7 ore di differenza con la cara vecchia Europa) e un abbiocco per la notte passata in bianco arriviamo alla sede della Apro, azienda taiwanese produttrice di telai e forcelle rigide, con un paio di filiali in Cina. Qui a Shenzen lavorano 1000 operai e qualche decina di ingegneri. Prima di portarvi in giro per la fabbrica vi dò qualche dato, visto che me lo avete chiesto.

Il dormitorio per gli operai

Per produrre 50.000 telai e 10.000 forcelle al mese i 1000 operai lavorano 6 giorni alla settimana per un massimo di 60 ore, con due pause di 10 minuti, una al mattino e una al pomeriggio, e una pausa pranzo di un’ora e mezza. 500 di loro vivono nell’antistante dormitorio, pagando 7 euro al mese più eventuali spese di energia elettrica. È presente una grossa piscina scoperta, un campo da calcio, sale per il karaoke e altri intrattenimenti.
Il salario è di circa 100 euro al mese per un operaio non specializzato e di 300 euro per un ingegnere.

Qui vengono prodotti telai rigidi di marchi come Cube, Decathlon, KTM e Norco, la maggior parte dei quali viene anche verniciata nell’apposito reparto. Apro offre tutto quello che un produttore di telai si può immaginare, con macchinari moderni come quello dell’hydroforming e decine di saldatori di una velocità e bravura che ci hanno lasciato a bocca aperta.

Non ci sono robot o processi automatizzati, praticamente tutto il lavoro viene fatto a mano. Questo per sfatare il mito delle fabbriche cinesi tutte robot. Qui le bici vengono saldate come si è sempre fatto.

La fabbrica, divisa su due capannoni di cui ciascuno dispone di due piani, é rumorosa in certe sue parti, ma tutti gli operai portano materiale protettivo per l’udito e, dove serve, per gli occhi e i polmoni. Gli operai sono stati tutti estremamente gentili con noi, alcuni di loro hanno pure posato per le nostre foto e comunque non abbiamo ricevuto uno che sia uno sguardo storto.

Ma bando alle ciance, guardate voi stessi come lavorano alla Apro dalle seguenti foto!

Ecco come tanti lavoratori arrivano in azienda

 

Apro compra l'alluminio grezzo e lo fa preparare in tubi da un suo reparto prima di entrare così nello stabilimento delle bici.
I tubi tagliati vengono controllati in entrata

 

Alcuni tubi vengono piegati in un'apposita pressa.
Smerigliatura

 

Saldatura dei passaggi cavi
Primo bagno per rendere l'alluminio più malleabile
Altri passaggi cavi vengono saldati
Saldatura telaio

 

sembra dritto...
Hydroforming prima e dopo
La macchina per l'Hydroforming

 

T4. Altro bagno per rendere l'alluminio malleabile.

 

Controllo tolleranze

 

Politura telaio.
Laboratorio test
Ingegneri al lavoro
Verniciatura
Verniciatura
Disordine? No way!
Donne al lavoro. L'intero reparto delle decal è composto da donne, per la loro precisione. Non ho potuto fotografarlo per volere dei clienti di Apro.
Reparto telai in carbonio

 

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