[Made in Taiwan] Visita a Giant

Il nostro viaggio in Oriente si conclude con la vista a Giant, la più grande azienda produttrice di bici del mondo. Con 5.200.000 telai prodotti nel 2011, di cui 3.000.000 per il proprio marchio ed il resto per altre commesse di nomi più o meno famosi, Giant fattura nel 2010 1.39 miliardi di US$.

L’azienda nacque nel 1972, anno in cui produsse 3.700 telai. Il nome Giant venne creato nel 1981, mentre nel 1987 uscì dalla fabbrica la prima bici in carbonio del marchio. Ora Giant ha 9 fabbriche fra Taiwan (oggetto della nostra visita), Cina e altri paesi fra cui l’Olanda, dove è presente una linea di montaggio e di verniciatura. In tutto il mondo ci sono 11.125 negozi che vendono Giant, sparsi fra 80 Paesi. I mercati più forti sono l’Europa, dove Giant ricava il 30% del fatturato, gli USA con il 23%, al Cina con il 24% e il Giappone con il 10%.

Questi i numeri globali di Giant, ora passiamo alla fabbrica taiwanese.

Nella fabbrica presso Taichung Giant produce i telai di alta gamma, impiegando 1900 operai per un turno al giorno di 8 ore più qualche ora di straordinario retribuito. Fino a qualche anno fa si facevano 2 turni, poi la dirigenza decise di fermarsi ad uno solo, per permettere agli operai di avere una vita normale.

Produzione telai in carbonio.

Leggendo diversi topic sul forum avevo notato che diverse persone credono che per una produzione di massa come quella di Giant ci siano robots e computer che lavorano al posto degli uomini. Credenza che spesso alcuni bikers usano come scusa per sottolineare l’amore con cui un telaio viene fatto in Europa o in America, al contrario di quelli provenienti dall’Oriente, orfani di padre e madre, secondo loro . Ebbene, si tratta solo di una leggenda metropolitana. Anche in una fabbrica enorme come quella di Giant tutti i telai vengono saldati a mano. La differenza sta nel numero dei saldatori.

Siamo ancora nel reparto del carbonio.

La fabbrica di Taiwan ha una capacità produttiva giornaliera di 2500-3200 telai in alluminio, mentre all’anno i telai in carbonio sono stati 150.000 nel 2011 e per il 2012 si conta di arrivare a 200.000. A detta di Giant la richiesta di telai in carbonio è esplosa negli ultimi anni.

Le bici più richieste sono le mountain bike, da notare però che le bici da corsa hanno una crescita annuale più accentuata.

L’alluminio in attesa della lavorazione.

Come dicevo, le dimensioni della fabbrica mi hanno molto colpito. Rispetto ad A-Pro (qui la visita a Shenzen), dove comunque lavorano 1000 operai, da Giant è tutto più grande. Va inoltre considerato che da qui escono telai high-end, fra cui tante full suspension che fanno sognare il mondo dei bikers.

Un’idea delle dimensioni della fabbrica.

Nella foto qui sopra potete vedere un’abbozzo di automatismo. Qui l’alluminio viene riscaldato da entrambi i lati da una macchina, mentre, per esempio, nella fabbrica di A-Pro a Shenzen c’erano due persone che lo riscaldavano, situate una di fronte all’altra (cliccare qui per la foto).

La produzione di un giorno di lavoro!!

Nella foto qui sopra potete vedere la produzione di una giornata.

Saldatori: non ci sono i fantomatici robot…

Anche il numero dei saldatori, rispetto ad altre fabbriche che abbiamo visitato durante il nostro viaggio, è adeguato alle dimensioni della fabbrica.

La cosa che più mi ha impressionato è stata la catena di montaggio delle bici, dove i telai vengono montati con la componentistica richiesta. Nella foto qui sopra vedete il montaggio di una bici da strada Giant. Catena lunghissima, quindi ogni lavoratore ha solo un piccolo compito da svolgere. In fondo alla linea di montaggio c’è una specie di orologio digitale che calcola ogni quanti secondi una bici viene completata. Per le bici che vedete in foto il tempo era di 30 secondi! Per le full, invece, il tempo si aggirava sui 60 secondi.

Giant riesce a montare 5000-6000 biciclette al giorno. In un solo turno di lavoro.

La cordicella blocca-tutto.

A distanza regolare, nella linea di montaggio, si trova una cordicella che, se tirata, rallenta la velocità nel caso ci sia qualche problema tecnico. Un supervisore si precipita presso il lavoratore che ha richiesto il rallentamento e, se neanche questi riesce a risolvere il problema, la catena di montaggio si ferma.

Controllo qualità delle ruote – automatizzato.

La nostra visita è stata fatta proprio durante il picco annuo di produzione, che va da novembre a febbraio, quando le bici della prossima stagione vengono ultimate. Lo testimonia anche il magazzino, semivuoto, anche perché Giant lavora il più possibile con il sistema Just in Time.

I telai per il team Giant Rabobank.

 Conclusioni sul viaggio
Qualcuno mi ha chiesto di scrivere il mio parere sulle varie visite fatte in questi giorni (qui le visite in Cina, qui quelle a Taiwan).
Penso che ormai si tratti di un distretto specializzato nella produzione di bici e componenti per le bici, come ce n’erano  e ce ne sono ancora in Italia (per esempio quello degli scarponi da sci del Triveneto). Aziende specializzate che approfittano anche dei bassi costi salariali in Cina e dell’alto livello di speciliazzazione a Taiwan, dove però i salari non sono molto più bassi di quelli dell’Europa dell’est (vedere visita a DT Swiss per questo discorso).

Non c’è nessuna buona ragione per dubitare della qualità di un telaio o di un componente proveniente da Taiwan/Cina, anzi, visti i numeri penso che si possa legittimamente dubitare di più della qualità di una piccola fabbrica americana o europea. Gli operai orientali che ho potuto osservare durante le visite delle scorse due settimane mi hanno colpito per la loro laboriosità e concentrazione.

Senza parlare delle infrastrutture: strade, città, treni veloci, aeroporti. A Taichung mi sono sentito più di una volta piccolo piccolo rispetto ai grattacieli residenziali i cui piani alti sparivano nelle nuvole. Una volta imbarcatomi sul volo di ritorno HongKong – Francoforte sono ricaduto nella dimensione della vita europea quando il capitano annunciava che non potevamo atterrare prima delle 6 di mattina all’aeroporto tedesco (uno dei più grandi d’Europa), perché i paesi limitrofi hanno vinto una causa contro l’aeroporto, che di notte si deve quindi spegnere completamente per evitare rumori che possano turbare i sonni dei cittadini. Buonanotte Europa.

 

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