Magura sposta parte della produzione in Asia

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Secondo quanto riportato dai media, il gruppo Magenwirth Technologies, noto nel settore delle biciclette e delle motociclette per il marchio Magura, si trova ad affrontare una profonda ristrutturazione. In considerazione delle attuali sfide nel settore delle biciclette e delle due ruote, l’azienda con sede a Bad Urach “intende rafforzare la propria forza innovativa adattando le risorse di ricerca e sviluppo alle esigenze del mercato“.

Essendo “Il mercato delle due ruote e in particolare l’industria della bicicletta dominato da alcuni grandi OEM di biciclette molto sensibili al prezzo e da un vasto settore dei fornitori prevalentemente con origine o produzione nell’area economica asiatica“, Magura intende “riallineare la produzione” creando 30 nuovi posti di ingegneria “per aumentare significativamente la frequenza dell’innovazione e ampliare il portafoglio prodotti. L’obiettivo è consolidare il posizionamento del marchio Magura attraverso un più rapido rinnovamento e ampliamento della gamma di prodotti. Allo stesso tempo, però, il gruppo aziendale è costretto a snellire le proprie strutture”



.

All’interno del gruppo verranno eliminati complessivamente 90 posti, con riduzioni che interesseranno tutti i livelli gerarchici.

La produzione di alcuni componenti per biciclette presso lo stabilimento di Hengen verrà interrotta e la produzione rimanente verrà trasferita a Taiwan. In futuro l’intera divisione motociclistica si trasferirà a Hengen.

Commenti

  1. La frase "rafforzare la propria forza innovativa adattando le risorse di ricerca e sviluppo alle esigenze del mercato" mi ha fatto venire in mente Gramuglia, chissà perchè!
    [MEDIA=youtube]c19wN_25xo8[/MEDIA]
  2. Secondo la mia modesta opinione ci stiamo dirigendo verso la fine di una parabola nata verso la fine degli anni 90-inizio anni 2000: la trasformazione dell'europa e dei suoi abitanti in soggetti che rappresentano solo la domanda senza generare l'offerta per il mondo globale.
    E' una situazione che è complicata da riassumere per una pagina di un forum,soprattutto di mtb ma essendo la bici un prodotto ci tocca anche: siamo in una posizione ambigua: chiediamo prodotti senza essere sfruttati dalle aziende battendoci sui diritti di NOI (bravi lavoratori occidentali)che chiediamo sempre più tutele in un sistema che,avendo come base lo sfruttamento, non le può concedere in modo globale quindi le aziende delocalizzano la produzione verso altri paesi e popoli che non hanno attraversato ancora un evoluzione del pensiero come noi in Europa(come lo sfruttamento in Inghilterra nel XVIII sec) e che sono ancora nella fase primordiale del sistema e che accettano lo sfruttamento scambiandolo per progresso come è successo al mondo occidentale.
    Credo che lo scenario che si presenterà in questo secolo sarà la trasformazione dell'europa nel mercato che rappresenta l'offerta che tirerà avanti vendendo il sapere ed usando le ricchezze accumulate nei decenni finali del 1900 con le aziende che baseranno le loro azioni e prodotti su questo, quando il mercato europeo sarà sazio e i paesi dell'est inevitabilmente avranno più coscienza e la gran parte della ricchezza sarà incentrata li saremo ad un nuovo bivio della storia della geopolitica,la vivranno forse i miei figli
  3. Kostola:

    Infatti
    Per essere in plastica costano troppo
    Li facessero in lega credo ne venderebbero lo stesso
    Plastica o non plastica, con le leve hc3 (peraltro in alluminio) sono dei freni eccezionali. O, altrimenti, vai di Shigura e sei a posto :-)
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