Incontrato quasi per caso alla presentazione milanese organizzata da Mio Cyclo, brand del quale Marco Aurelio Fontana è testimonial della linea GPS, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il campione olimpico, reduce dalla Cape Epic e da un infortunio che ne sta ancora condizionando la stagione agonistica.
Marco, tu e Manuel Fumic avete fatto una “garona” alla Cape Epic…
«Si, ci siamo divertiti moltissimo e siamo andati anche abbastanza forte. Il Sud Africa è un luogo straordinario, di una bellezza unica. E il ciclismo laggiù è in grande crescita, è uno sport sempre più seguito da tutti, mass-media per primi».
E dopo?
«Dopo la Cape Epic sono tornato a casa con una condizione di forma straordinaria, volavo letteralmente. Una settimana di riposo attivo per recuperare le fatiche, poi di nuovo in sella. Avevamo pianificato la gara XC a Schaan (CH), il 7 aprile, primo appuntamento della BMC Racing Cup. Ero convinto di “pettinare” Nino Schurter, che alla Cape Epic mi era quasi sempre arrivato dietro. Nel corso del primo giro lo marcavo a ruota per vedere come andava. Io non stavo andando a tutta, disponevo ancora di un buon margine per passarlo. In un tornantino stretto, lui ha tagliato la curva rallentando un po’, io ho cercato la traiettoria esterna più veloce per superarlo… ma quella curva era cosparsa di brecciolino e sono scivolato a terra, cadendo sul braccio destro. Rialzatomi, credevo di poter continuare faci,mente. Ma c’era uno squarcio di 5 cm e un bel buco nei tessuti muscolari. Gara andata. Medicazione, 6 punti interni e 8 esterni, drenaggio,bendaggio… il braccio che quasi non potevo muoverlo. Sette giorni senza pedalare. Che sommati alla settimana precedente di scarico, fanno quattordici. Una eternità. Mi sono fatto togliere i punti dalla Betty (Elisabetta Borgia, che definire solo una semplice moglie è riduttivo, visti i molteplici ruoli ricoperti nell’esistenza di coppia con Marco) e sono ripartito con gli allenamenti».
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Marco Aurelio Fontana a Montichiari. Si nota ancora la sua cicatrice sul braccio destro
E sei tornato in gara a Montichiari.
«Si, non ne potevo più di attendere, gli impegni agonistici erano pressanti, la World Cup non aspetta nessuno. A Montichiari ho fatto una fatica terribile a finire la gara, vi giuro che non ce la facevo più… sono giunto quarto ma ho preso un distacco enorme dai primi. Credevo di arrivare quando stavano smontando lo striscione!!».
In Alpago è andata un po’ meglio…
«Terzo, la mia condizione era ed è in crescita. Sono ancora un po’ lontano dalla forma che vorrei avere, ma conto di essere quasi al 100% per la gara di Albstadt (D) del 18 maggio, primo round di World Cup XC».
Chi invece è “in palla” da tempo è il tuo team-mate Manuel Fumic.
«Sono contento per Manuel, si merita tutti i successi che ha colto in questa stagione. Anche lui dopo la Cape Epic ha messo in mostra una condizione super ed è riuscito a mantenerla».
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Marco Aurelio Fontana in azione in Alpago
Nel vostro team c’è anche il giovane Anton Cooper, che non ha fatto la Cape Epic ma che sembra andare forte ugualmente.
«Il piccolo “kiwi” è un talento straordinario, prima o poi bastona tutti. Deve ancora imparare a gestire una gara ad alto livello, assieme a tanti altri piccoli trucchi del mestiere. E’ piacevole stare in squadra con lui, il nostro è un team ben assortito e molto unito».
Quest’anno la World Cup XC si concluderà in Norvegia a metà settembre, dopo i Mondiali di fine agosto a Pietermaritzburg (RSA). Prima però sei atteso a un traguardo più importante…
«Si, nei primi giorni di settembre diventerò papà, l’ecografia ha rivelato che dovrebbe essere un maschio. Spero che Betty non anticipi troppo i tempi, altrimenti rischio di non arrivare in tempo da Pietermaritzburg per assisterla durante il parto».
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Elisabetta e Marco, sposi a ottobre 2012 e futuri genitori a settembre
Un grandissimo “in bocca al lupo” per i tuoi prossimi impegni, siamo tutti con te.
«Vi ringrazio e vi aspetto tutti in Val di Sole a metà giugno per la terza prova di World Cup XC. Non mancate!!».
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