Nel pomeriggio mi metto d’accordo con Ale via sms per il giro del giorno dopo, e alle 19 avverto mia moglie: “Cara, domani esco con Alessandro (modoloale), sai è quel mio amico gentilissimo che mi ha offerto una ottima cena di pesce a casa sua quando sono andato in Liguria e mi ha fatto da guida per due giorni, adesso è qui in Pusteria in vacanza e gli faccio da guida io”.
“Mi raccomando non tornare tardi che domani abbiamo ospiti a pranzo”.
“Non preoccuparti, partiamo presto, alle sei, in modo da evitare le auto che salgono al rifugio Auronzo, perciò torneremo sicuramente in tempo, verso le 11”.
Dopo cena mi ricordo però che Nomad 42 mi aveva detto che in questo periodo era in ferie in Pusteria, non posso perciò fare a meno di contattarlo e ci accordiamo che ci aspetterà alle 7 al bivio di Misurina.
Conosco bene anche Nomad 42, siamo usciti parecchie volte insieme, e so che è un po’ più lento di me in salita e anche in discesa, avverto perciò mia moglie che invece delle 11 tornerò alle 12, un’oretta in più dovrebbe bastare. Preparo zaino e abbigliamento, punto la sveglia e vado a dormire.
Non riesco a prendere sonno subito, continuo ad avere la spiacevole sensazione che mi manchi qualcosa per il giorno dopo, ma non riesco a capire cosa. Ripenso mentalmente a tutto quello che ho messo nello zaino, all’abbigliamento preparato, ma mi sembra proprio che ci sia tutto. Mi rilasso e riesco ad addormentarmi.
Alle 5.30 suona la sveglia, in un quarto d’ora sono pronto, salgo in auto, mangio qualche biscotto e in un altro quarto d’ora sono parcheggio del lago di Landro. Proprio in quel momento arriva anche Alessandro, prepariamo le bici mentre facciamo due chiacchiere e in dieci minuti siamo pronti a partire. Percorriamo il bel sentiero che costeggia il lago proprio sotto il monte Piana, poi prendiamo la strada che sale fino al bivio per Misurina. Alle 7 puntualissimi siamo al bivio dove ci sta aspettando Nomad 42 (Bobo per gli amici). Presentazioni di rito e via, si sale per la ripidissima strada asfaltata per il rifugio Auronzo, intervallata per fortuna da un breve sentiero che parte dal lago di Antorno. Con calma arriviamo alla fine della strada, Bobo è rimasto leggermente indietro ma era tutto previsto e siamo in perfetta tabella di marcia. Ecco il sole, ecco le Tre Cime, da qui in avanti comincia lo spettacolo!
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Riusciamo a fare solo pochi metri, ecco il primo bellissimo scorcio sul vallone di Lavaredo,
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tutti e tre ci fermiamo di colpo e tiriamo fuori le macchine fotografiche. Si ma se tutti e tre ci fermiamo chi fa da modello? Prima io, poi tu, poi torni indietro che la faccio io! Improvvisamente trasalgo, ecco a cosa erano dovute le brutte sensazioni di ieri sera: nel calcolare i tempi del percorso, mi ero dimenticato che a tutti e tre piace fotografare! E di solito le foto non sono banali o casuali, ma anche piuttosto studiate, e questo vuole dire perdere tempo, anzi, non perderlo, perché i ricordi saranno fantastici e una bella foto non è mai perdita di tempo, ma sicuramente allungare a dismisura i tempi che avevo calcolato. E mia moglie mi ha raccomandato di non tornare tardi per il pranzo!
Avverto allora gli amici che per una certa ora devo essere a casa e ripartiamo.
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Non passano però due minuti che lo scenario cambia completamente,
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e allora ci si ferma, uno va avanti, foto in azione, poi si aspetta, foto da davanti, da dietro, fantastiche le Tre Cime, e poi con questo cielo azzurro….capisco subito che non ce la farò mai ad arrivare puntuale. Riunire tre bikers, tre fotografi, al cospetto delle Tre Cime, sicuramente uno dei posti più belli al mondo e in più con una giornata quasi perfetta non è stata una mossa ideale in un giorno di visita parenti!
Ma intanto sono solo le 9 di mattina, vedremo di recuperare un po’ di tempo più avanti, per adesso continuiamo a pedalare e avanti con le foto.
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Anche perché oggi ho preparato per i due amici un itinerario particolare, inedito, che percorre tutti i sentieri “legali” intorno alle Tre Cime. I sentieri oltre alla forcella di Lavaredo, dalla parte altoatesina, sono infatti vietati alle bici perché all’interno del parco naturale, e allora noi arriveremo al rifugio Pian di Cengia dalla parte veneta, su sentieri anche non segnati sulle carte che ho scoperto dopo lunghi anni di frequentazioni di questi meravigliosi posti.
Percorriamo allora il sentiero “innominato” con le Tre Cime sullo sfondo
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In fondo un sentiero “leggermente” esposto verso la val de Cengia
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Risaliamo adesso verso il 104
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Il sentiero non è segnato sulla carta, ma invece molto bene a terra!
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Eccoci al bel lago di Cengia con i suoi riflessi
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Salita dura, in parte a spinta e in parte pedalata verso il Pian di Cengia
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Alla forcella si apre il panorama verso l’Alpe dei Piani, con la torre di Toblin e dei tre Scarperi
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Arriviamo al rifugio Pian di Cengia, mangiamo qualcosa, breve riposo ma poi ricordo agli amici il mio appuntamento e ripartiamo con passaggio mozzafiato davanti alla Croda dei Toni
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Mi fermo, aspetto bobo per una foto, ma improvvisamente lo vedo stramazzare a terra con un grido di dolore! Cosa sarà successo, non c’erano ostacoli in quel punto! Mi avvicino e bobo dice che è stato punto da una vespa sotto agli occhiali, per fortuna interviene il doctor e in breve il nostro eroe si riprende e possiamo ripartire
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Percorriamo un bel sentiero stretto sotto le Crode dei Piani
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Poi scendiamo a ricollegarci con il 104 sotto l’occhio austero della Croda dei Toni
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Ritorniamo velocemente verso il lago
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Poi risaliamo sotto la forcella dei laghi
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E dopo un altro tratto a spinta e uno pedalato arriviamo alla forcella di Lavaredo
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Dove una foto di gruppo è d’obbligo
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Oltre in bici non si può (potrebbe?) andare, e siccome il nostro oggi è un giro “legale”, scendiamo sul divertente 101 sotto la cima piccola e torniamo al rifugio Auronzo. Guardo l’ora, ormai mezzogiorno è passato, e c’è ancora una lunga discesa da affrontare. Mentre telefono a casa per avvertire del ritardo cerco di inventarmi una scusa plausibile. Per fortuna non ce n’è bisogno, anche i parenti sono in ritardo e non arriveranno prima delle 13.30
Continuiamo allora sul sentiero 101, molto tecnico all’inizio
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Con passaggi impegnativi ma sempre con bella vista sulle Tre Cime
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Poi il sentiero si ammorbidisce, ma il divertimento non manca.
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Arriviamo al pedaggio e prendiamo la valle di Rimbianco, prima larga e molto veloce e poi sempre più stretta e più tecnica
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Qualche passaggio esposto e su roccia
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E sbuchiamo nella valle della Rienza, dove una forestale sassosa ci riporta velocemente verso il lago di Landro.
Sono ormai le 13.20, ho pochi minuti per arrivare a casa, ringrazio i due amici per la compagnia e li saluto, tanto so che ci rivedremo presto.
Alle 13.30, con un’ora e mezzo di ritardo ma puntualissimo un minuto prima dell’arrivo dei parenti sono seduto a tavola. Mia moglie non mi guarda bene, sono sporco e sudato, ma le dico: mattinata incredibile, dopo ti faccio vedere delle foto fantastiche, intanto ti dico solo che il ritardo è tutta colpa di Bobo, é sempre fermo per fare foto, in salita spinge invece di pedalare e in discesa è un lumacone 😉
foto di nonnocarb, modoloale e nomad 42
L’itinerario: http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/10858
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