Ripide salite e dislivelli a non finire: non tutti gli appassionati di mountain bike cercano esattamente questo. Soprattutto se c’è a portata di mano un impianto di risalita che raggiunge la vetta. Ecco come il Tirolo presenta nei propri comunicati il suo nuovo progetto per le vacanze in bicicletta.
Anche in Austria il turismo prende sempre in maggior considerazione le mountainbike, così recentemente è nato il Tirol Mountainbike Safari: un viaggio che attraversa il Tirolo da Ovest ad Est, da Nauders sul Passo Resia fino a Walchsee. 660 km con 25000 metri di dislivello, di cui circa la metà può essere guadagnata con gli impianti di risalita da chi lo desidera. Le tappe proposte sono 15, ma come vedremo c’è una certa flessibilità. Noi abbiamo fatto le ultime due (gruppi diversi di giornalisti hanno percorso tappe diverse).
Cominciamo a vedere brevemente le tappe 14 e 15 come le abbiamo fatto noi.
Noi siamo partiti da Kirchberg per la quattordicesima tappa. Con gli impianti di risalita non è lunga e siamo riusciti a farla tranquillamente in un pomeriggio. Il primo giorno quindi, dopo colazione, siamo andati a prendere le bici a noleggio e poi tutti alla Bike Academy, dove due istruttori hanno rapidamente valutato la nostra tecnica e ci hanno diviso in due gruppi. Per quanto riguarda il mio, dopo un aggiornamento sulla posizione in sella (le nuove bici con tubi orizzontali più lunghi, stem corti e sterzi sempre più aperti richiedono una posizione sempre più caricata in avanti) siamo andati ad un bikepark a mettere in pratica quanto imparato.
Il bikepark di Kirchberg ha due tracciati: uno si chiama Lisi Osl Trail, in onore della campionessa austriaca di XC che corre per Ghost, mentre l’altro è il Gaisberg trail (che è parte della tappa, a giudicare dalla descrizione della stessa, ma può chiaramente essere saltato senza difficoltà). Non sono esageratamente difficili, un biker con esperienza media può portarli a termine senza fermarsi troppo spesso. Il Lisi Osl Trail è tutto nel bosco, fatto di tornantini stretti e senza particolari salti o drop. La biker professionista di cui porta il nome lo fa in salita la mattina alle 5 per allenarsi. La ghiaia sul percorso è insidiosa, ed è per questo che io ho preferito il Gaisberg Trail, dove qualche settimana fa si è corso il campionato austriaco di downhill. Anche questo è un percorso senza particolari difficoltà tecniche, a parte due drop. Siamo arrivati in fondo vivi con delle bici da xc e trail: io avevo una Ghost AMR RIOT da 130 + 130mm. Ad onor del vero, quando l’istruttore di MTB al noleggio ha detto che per downhill sarebbe andata benissimo, io sono impallidito un po’; ma per il bikepark di Kirchberg in effetti è una bici sufficiente per divertirsi se non si ha fretta.
Tornando a parlare del percorso, è più flow del Lisi Osl e con meno ghiaia, anche se quando ci siamo passati noi era parecchio fangoso in seguito alle piogge dei giorni precedenti. Un po’ fastidiosi i brake bumps ed un po’ stretto in alcuni punti (dove avrei voluto avere più spazio tra le fettucce, visto che nel prato di posto ce n’era) ma sono sicuro che dopo qualche tentativo diventi parecchio divertente.
Purtroppo però non c’è stato tempo per fare pratica sul Gaisberg trail: a mezzogiorno era ora di mettersi in marcia lungo il Mountainbike Safari.
Attraverso ciclabili siamo quindi passati per lo Schwarzsee (tradotto letteralmente lago nero) e poi fino a Kitzbühel, località famosa per ospitare la coppa del mondo di sci di discesa, dove abbiamo preso la cabiovia Kitzbühel Hornbahn. Il paesaggio dalla stazione a monte è molto molto bello.
Si scende un poco su strada prima di entrare in una sterrata. A 200 metri circa di ascesa su sterrato segue un po’ di trail, sempre in salita, dove chi vuole spinge e chi lo preferisce mette a prova la propria tecnica sul ripido.
Il traguardo è un’altra strada sterrata, che ci porterà in discesa attraverso i pascoli fino a valle, donde poi ci porteremo al bel paesino di St. Johann e da li ad Oberdorf dove avremmo pernottato.
La discesa è di 1000 metri di dislivello ed è tutta una strada sterrata ghiaiosa. In questa tappa direi che la parte divertente è la salita tecnica (si, sono convinto che su alcuni sentieri le salite possano essere parecchio divertenti), mentre la discesa affida il proprio fascino al panorama.
Abbiamo cenato al Rifugio Stangalm con una vista meravigliosa (mi perdonerete se non ho portato la macchina fotografica a cena). Sbaglierei se non dicessi che il cibo ha giocato un ruolo importante nel farmi godere le due tappe di Tirol Mountainbike Safari. Con buona pace dei luoghi comuni sugli austriaci, i gestori del rifugio sono molto alla mano, così ci siamo trovati a chiaccherare della storia del rifugio, dei pascoli e della zona in generale fino a quando era ormai buio.
La quindicesima ed ultima tappa del giro comincia con qualche chilometro in piano lungo il fiume e attraverso i campi. Di nuovo un tratto molto rilassante: rapporto lungo e godersi pianura e paesaggio fino all’inizio della salita. Sono 400-500 metri di dislivello nel bosco – fortunatamente all’ombra – che ci permetteranno, dopo aver scollinato, di raggiungere Kössen. Anche in questo caso si tratta di una discesa sterrata.
La nostra guida conosceva qualche breve deviazione su sentierino nel bosco, anche se gran parte del dislivello se ne va sulla strada. Presa la cabonovia Hochkössen, ci siamo fermati pranzo in rifugio, da dove riuscivamo già a vedere il nostro traguardo: il lago Walchsee.
Una volta sazi, siamo partiti di nuovo discesa verso valle. Anche qui la discesa è una strada sterrata.
Di nuovo la nostra guida conosceva qualche piccola deviazione per chi di noi voleva un goccio di difficoltà in più. Siamo così scesi prima su un sentiero lungo i pascoli e poi su sentiero stretto nei boschi, reso impegnativo dalle tante radici: abbiamo così potuto sfogare un po’ la nostra voglia di tecnica.
Arrivati in paese e riunitici al resto del gruppo, abbiamo messo le bici al sicuro in albergo e ci siamo diretti al lago Walchsee, tappa secondo me indispensabile a conclusione del trail. Acqua bellissima, prati dove riposarsi e prendere il sole, baretto dove mangiare un gelato… non c’è di meglio per concludere una vacanza in bicicletta.
Devo premettere che due tappe su quindici sono poche per esprimere un giudizio complessivo su un progetto concepito come un lungo viaggio. Però posso certamente dirvi cosa ho visto e sentito.
Si tratta di un giro per tutti, un mix tra i lunghi viaggi point to point sulle ciclabili austriache (o tedesche) ed i giri in MTB. Gli organizzatori puntano tanto su due fattori: il primo è dato da quello che il territorio ha da offrire. Parlo quindi di impianti di risalita, dei bei panorami e – perchè no – dell’aspetto enogastronomico assieme a tutto ciò che concerne il turismo una volta che si smonta di sella.
Il secondo fattore è il fatto che si supponga che la gran parte dei turisti in bici siano poco orientati alla prestazione in salita ed alle discese su sentiero più o meno tecniche: per gran parte degli ospiti del Tirolo, vacanze in bicicletta vuol dire pedalate rilassate in compagnia godendosi i paesaggi.
Più volte durante il viaggio abbiamo parlato con gli organizzatori o con i reponsabili degli uffici turistici locali delle nostre aspettative più orientate al trail.
Ciò che si può dire è che il progetto Mountainbike Safari è giovane e sta cercando di crescere (parte del nostro lavoro li era proprio di dare un feedback). Esistono alcuni sentieri che richiedono maggiori tecnica ed impegno, solo che ora come ora non sono inclusi nelle tracce GPS che si possono scaricare dal sito prima di intraprendere il viaggio, mentre alcuni sono vietati al transito di biciclette. Cartine dedicate e precise per tutte le 15 tappe non esistono ancora (orientarsi col GPS, sia pure cartografico, non sempre è un lavoro facile ed efficace come con una cartina con il percorso segnato). A favore del Tirolo va detto che il giro è esattamente come dichiara di essere, non si presenta come un viaggio allmountain e chi cerca adrenalina in discesa si orienterà su altro.
E’ un giro per tutti, che può essere fatto con qualunque mountain bike con o senza fretta. La mountainbike ci vuole però, perchè una bici da trekking non è adatta.
Chi vuole meritarsi il pranzo pedalando in salita può scegliere di saltare qualche impianto o di fare due tappe in un giorno.
E’ un viaggio che può essere fatto con la famiglia, che non costringe il biker a lasciare da soli moglie e figli mentre si fa il proprio giretto (quanti di noi lo fanno durante le proprie vacanze con bici al seguito?).
In massima sintesi, posso riassumere il mio assaggio di Mountainbike Safari in due punti. Da una parte molti biker potrebbero desiderare discese diverse dalle strade sterrate per divertirsi un po’ di più. D’altro canto, devo dire che – tutto considerato – a me questi due giorni in bicicletta sono piaciuti veramente un sacco e come ogni bel viaggio che si rispetti mi hanno lasciato ricordi che resteranno impressi un bel po’.
Trovate tutte le informazioni su www.tirolo.com/bikesafari.
Per l’uso degli impianti di risalita esiste un biglietto/abbonamento che consente di prendere alcuni impianti o tutti. Si chiama Flexipass e costa da 18€ per due risalite a 153€ se si vogliono prendere tutti i 17 impianti.
Esistono inoltre pacchetti, ad esempio 4 giorni e 3 notti in alberghi tre stelle, compresi biglietti per gli impianti, trasferimento dei bagagli, cartine e materiale informativo a partire da 269€.
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