Chi ha detto che in bici si va solo con il caldo? Nonostante il freddo e l’inverno che oramai hanno conquistato l’Italia, i veri biker non stanno certo fermi a casa sul divano: basta essere attrezzati ed in bici si va tutto l’anno (qui trovate sei motivi per uscire con il freddo)!
Le nostre biciclette sono pensate per gli utilizzi più gravosi, ma ci sono una serie di inconvenienti e di problemi che vengono fuori con le temperature più rigide. Alcuni sono inevitabili e bisogna impararci a convivere, ad altri si può porre rimedio. Quest’oggi vedremo cosa succede alla nostra mountain bike ed ai suoi componenti con le temperature tipicamente rigide dell’inverno.
Reggisella telescopici
Il primo componente che patisce il freddo è il reggisella telescopico.
Sebbene molto simile alle sospensioni per funzionamento, il reggisella ha un grosso svantaggio: si muove poche volte durante l’uscita in bici e non ha quindi modo di scaldarsi.
Il problema dei reggisella telescopici riguarda l’aumento di viscosità del grasso. Il grasso per sospensioni, molto fluido e “liquido” a temperatura ambiente, con il freddo diventa molto denso e colloso. Lo scorrimento dello stelo è insomma rallentato. Non si tratta di un inconveniente che danneggia il telescopico, ma poco c’è da fare contro questo impigrimento se non scaldare il reggisella.
Un altro problema dei telescopici idraulici è quello dell’aumento di viscosità dell’olio. Con il freddo l’olio diventa più denso e fatica a scorrere attraverso le valvole. La soluzione in questo caso è di aumentare la velocità di estensione, aumentando la pressione dell’aria oppure, nel caso del Reverb, agendo sull’apposito registro sul comando remoto.
Nei reggisella Rock Shox Reverb, anche l’olio del comando idraulico diventa più viscoso ed il meccanismo di attuazione si impigrisce notevolmente. Il circuito del comando idraulico è pensato per un olio molto leggero (ca 2,5Wt). Quanto l’olio diventa più denso, il meccanismo diventa più pigro, soprattutto nel ritorno della leva. Nessuna paura, non succede nulla: con il caldo tutto tornerà normale!
Forcella
Con il freddo, olio e grasso diventano molto più “densi” e viscosi e le prestazioni delle sospensioni ne risentono.
Alla pari dei reggisella telescopici, il grasso più denso limita la scorrevolezza della forcella. Anche le tenute in gomma si induriscono, rendendo la nostra forcella più dura e legnosa. A livello di idraulica l’incremento di viscosità dell’olio aumenta la frenatura sia con compressione che in ritorno. L’effetto è come quello di chiudere i registri, un po’ come se utilizzassimo un olio con una gradazione più alta.
A differenza dei reggisella telescopici però, la forcella una volta iniziato un percorso fuoristrada inizia a muoversi in continuazione. Questo movimento genera non poco calore, calore dovuto all’attrito ed allo smorzamento idraulico. Non è infatti un caso che la nostra forcella risulti pigra all’inizio, appena partiti o dopo una lunga pausa, ma che si sblocchi progressivamente non appena iniziamo a scendere.
Per compensare l’aumento di viscosità dell’olio è possibile, per il periodo invernale, utilizzare un olio più leggero per idraulica, con una gradazione di ca 2,5Wt in meno. Questa soluzione è però adatta a chi gira sempre in località con temperature molto rigide, altrimenti già sopra i 5-10° ci si troverebbe con un forcella troppo poco frenata e dal funzionamento non ottimale.
Una soluzione più semplice è quella di aprire i registri di compressione e ritorno di qualche click quando fa particolarmente freddo. Si tratta di una soluzione meno invasiva, a costo zero e soprattutto facilmente reversibile, anche durante il giro se le temperature dovessero salire.
Ammortizzatore posteriore
Anche l’ammortizzatore risente, al pari della forcella, degli stessi problemi della forcella, ma ha un grosso vantaggio: scalda di più ed è più facile che entri in temperatura.
A differenza della forcella, sull’ammortizzatore è impensabile (dato che è un lavoro oneroso ed impegnativo) sostituire l’olio idraulico, l’unico intervento che possiamo fare per risolvere l’impigrimento da freddo è aprire i registri di compressione e ritorno di qualche click. Ricordiamoci però che, una volta scaldato ed entrato in temperatura, potremmo ritrovarci con un’idraulica troppo sfrenata.
Freni
Al pari delle sospensioni e dei telescopici, anche i freni tendono ad impigrirsi con il freddo, in particolare i pompanti. Il problema più comune è che la leva del freno fatica a riestendersi o lo fa lentamente.
Il primo problema delle basse temperature riguarda l’indurimento delle guarnizioni, che diventano più rigide e fanno aumentare l’attrito del pompante.
Il secondo problema è il solito: l’aumento di viscosità dell’olio. Questo problema interessa maggiormente i freni a disco che utilizzano olio minerale ed è tipico di Shimano. Il fluido DOT è invece più stabile alle basse temperature e la sua viscosità cambia poco anche con il freddo.
A questo problema non c’è soluzione, se non scaldare l’impianto. Il problema però di solito non si risolve perchè il calore non raggiunge quasi mai il pompante, che si trova molto lontano dalla pinza. Una regolare manutenzione del freno (spurgo e sostituzione olio regolari) aiutano a limitare questo fenomeno.
Gomme
Sappiamo tutti che la gomma, con le basse temperature, si irrigidisce e diventa più dura: i copertoni delle nostre mtb non sono da meno.
I problemi sono tipicamente due:
- la temperatura dell’aria è più bassa e questo fa indurire le gomme
- il terreno è più freddo e questo riduce il grip della gomma, specialmente su roccia
Chiunque abbia girato in condizioni di temperature basse si è reso conto di come le gomme perdano notevolmente grip e tenuta alle basse temperature: è così in ogni tipo di applicazione (auto, moto, ecc).
Come sulla nostra automobile montiamo gli pneumatici invernali, anche sulla nostra mtb possiamo scegliere delle gomme più adatte alla stagione invernale, ovvero che abbiano:
- Una tassellatura più scolpita per far meglio presa su fango e neve
- Una mescola più morbida per assicurare il giusto grip anche alle basse temperature
- Una sezione più generosa per meglio galleggiare su neve e terreni cedevoli
Oltre alla giusta gomma, anche scendere leggermente di pressione aiuta: con una pressione più bassa aumenta il grip e la deformazione della gomma. Utilizzare una pressione più bassa è necessario per compensare il fatto che, con il freddo, la gomma diventa più rigida anche nel deformarsi, proprio perchè la mescola indurita rende meno flessibile la gomma. Ecco che quindi togliere 0,2-0,4 bar dalla propria pressione abituale è la soluzione migliore per avere una buona deformabilità della gomma ed avere un miglior assorbimento degli ostacoli.
Trasmissione
Con il freddo anche la trasmissione può impigrirsi. La causa è quasi sempre un cattivo scorrimento dei cavi nelle guaine.
E’ infatti pratica molto diffusa oliare i cavi quando si inseriscono nelle guaine. Questo espediente in estate va benissimo, ma con il freddo l’olio si addensa ed incolla.
La soluzione al problema sta nel non utilizzare oli lubrificanti dentro le guaine e di utilizzare invece cavi teflonati, ovvero con trattamento anti attrito solido applicato direttamente sul cavo. In questo caso, essendo il lubrificante allo stato solido, non ci sono problemi neanche alle temperature più basse e le prestazioni in termini di scorrevolezza del cavo sono comunque ottime.
Batterie
Nell’epoca dell’elettronica e delle e-bike, bisogna stare molto attenti anche alle batterie, per cui il freddo è un vero nemico.
Con il freddo la capacità delle batterie si riduce e si corre il rischio che la batteria si scarichi prima del dovuto. Un problema che per un’e-bike o una bici con il cambio elettronico può lasciarci appiedati.
Per evitare questi spiacevoli inconvenienti è importante proteggere le batterie dal freddo e soprattutto stoccarle e caricarle in casa, al caldo. Esistono delle protezioni in neoprene per ridurre il raffreddamento delle batterie delle ebike: sono una soluzione utile per aumentarne la capacità alle basse temperature.
Infine l’ingrediente segreto: attenzione al trasporto ed allo stoccaggio della bici! Partire con la bici calda è la soluzione migliore contro i problemi del freddo.
Molti problemi e malfunzionamenti dovuti al freddo sono legati al trasporto della bici all’esterno dell’automobile. Immaginatevi 1 o 2 ore di autostrada sul tetto, a -15°C e 130km/h: è normale che tutto si congeli! Sulle e-bike è per questo fondamentale togliere le batterie e trasportarle dentro l’abitacolo, lo stesso vale per conta km e trasmissioni elettroniche.
Simili precauzioni vanno prese anche per la conservazione della bici: se teniamo la bici in un posto freddo è più facile che si manifestino i problemi visti qui sopra perchè il freddo ha tempo di “penetrare” fino in profondità nei componenti che faticheranno a scaldarsi. Le batterie vanno sempre stoccate e caricate in casa, a temperature miti, se vogliamo che durino di più più ed accumulino più carica.
Se teniamo la bici al caldo e partiamo con la bici non troppo ghiacciata è più facile che, nonostante il freddo all’esterno, quel calore che si genera durante l’utilizzo dei componenti sia sufficiente ad assicurare il loro buon funzionamento durante tutta l’uscita.
Un alternativa sarebbe una custodia protettiva. Il mio Samsung scalda mica da ridere quando il gps è attivo e magari riesce a riscaldarsi da solo :D
Con le guaine pubblicizzate come "non necessitano di manutenzione" ho fatto esperienze tendenzialmente brutte: Non avevano i capucci con le guarnizioni, è entrata la sporcizia e dopo mezz'anno si potevano butar via per la sabbia che era entrata e aveva consumato lo strato di materiale scorrevole. Con grasso poi sono riuscito a farle andare un altro mezz'anno ma poi era fine.
Adesso uso Jagwire o Shimano con guarnizioni nei capucci di fine guaina, con grasso di Teflon. Su una bici da 4 anni, sull'altra da 5. Mai avuto problemi.