Neve, deserto e oasi: Atlas Mountain Race

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Terminare la Atlas Mountain Race significa percorrere 1.200 chilometri sulle strade più accidentate e remote del Marocco. Da Marrakech alla costa atlantica attraverso sentieri di terra dimenticati. Ai rider che si vogliono cimentare in questa impresa aspettano oltre 25.000 metri di dislivello per superare le vette innevate, il deserto bruciato e le oasi piene di palme, il tutto entro il limite di otto giorni.

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Vincere implica pedalare quasi senza soste, giorno e notte, per molti giorni. È una combinazione di tenacia e privazione del sonno che solo la psiche di alcuni ciclisti può gestire. Senza un compagno e senza alcun supporto, i rider pedalano carichi dei rifornimenti necessari in una lotta costante con noie meccaniche, temperature rigidissime e piaghe per le troppe ore in sella. Al traguardo non ci sono premi, niente soldi, semplicemente la soddisfazione che deriva dallo spingersi al limite mentre si esplorano le strade più remote di un paese meraviglioso.

Con il supporto di Canyon, in collaborazione con PEdALED, Fizik e lo staff di gara guidato dal creatore del percorso Nelson Trees, il regista Brady Lawrence ha seguito la gara documentando tutto, da una brutale traversata a piedi di 80 chilometri nel deserto con una bici rotta, alle immagini della gioia negli occhi di chi si rende conto che sta per consumare il primo pasto caldo dopo giorni di attesa.

Nomi di racer famosi e avventurieri alla prima esperienza vengono catturati dalle riprese di questo film che documenta la folle
predisposizione di chi sceglie le sfide estreme. Catturando momenti drammatici dell’essere umano in un paesaggio ultraterreno, Into the Rift è uno sguardo approfondito a una vera avventura in bicicletta.

 

Commenti

  1. Che posti...
    Mi sembra di vedere tanta gente normale comunque, forse il fatto di non prevedere classifica non attira i professionisti del settore?
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