Nicolai Argon Fat: una tedesca dalle gomme giganti

Le fat bike sono sempre più di moda, così presi dalla curiosità dopo aver provato le novità più interessanti, io e David abbiamo deciso di fare un giro atipico: David con la Cube Stereo a pedalata assistitia, io con la Nicolai Argon Fat, una Fat Bike super essenziale: completamente rigida, singlespeed e con trasmissione a cinghia. Un mezzo semplice ma allo stesso tempo grezzo ed ignorante, che non passa certo inosservato con quei ruotoni.

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Io facevo le veci del marito fuori dagli schemi, con una bici eclettica e diversa, david la fighetta con la bici a pedalata assistita: una scenetta raccapricciante a vedersi!

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Parte l’asfalto, con un rapporto solo mi trovo a mulinellare dopo 30 secondi. Mi metto ad uovo, per sfruttare la discesa: completamente inutile. Allora il lampo di genio: mi attacco a David e mi faccio trainare dal motore della Cube. La Argon su asfalto saltella come un canguro se pedali con un po’ di decisione, perchè le gomme, a differenza di una sospensione tradizione, non hanno nessun freno di ritorno! Sopra una certa velocità poi il telaio comincia a vibrare sempre di più, trasmettendo una sensazione di solletico a braccia e gambe. Insomma, ho capito che le fat bikes e l’asfalto non vanno per niente d’accordo!

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Inizia finalmente lo sterrato, la prima sensazione è quella di morbidezza. Le gommone assorbono le piccole asperità, la marcia è molto fluida, seppur la scorrevolezza limitata ti costringa a pedalare sempre. E’ bellissimo pedalare sulla ghiaia un po’profonda: la bici galleggia che è una meraviglia, senza sbandare o derapare in alcun modo!

Inizia ora la discesa viscida: le gomme hanno tutto sommato un buon grip, così sgonfie inglobano letteralmente le radici senza scivolarci sopra. Il problema è però ad ogni scalino: la completa assenza di ammortizzatori trasmette delle belle botte a mani e gambe e le gommone tendono a farti rimbalzare. Una sensazione strana, magari a velocità più alta e prendendoci la mano la bici può andare anche bene, ma mi sembrava rimbalzare come una pallina in un flipper.

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Inizia ora il tratto in piano pedalato, sul fango la scorrevolezza non è ottima ma si va avanti. La bici è bella stabile, anche nelle pozze profonde non si scompone e mangia bene sassi e radici. E’ piuttosto divertente!

Inizia ora la salita, il ripido single track. Il rapporto della Argon è troppo duro per pedalare: ci provo in ogni modo, mettendo tutta la forza che riesco a scaricare sui pedali, ma dopo poco scoppio, non ce la faccio, la salita ha la meglio, scendo e spingo. Questo non vuol dire che la bici non si pedali, anzi credo che con i rapporti giusti su una salita di questo tipo dove la trazione è fondamentale, una fat bike possa essere persin vantaggiosa.

Finisce la salita e di nuovo un tratto di asfalto: anche qui sfrutto il prode David e mi attacco alla sua spalla, la sua Cube non ha problemi a tirare entrambi.

Che dire insomma? Pedalare una fat bike è piuttosto strano. Non si tratta di una mountain bike convenzionale, soprattutto se montata single speed non è certo un mezzo con cui affrontare il classico giro in montagna con salite magari ripide ed un buon dislivello, ma alla fine è divertente. Non credo si possa considerare una sostituta alla mountain bike come la conosciamo oggi, una full moderna scende meglio ed una front si pedala con più facilità, però è un qualcosa di diverso che consiglio di provare. Su certi giri può essere molto divertente!

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Massiccio l’archetto sui foderi alti, soprattutto in prossimità del piantone sella

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