Se in queste due settimane vi siete allenati duramente adesso saprete sicuramente padroneggiare in modo fluido il nose press in situazioni “di sicurezza”.
Se non lo aveste fatto o non vi fossero chiari alcuni concetti di base vi invito a visionare le precedenti due puntate. Nose press 1 e Nose press 2.
Per quanto riguarda la storia del pedale anteriore, cioè se cambiarlo in base alla curva o tenere il proprio piede dominante, io rimango della seconda idea. Per approfondimenti ne abbiamo discusso in modo abbastanza specifico nel 2° topic del nose press quindi vi invito a visionare la discussione ed eventualmente a continuare ad usare quel topic per eventuali approfondimenti o domande.
Oggi andremo a vedere come andare a farlo dove effettivamente può servire, curve strette. Nelle foto ne vedete una in discesa (sul viscido, esposta.. tanto per farvi vedere la situazione peggiore che possiate trovare) ma come già detto questa manovra può rivelarsi utile anche in piano o in salita (difficilmente).
Ad ogni modo andremo ad analizzare dapprima la traiettoria ideale per rendere più fluido e efficace possibile il nostro nose press, poi i movimenti corretti per effettuarlo (in particolare le differenze con i movimenti spiegati in queste due ultime puntate), e infine analizzeremo al meglio la fase di uscita.
Traiettoria.
Sappiamo tutti che per cercare di rendere più morbida possibile una curva la traiettoria ideale è quella che ci obbliga a stare esterni in entrata, interni (alla corda) a centro curva, e nuovamente esterni in uscita.
Ovviamente con il nose press, poiché “stalliamo” un istante sulla ruota anteriore, non possiamo parlare di fluidità. Proprio per questo motivo dobbiamo scordarci la traiettoria classica e impostarne una nuova e più furba.
L’ideale è impostare stando sulla linea più pulita in staccata, andando a cercare subito la corda da inizio curva. Poiché infatti la velocità dovrà essere necessariamente bassa (altrimenti cappottiamo in avanti quando andremo a frenare) dobbiamo cercare una linea che ci permetta di rimanere il più “verticali possibile”, cioè che non ci obblighi a inclinarci verso interno curva, a “piegare” per dirlo in termini motociclistici.
Puntando quindi alla corda fin da subito ci troveremo con il muso che nella seconda parte della curva, diciamo da metà in poi, punta completamente all’esterno della curva. Una volta superata proprio la metà della curva dovremo sfoderare il nostro nose press. Per farlo come spiegato nell’articolo N°2 andremo quindi a girare la ruota anteriore per quanto possibile verso l’uscita della curva e alzeremo il posteriore facendolo girare.
Per quanto possibile perchè se col nostro nose press (come in foto) dovremo girare di 90° o più non potremo girare la ruota ant ad angolo retto e sperare di rimanere in piedi, dovremo girarla un bel po’ e poi finire la rotazione mentre facciamo il nostro nose press.
Questo tipo di traiettoria ha molteplici vantaggi, in primis lascia spazio alla ruota posteriore di girare senza il rischio che sbatta contro scarpate o rocce o altro (magari siamo costretti a fare nose presse perchè non possiamo ”allargare” prima della curva a causa di massi o terrapieni sui quali, durante la rotazione, potrebbe sbattere la ruota posteriore).
Inoltre essere fin da subito ad interno curva permettere di scendere “diritti” eventuali scalini/scaloni che normalmente troviamo sui sentieri montani a metà curva (spesso erosioni dovute all’acqua). Infine in caso di scivolamento della ruota anteriore verso valle avremo molto più margine per recuperarla, o più tempo per mettere un piede a terra.
Andando molto piano e non avendo nessuna intenzione di rendere fluida la curva non avremo certo bisogno di cercare di aumentare il più possibile il raggio di curvatura, sarà preferibile invece ricercare una linea il più pulita possibile e più stretta possibile (più importante pulita che stretta).
Movimenti.
Di base dobbiamo fare senza timori le cose che abbiamo già provato a fare negli articoli scorsi. Dico “senza timori” perchè spesso la paura data dalla situazione (magari una curva esposta, o un equilibrio più precario di quello che avevamo nel parcheggio/sentiero) ci porta a irrigidirci e a non compiere gli stessi movimenti che fino al giorno precedente eseguivamo in maniera perfetta, quindi ci porta a sbagliare.
Ciò che dobbiamo fare di diverso rispetto alle precedenti puntate riguarda solo il movimento della testa e l’uscita. Dovendo chiudere il più possibile la curva la nostra testa dovrà girare verso l’uscita di curva innescando una rotazione. Questa non deve essere eccessiva ne troppo blanda. Inoltra sarà proprio la nostra testa a guidarci fino alla posizione giusta. Quando infatti il nostro sguardo vedrà la direzione di uscita della curva dovremo concentrarci su quello. In questo modo la rotazione si fermerà proprio nel momento in cui raggiungiamo la posizione desiderata. Tutto questo è dato semplicemente dal fatto che le nostre spalle seguono ciò che gli trasmette il collo, e cioè la testa. La testa si gira verso la direzione in cui va il nostro sguardo. Quindi come in ogni altra situazione della mtb è lo sguardo a guidarci.
Poiché in queste situazioni spesso vogliamo rimanere sull’anteriore meno a lungo possibile sarà fondamentale coordinare al meglio i nostri movimenti ed eseguire la rotazione più velocemente possibile. Per fare questo la rotazione del manubrio, la ricerca con lo sguardo dell’uscita di curva, e la spinta con le gambe (di cui in tanti mi han chiesto.. spingere con le gambe significa “stenderle con forza da una posizione flessa come se dovessimo saltare a piedi pari”) devono avvenire contemporaneamente. In questo modo la rotazione viene aiutata da tutti i punti di vista e potremo girare su noi stessi in un istante.
Una raccomandazione che mi sento di farvi è quella di concentrarvi al massimo sul sentiero, cioè sulla linea che volete seguire. Inoltre sarà fondamentale che il movimento sia deciso e unico. Inutile mettersi a saltellare o arrivare convinti e poi “afflosciarsi” come fiori secchi quando bisogna spingere e impostare la manovra. Proprio per questo motivo il mio consiglio è, come per ogni altro trick, di non pensare mentre state facendo le cose, ma di pensare prima come farle. Visualizzate la manovra e la situazione, partite poi super concentrati e lasciate lavorare l’istinto.
Il freno come in precedenza verrà usato solo in una seconda fase, cioè subito dopo che la rotazione è già partita e il carico è stato trasferito all’anteriore.
Con questo non voglio dire che prima il freno non possa essere usato, se siamo in discesa soprattutto arriveremo con il freno già leggermente tirato. Intendo dire che la frenata “violenta”, quella che blocca o quasi la ruota, avverrà in un secondo momento, subito dopo aver fatto i 3 passi spiegati poc’anzi (testa, ruota girata, gambe).
Come avrete capito però la frenata non è la parte fondamentale del nose press, mentre lo sono i corretti movimenti del corpo e lo spostamento dei pesi.
Altro punto da analizzare è il grip della ruota anteriore. Nel nose press eseguito in maniera corretta, come ho già spiegato nelle precedenti puntate, vi è uno spostamento di carico proprio sull’anteriore. Questo aumenta il grip della ruota, quindi non abbiate timore che scivoli, o meglio, se scivola significa che sarebbe scivolata anche senza alzare il post!
Attenzione però a non “saltare” mentre fate il nose press, o comunque a non alleggerire entrambe le ruote perchè in questo caso sì che avremo carenza di grip anche all’anteriore (l’unica parte che rimane a terra). In pratico dobbiamo fare perno sulla ruota anteriore, non dobbiamo girarci “di forza” come se facessimo una rotazione di 180° in volo.
Come nelle altre puntate le spalle e le braccia fanno poco, o meglio, si muovono poco. Saranno infatti leggermente flesse e pronte a ricevere quasi tutto il carico del nostro corpo durante la fase sulla sola ruota ant.
Fase di uscita.
Analizziamo ora due tipi di uscita. La prima è quella più classica (in foto) e che va bene per tutti i terreni. La seconda che vedremo è più aggressiva e si adatta solo a certe situazioni.
Per quanto riguarda la prima si tratta di ritornare con entrambe le ruote a terra, ritrovare l’equilibrio con un attimo di surplace e poi ripartire. Questa tecnica ha di positivo che può essere usata sempre e permette di ripartire anche in presenza di ostacoli davanti alla ruota ant. o post. Senza il rischio di impuntamenti o problemi vari. In questa tecnica sarà importante arretrare dapprima il peso (in teoria il nostro baricentro nel nose press è sulla ruota ant.) per poi riportarci in una posizione centrale nel momento in cui la nostra ruota post. inizia a scendere. In questo modo arriveremo perfettamente bilanciati e in posizione “base” non appena la ruota post. avrà toccato terra. Come vedete in foto sarà importante tenere”bloccate” le spalle in tutte le fasi di uscita. Muovere le spalle significa inclinare la ruota anteriore e perdere la linea scelta. Inoltre in caso di terreno tecnico con rocce o buche ripartire a ruota girata non è una grande idea (impuntamento istantaneo). Per bilanciare quindi dovremo usare il bacino e lo spostamento dello stesso verso l’esterno o verso l’interno a seconda dei casi (più normalmente verso l’esterno per andare a bilanciare l’inerzia della coppia di rotazione che avevamo impresso all’inizio).
Per evitare di dover compensare molto con il bacino ricordiamoci di stendere le gambe mentre la ruota scende. In questo modo la ruota posteriore arriverà a toccare prima il terreno e noi avremo tutta la fase in cui assorbiamo l’impatto con le gambe e ricerchiamo la posizione base (che detta così sembra un’ora e mezza, in realtà sono pochi istanti) per bilanciare l’inerzia ed essere pronti a ripartire. Una volta trovata poi la posizione base e l’equilibrio molliamo i freni e spingiamo leggermente sul piede anteriore per aiutare la bici a ripartire.
La seconda uscita possibile consiste nel mollare il freno già mentre il posteriore è ancora in aria. Questo tipo di tecnica da una parte stabilizza la fase di discesa (perchè anche se minima la velocità stabilizza sempre). In compenso può essere usata solamente se il terreno ce lo permette e cioè se è molto liscio e siamo sicuri di non avere impuntamenti mentre siamo sulla sola ruota ant. Considerate infatti che non avrete la spinta del pedale, e che sarà solo la gravità a spingervi. Inoltre anche i movimenti con gambe e tronco in questa fase saranno diversi. Non dovremo infatti in nessun caso arretrare ma anzi, sarà la bici a scorrere sotto di noi. Per questo motivo il nostro corpo dovrà continuare a caricare l’anteriore. Considerate infatti che il rilascio del freno automaticamente sposta il nostro baricentro indietro (perchè il freno fisicamente è un vincolo, se lo togliamo spariscono una serie di vettori della forza sul piano orizzontale). Per testare questa cosa senza andare a studiarsi i vettori e la cinematica basta fare una prova di nose press nel nostro parcheggio/sentiero e rilasciare il freno quando siamo ancora con la ruota posteriore alzata.
Attenzione inoltre perchè una volta lasciato il freno dovrete concentrarvi a rimanere in una posizione avanzata, altrimenti il posteriore cadrà come un sacco di patate e scaricherete completamente la ruota anteriore perdendo grip e direzionalità
Proprio per questi motivi questo secondo tipo di uscita ci permette di essere più veloci ma è più difficoltoso (e pauroso visto che non si arretra mai e che si fa un tratto di percorso anche se piccolo,sulla ruota anteriore) e va utilizzato solo dove le condizioni lo permettano.
ingrediente segreto: Fatelo solo quando serve davvero!!!
Non so se per moda o per esibizionismo ma spesso, anche nei video, questo gesto viene abusato. Viene utilizzato su curve nelle quali si potrebbe tranquillamente scegliere una traiettoria che permetta di fare la curva senza alzare ruote o altri escamotage. Questo tipo di manovra ha senso su curve strettissime, fatte a velocità quasi nulla, siano esse in piano o in discesa o in salita. Farlo su altre curve significa prendersi rischi inutili (soprattutto se non lo padroneggiamo al 100%).
Jack
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