Spero che questa settimana vi siate allenati a rimanere il più possibile in equilibrio sulla ruota anteriore. Passiamo quindi allo step due.. e cioè proviamo a girarci mentre stiamo in equilibrio sull’anteriore. Non preoccupatevi, non stiamo cercando di stare ore e ore in equilibrio sull’anteriore e girare su noi stessi come fanno i trialisti.
Il tempo nel quale la ruota posteriore non toccherà terra sarà uguale a quando provavamo a togliere le gambe o semplicemente a fare gli esercizi propedeutici, in pratica pochi istanti/secondi. Questa volta però proveremo a non fare atterrare la ruota post da dove è partita ma di fianco. Anche in questo caso vale la regola del farlo per gradi. Se al primo giro innescate una rotazione che vi porta a girarvi di 90 gradi difficilmente riuscirete a mantenere l’equilibrio. Non esagerate quindi con i movimenti, e provate provate provate.
Analizziamo ora nello specifico i movimenti che dovremo andare a provare.
Per iniziare come al solito siamo nella nostra posizione “base”. Il terreno sarà presumibilmente quello scelto anche per le prime prove (il solito parcheggio/sentiero) e anche la velocità sarà quella che utilizzavamo per fare gli esercizi precedenti.
Visto che qui andremo a curvare può capitare di trovarsi sbilanciati verso l’esterno. Per questo motivo consiglio CALDAMENTE l’utilizzo di pedali flat!!! o comunque di non stare agganciati (anche se sinceramente l’idea di stare con le scarpette senza suola su pedalini da xc è forse meno sicura ancora).
Iniziamo ovviamente a curvare dalla parte che ci risulta più naturale.
Il concetto che sta alla base della manovra è quella di coordinare perfettamente i movimenti in modo che la ruota anteriore non perda aderenza. Per fare questo bisognerà iniziare impostando un accenno di curva con la ruota anteriore. Quasi contemporaneamente dovremo andare a spingere con le gambe per alzare il posteriore (e quindi caricare l’anteriore, le spalle rimangono quasi ferme e le braccia leggermente flesse). Solo quando la ruota anteriore starà ricevendo una pressione adeguata e la ruota posteriore sarà sollevata (o comunque completamente scarica) potremo utilizzare il freno.
Mi raccomando, non girate il manubrio di 90 gradi e poi pinzate secchi perchè il risultato sarà solo quello di far chiudere lo sterzo e di rischiare di cadere. Come già detto andate per gradi.
Ora sapete perchè nella scorsa settimana mi sono soffermato a lungo sull’utilizzo delle gambe. In fase di curva è fondamentale utilizzarle al meglio e riuscire a dosare in modo ottimale la spinta in base alla velocità (+ velocità – spinta, ci sarà infatti il freno e l’inerzia in un secondo momento ad aiutarci).
Mi raccomando lo sguardo, avanti come al solito. Siamo a bassissima velocità quindi non dovremo necessariamente tenere la testa “alta”, ma dovremo comunque guardare almeno un buon metro/metro e mezzo oltre la nostra ruota anteriore. Come al solito stabilizza e imposta già le spalle nella direzione in cui vorremo curvare, aiutandoci moltissimo nella rotazione.
Prima di continuare col movimento vediamo cosa avviene se sbagliamo la sequenza di movimenti. Per essere il più schematico possibile dividiamo il movimento in tre fasi appena descritte nell’ordine corretto. Impostazione di curva, spinta con le gambe, frenata.
Inoltre metterò dei casi concreti in modo tale che nel momento in cui sentiste una delle sensazioni descritte, saprete già il vostro errore e in che direzione correggervi.
Caso 1.
Spinta con le gambe, impostazione di curva, frenata.
Se invertiamo i primi due movimenti noteremo una instabilità dell’avantreno. Avremo infatti grip (dato dalla spinta delle gambe) ma andremo ad impostare la curva quando già saremo in equilibrio sull’anteriore, andando perciò a generare dei momenti che cercheranno di farci cadere lateralmente e che dovremo contrastare con il nostro corpo (e le spalle-braccia-manubrio in particolare visto che in quel momento saranno i punti a diretto contatto col terreno). Proprio questa dinamica ci darà la sensazione che il nostro manubrio “tremi” e che sia instabile nonostante noteremo che la ruota anteriore ha grip.
Rimane comunque il caso di “errore” migliore perchè se siamo abbastanza esperti nel gestire la fase sulla ruota anteriore riusciremo comunque a concludere con successo la manovra.
(spiegazione valida anche per la sequenza frenata, spinta con le gambe, impostazione di curva)
Caso 2
Frenata, impostazione di curva, NO spinta con le gambe.
In questa situazione il carico sull’anteriore viene indotto dalla frenata. Non spingendo con le gambe però non andrete a caricare al meglio l’anteriore che quindi soffrirà di una certa carenza di grip, carenza accentuata dalla frenata (che ricordiamo innesca delle forze che tendono a far strusciare il copertone sul suolo). In questo caso se vi va bene sentirete la ruota anteriore che perde aderenza. Se vi va male sentirete lo sterzo chiudersi e rischierete di cappottare in avanti.
(valido anche per impostazione, frenata, No spinta di gambe…. in pratica se non spingete con le gambe non potete fare questa manovra!)
Adesso andiamo a vedere cosa avviene mentre la nostra ruota posteriore è in aria e si sta muovendo di lato, cioè mentre stiamo ruotando.
Questa è la fase più delicata e in cui di solito si compiono gli errori dettati dalla paura. Ovviamente è una sensazione strana, siamo in bilico sull’anteriore e il nostro posteriore sta avanzando cercando di superarci, sia esso a destra o a sinistra. Qui la regola più importante è quella di mantenere braccia e spalle in posizione. Girare il manubrio, inclinare la bici, guardare altrove se non oltre la nostra ruota anteriore in direzione dell’uscita di curva. Tutte queste cose fanno sì che le nostre spalle si muovano (così come il nostro bacino se cerchiamo di contrastare la rotazione per paura) in direzione opposta alla rotazione, bloccando la stessa.
Mentre quindi le spalle saranno impegnate a darci la direzione giusta, le gambe dovranno semplicemente piegarsi per dare più tempo possibile al posteriore di girare. Inoltre in questo modo si verticalizza la bici, diminuendo il momento di inerzia, e riuscendo a girare su noi stessi molto più velocemente.
Voglio farvi notare che sono la testa e le spalle a dare la rotazione e la direzione. Allo stesso modo sono loro a fermarla una volta trovare la direzione giusta. Non cercate di stendere le gambe o “uscire” dall’asse della bici col sedere per velocizzare/rallentare la rotazione. Non avreste successo e vi sbilancereste solamente.
Anche questa volta è il nostro sguardo a dirci quando finire la rotazione (cioè in direzione dell’uscita di curva). Fintanto che il nostro sguardo non sarà in asse con il nostro corpo ruoteremo. Quando, raggiunta la posizione desiderata, il nostro sguardo si troverà ad essere in linea con il tronco, allora vedremo che la rotazione cesserà in automatico.
Infine per quanto riguarda l’atterraggio, o meglio la ricaduta della ruota posteriore, c’è ben poco da dire. Molliamo il freno, stendiamo le gambe e cerchiamo di rimanere più centrali possibili per ritrovare immediatamente la nostra posizione “base” e ripartire in pieno controllo del mezzo.
Ingrediente segreto. Piede principale.
Come ho già detto in varie puntate ciascuno ha un piede predominante e un senso di rotazione preferito (di solito opposto al piede predominante). Mi raccomando di non cambiare mai la posizione dei piedi. Non sta ne’ in cielo ne’ in terra di cambiare piede anteriore per girare da una parte o dall’altra. Il piede anteriore rimarrà sempre il medesimo e se vorrete padroneggiare anche il nose press in senso opposto a quello che vi viene più naturale non c’è altro modo che provare provare provare. Non ci sono scorciatoie.
ps. le sequenze complete le trovate come sempre nel fotoalbum di RCM.
Ola
Jack
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