Alla Sea Otter Classic c’era tutto il team al completo, da Tyler McCaul a Hans Rey, ma anche la nuovissima arma per enduro del marchio alato.
Il progetto, come ci è stato spiegato all’interno del loro camion, è durato circa due anni e si è basato soprattutto sugli input di Dan Atherton. La scorsa stagione, infatti, ha visto il campione britannico usare il nuovo prototipo ed il fenomeno belga, Martin Maes, soprattutto sulla Force da 150mm. Martin però, una volta preso contatto con la nuova Sanction non è più voluto tornare indietro ed i progettisti ci hanno confermato che si è trovato subito a suo agio con la nuova piattaforma.
Il primo prototipo, o come è definito in gergo il “muletto”, è questo che vedete in bianco nelle foto dove sul tubo (non potevamo fotografarlo dall’alto) sono visibili gli “appunti” per le variazioni delle geometrie. La nuova bici riprende un po’ gli schemi della Fury, a nostro parere davvero bella esteticamente, e con un’escursione di ben 165mm con ruote da 27.5 rende bene l’idea di cosa puo’ fare la Sanction. Esattamente come il modello da DH, abbiamo un interasse lungo, con il centro delle masse spostato verso l’anteriore, che connesso ad uno stem da 30mm fornisce una grande stabilità alle alte velocità.
I progettisti ci hanno detto che per loro era fondamentale avere una bici dedicata soprattutto alla discesa, un mezzo pensato per le esigenze delle gare di enduro, ma che allo stesso tempo poteva essere facile da pedalare. Il telaio della Sanction, in alluminio, rimane estremamente leggero, il peso dichiarato è di soli 2.67Kg, con il reparto sospensioni tutto dedicato a Fox dove troviamo la nuovissima 36 RC2 da ben 160mm ed al posteriore il Float X.
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