Nuove ruote Ibis con prime impressioni di riding

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Ibis si lancia nel mercato delle ruote e lo fa a modo suo, con tre modelli in carbonio. Abbiamo avuto la fortuna di poterle provare in quel di Moab, montate su una Ibis Ripley di cui leggerete il test a breve. Non male, se considerate che siamo stati il primo media al mondo a vedere e testare il nuovo prodotto della casa californiana!



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Scot Nicols, il fondatore e proprietario di Ibis, ci ha spiegato la filosofia che sta dietro alle nuove ruote: i cerchi larghi vanno meglio. Niente di nuovo, anche noi siamo convinti che i vantaggi siano evidenti. Primo fra tutti la maggiore stabilità della gomma, che non spancia. Secondo, la possibilità di usare pressioni più basse di un cerchio normale, proprio perché la gomma viene supportata meglio. Pressioni più basse significano miglior impronta a terra, dunque più trazione, ed una minor resistenza al rotolamento su terreni accidentati. Qui trovate un articolo specifico su questo tema.

Questa idea viene unita alla leggerezza e robustezza del carbonio. Se i pesi che vedrete qui sotto non vi faranno urlare al record, dovete pensare che, a parità di peso, un cerchio in carbonio è più robusto e rigido di uno un alluminio. Non solo, Ibis ha pensato di cambiare le pareti del cerchio: non sono la classica “J” rovesciata, ma hanno una forma rettangolare per resistere meglio agli urti. Secondo Ibis, che ha fatto una comparativa con prodotti concorrenti, i nuovi cerchi sono del 50 – 300% più resistenti proprio per questo accorgimento.

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I cerchi hanno 32 buchi rinforzati, per resistere ad eventuali rotture dei raggi. Questi sono classici raggi in acciaio acquistabili in qualsiasi negozio di bici. I nipples sono in alluminio 7075 e sono esterni al cerchio, così se si devono fare dei lavori con i raggi non bisogna togliere la gomma, il lattice e il nastro.

La larghezza dei 741 e 941 ha delle conseguenze sulla forma della gomma: questa si allarga di circa 3-5mm nella parte più larga della carcassa e la forma del battistrada sarà più squadrata. Per questo motivo Ibis consiglia di scegliere delle gomme che ben si adattano a dei cerchi larghi, tipicamente quelle più rotonde sul battistrada.

I mozzi sono anch’essi di casa Ibis, disponibili per perni da 9mm QR o 15mm per l’anteriore e 9mm QR o perno 12mm per il posteriore, con corpetti Shimano o SRAM XD.

Prezzi: 1.499 Euro.
Disponibilità: immediata, tranne per le 941, da maggio

741

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Larghezza: 41mm esterna, 35mm interna.
Diametro: 27.5″
Peso:  1669g la coppia, 777g anteriore, 892g posteriore, solo cerchio 475g.

928

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Larghezza: 28mm esterna, 22mm interna
Diametro: 29″
Peso: 1545g, la coppia, 721g anteriore, 824g posteriore. solo cerchio: 390g.

941

Larghezza: 41mm esterna, 35mm interna.
Diametro: 29″
Peso: 1745g la coppia, 821g anteriore, 924g posteriore, solo cerchio 490g.
Queste ruote saranno disponibili non prima di maggio.

Prime impressioni di riding

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Le ruote che abbiamo provato a Moab sono le 928, e sono state montate su una Ibis Ripley, una trail bike 29″ con 120mm di escursione anteriore e posteriore. Se c’è un formato su cui si sente la differenza fra un paio di ruote in alluminio e uno in carbonio, questo é il 29 pollici. Prima di usare le 928, abbiamo trascorso una giornata piena con un’altra Ripley montata con delle Notubes ZTR Archex, che potete vedere nella foto qui sotto.

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La differenza di comportamento è netta, le 928 risultano più precise nella guida e più rigide quando si entra in curva. Non sono così rigide da rendere la bici inguidabile, ma ci sono sembrate nel giusto mezzo. Le 928 hanno un canale interno di 22mm, quindi il discorso della larghezza del cerchio fatto qui sopra non ha molta rilevanza, visto che sono i modelli 941 e 741 con il loro canale interno da 35mm ad essere interessanti sotto questo punto di vista.

Il terreno roccioso di Moab, unito a dei giri piuttosto massacranti per rider e bici, ha messo a dura prova i cerchi, con alcuni impatti veramente violenti, vuoi anche per la pressione delle gomme tenuta piuttosto bassa, per il tipo di trails: eravamo intorno agli 1.8 bar al posteriore e 1.7 all’anteriore. Malgrado alcuni “fine corsa”, in cui si è evitata la pizzicatura grazie alla latticizzazione delle gomme, i cerchi hanno tenuto bene.

Le grafiche sono molto sobrie, come potete vedere dalle foto. Abbiamo chiesto a Scot Nicols il motivo, e ci è stato risposto:

We tend to keep things understated, rather than “in your face”.  On the other hand, we will definitely be offering a different graphic treatment on the rims as an option.

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Questo non vuole essere un test, ma solo un primo assaggio. La prova di durata non tarderà ad arrivare!

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