Nuove ruote Sram: Roam 40 e 30 con prova sul campo

Sono pochi anni che Sram si è lanciata sul mercato delle ruote, con una gamma sempre più ampia. Qui a Terlago, Sram ha presentato due nuove ruote, che vanno ad integrare i prodotti della famiglia Roam.

Il concetto che sta dietro alle ruote Sram si può riassumere in una parola: bilanciamento. Abbiamo avuto modo di parlare a lungo con gli ingegneri del reparto ruote i quali ci hanno spiegato che il loro punto chiave è trovare il giusto bilanciamento tra peso, rigidità e durabilità. Il loro obiettivo non è realizzare le ruote più leggere sul mercato, ma creare un prodotto che possa soddisfare appieno il rider di tutti i giorni.



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In fondo come dar loro torto? Per il weekend warrior non ha alcun senso puntare ad un prodotto superlight, leggero si, ma delicato e fragile. Ha senso per risparmiare qualche grammo dover sistemare le ruote ad ogni uscita o ritrovarsi con cerchi storti e bozzati già dopo pochi mesi di utilizzo?

Le nuove Roam 30 e 40

È proprio con questa filosofia che sono state progettate le nuove  Roam 30 e 40, le nuove ruote di fascia media della famiglia Roam, pensate proprio per il rider comune che ricerca un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Riprendendo le tecnologie e le caratteristiche costruttive delle sorelle maggiori Roam 50, le nuove ruote riescono ad offrire, ad un prezzo tutto sommato ragionevole, un prodotto dalle ottime caratteristiche.

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La destinazione d’uso è il trail riding e l’AM, quello che insomma facciamo tutte le domeniche con gli amici. Si tratta quindi di ruote polivalenti, adatte un po’ a tutti gli usi. Non sono comunque ruote da enduro e per usi gravity. I pesi sono comunque molto interessanti, così come le caratteristiche tecniche. Vediamole nel dettaglio.

Cerchio

Il profilo del cerchio delle Roam 30, 40 e 50 è lo stesso, come possiamo vedere da questa foto.

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Il canale interno è di 21mm, sufficiente per alloggiare comodamente quasi tutte le gomme da AM ed enduro più comunemente usate.

Come detto il profilo è identico ed adotta la stessa forma asimmetrica delle Roam 60 e 50, per garantire la giusta tensione da entrambi i lati della ruota. Come le sorelle maggiori, anche le Roam 30 e 40 adottano la tecnologia Tapercore: la parete del cerchio si assottiglia sui lati, dove non serve particolare resistenza. Questo consente di risparmiare peso e materiale.

Sebbene il cerchio sia identico e provenga dalla stessa estrusione, la differenza tra i due modelli di ruote è che le Roam 30 hanno il cerchio giuntato, le 40 saldato.

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Come si vede in questa foto, nei cerchi giuntati viene inserito un innesto che permette di mantenere unite le due estremità in maniera meccanica, dall’interno. Nei cerchi saldati invece le due estremità diventano un pezzo unico e trasmettono sforzi e sollecitazioni in maniera migliore.

Per questa differente tecnologia costruttiva, le ruote Roam 40 nascono UST native, proprio perché grazie alla saldatura riescono a mantenere l’aria all’interno del copertone anche senza liquido sigillante. Le Roam 30 sono invece Tubeless ready perché serve il liquido sigillante a tappare i fori della giunzione. Entrambe hanno comunque il profilo UST.

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Le Roam 40 vengono vendute con preinstallato il nastro tubeless, che essendo applicato da una macchina studiata apposta, risulta praticamente permanente. L’unico motivo per cui può essere necessario cambiare il nastro è se si deve sostituire un nipple. Le Roam 30 vengono fornite senza nastro installato, disponibile comunque come accessorio.

Raggi e nipple

Sia le Roam 30 che le 40 adottano il design Solo Spoke, che significa che la misura dei raggi è uguale per tutto il set di ruote. Un indubbio vantaggio sia per i meccanici che per i riders.

Sulle ruote Sram tutto il sistema è dimensionato in modo tale che, in caso di problemi, sia il raggio a rompersi, non il mozzo o il cerchio. Questa è una caratteristica estremamente importante, visto che vediamo sempre più cerchi che si rompono a causa della trazione del raggio. Alla fine cambiare un raggio costa poco ed è un’operazione semplice, cambiare un cerchio è molto più costoso e laborioso.

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Su entrambe le ruote i raggi sono a testa dritta e piatti, quest’ultima caratteristica è voluta per facilitare le operazioni di montaggio e manutenzione, oltre che per dare un aspetto più accattivante alle ruote.

Sulle Roam 30 i raggi sono a sezione costante da 2.0, sulle 40 i raggi sono a doppio spessore.  Una piccola curiosità: nella zona di innesto sul mozzo, nei pressi della testa per incrementare la resistenza, il raggio si inspessisce, riducendo quindi il rischio di eventuali rotture.

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I nipple sono in alluminio per le Roam 40, in ottone sulle 30. Il nipple tra l’altro presenta una filettatura conica, realizzata in modo da mantenere con maggiore efficienza la tensione del raggio, evitando che si allenti.

Mozzo

Per contenere i costi, sulle Roam 40 e 30 Sram ha deciso di abbandonare il mozzo DT 240 delle Roam 50 e 60 e di realizzare un mozzo ad hoc su proprie specifiche, utilizzando tra l’altro lo stesso sistema di ruota libera delle Rise XX. La progettazione ha richiesto molto lavoro, ma gli ingegneri sono molto soddisfatti del risultato.

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La prima caratteristica di questi mozzi è la loro convertibilità: oggi sono tantissimi gli standard di forcelle e telaio, quindi le ruote devono essere facilmente convertibili. Sulle Roam 30 e 40 è quindi possibile sostituire gli adattatori con estrema facilità e senza nessun attrezzo, convertendo le ruote nei principali standard disponibili (dietro quick release, perno passante da 10 e da da 12, battuta 135 o 142; davanti quick release, quick release oversize o perno passante da 15mm). Tra l’altro le boccole sono simmetriche, quindi non c’è rischio di sbagliare. Inoltre, comprando le ruote aftermarket, vengono forniti i principali adattatori.

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Un grosso lavoro è stato fatto per i cuscinetti, dove il team di ingegneri ha lavorato in collaborazione con i fornitori realizzando degli alloggiamenti estremamente precisi, così da non richiedere alcun sistema di precarico o regolazione. I cuscinetti adottano due diverse schermature: una a contatto diretto, per l’esterno, ed una senza contatto diretto per l’interno. In questo modo la guarnizione esterna assicura la miglior protezione dallo sporco, quella interna assicura una sufficiente protezione senza sacrificare troppo la scorrevolezza.

Il corpo ruota libera è diverso tra le Roam 30 e le 40. Le Roam 30 sfruttano due dentini che creano 26 punti di aggancio, le 40 adottano 4 dentini, leggermente sfalsati tra loro.

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Lavorando in maniera alternata come in foto, si ottengono quindi 52 punti di aggancio, con un angolo di rotazione a vuoto di soli 6,9°.

L’asse del mozzo è stato poi realizzato estremamente robusto: invece dei soliti 15mm che usano molti produttori, Sram ha realizzato un asse da 17mm, conico nella parte centrale per risparmiare peso.

Prova sul campo

Oggi è mercoledì e diluvia. Ieri ci è andata bene, il meteo ci ha concesso una tregua, ma oggi la fortuna non è dalla nostra parte.

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Piove a catinelle, ci sono 9 gradi, ma non ci facciamo intimorire: carichiamo le bici sullo shuttle e, attrezzati di giacche e pantaloni impermeabili andiamo a fare un po’ di drifiting sui viscidi sentieri trentini. Per mettere alla prova le ruote, le nostre guide Luca e Luigi hanno infatti pensato di portarci sulle pendici del Monte Bondone con il furgone, per poi scendere, con qualche piccola risalita intermedia, direttamente su Terlago. Niente pedalato oggi, per fortuna: pedalare in queste condizioni non è il massimo della vita.

Con la pioggia battente e 5° di temperatura in cima, la discesa sarà interessante. Qui è molto roccioso, non c’è troppo fango, ma la roccia è particolare: diventa viscida come sapone quando è bagnata.

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Partiamo in leggera salita, per riscaldarci, poi ci immettiamo su di un sentiero a mezzacosta ricco di saliscendi rocciosi, gradoni da scavalcare e sezioni lastricate di lame di roccia su cui galleggiare, magari in mezzo a radici anch’esse scivolose. La pioggia non è un grosso problema qui nel bosco, rimaniamo incantati dalla stupenda pineta: se solo ci fosse stato il sole!

Un sentiero di questo tipo è molto adatto a capire il comportamento delle ruote, soprattutto la loro rigidità. Quando guidi in mezzo a rocce viscide come sapone, una ruota rigida e precisa può fare la differenza, ti fa sentire meglio il terreno e riesci a capire immediatamente quando la bici comincia a scappare via.

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Sulla mia Trek sono montate le Roam 30, gommate con una coppia di Hans Dampf da 2.35. La rigidità in questa parte mi è sembrata ottima, le ruote rispondevano molto bene sia alla pedalata che alle sollecitazioni imposte dal terreno. Niente a che vedere con le Roam 60 in carbonio cho uso sulla bici da gara sicuramente, ma comunque anche le 30 sono piuttosto rigide.

Proseguiamo la discesa, ora il sentiero diventa una ripida mulattiera tappezzata di pietre viscide e radici. Non è facile, bisogna lasciar correre la bici fino a che non si trova un po’ di terra per frenare. Guai a toccare i freni sulla roccia!

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Davanti a me c’è Duncan Riffle che mi apre la strada. Anche lui scende deciso, l’unica qui è mollare i freni e lasciar correre. Lasci correre è vero, ma sei comunque sulla roccia. La pietra è dura, ed in queste condizioni non badi più di tanto a cosa passa sotto le ruote: tieni la traiettoria migliore, ma se c’è una lama di roccia ci vai contro senza farti troppi problemi.

Nonostante alcune belle botte, alcuni atterraggi non proprio ortodossi su lame di roccia e pietre smosse, le ruote si sono comunque comportate bene. Perfettamente dritte fino alla fine, nessun problema di stallonamento o di altro genere. Le ho volutamente volute maltrattare, ma hanno tenuto alla perfezione.

Che dire insomma? Chiaramente la prova che abbiamo fatto oggi è stata sicuramente limitata (servirebbe metterle alla frusta per un po’ su alcuni scassati sentieri alpini per capire se sono anche resistenti e durature), ma la prima impressione è stata senza dubbio positiva. Se poi confrontiamo anche il prezzo ed il peso, possiamo capire che ci troviamo di fronte ad un prodotto sicuramente interessante, che farà gola a tutti quelli che vogliono un buon set di ruote senza però svenarsi.

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Le Roam 30 si rivelano un set di ruote dalle interessanti caratteristiche. Ad un prezzo tutto sommato contenuto, si riesce ad avere una coppia di ruote leggere, rigide, scorrevoli e ben realizzate. Avranno sicuramente un grosso successo nella loro fascia di prezzo.

PREZZO:

Prezzi uguali per le versioni 26″, 27,5″ e 29″

Roam 40:

  • Anteriore: 286€
  • Posteriore: 332€
  • Coppia: 618€

Roam 30:

  • Anteriore: 204€
  • Posteriore: 237€
  • Coppia: 441€

 

Caratteristiche

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Storia precedente

[Bike Festival 2014] DT Swiss: ruote Spline 2 e sospensioni migliorate

Storia successiva

Sram X1: 11 velocità per tutti con prova sul campo

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