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Quando si parla di Garda, si pensa al grande specchio d’acqua dal colore blù cobalto ma non solo; è anche un ampio parco montano ricco di sentieri, mulattiere, salite e discese, che sono una vera e propria mecca per la nostra Mountain Bike. Noi, fortunati bikers che abitiamo nei dintorni, ci stupiamo di come ogni anno si scoprano nuovi sentieri percorribili in bici, a volte dovendo portare per alcuni tratti la bici “a spinta” o “a spalla” o che potrebbero diventare godibilissimi per la pratica del nostro sport, solo con un minimo di manutenzione e di buona volontà.
La zona del parco alto Garda, è raggiunta da innumerevoli turisti d’oltralpe che, armati di GPS e carte geografiche, si buttano alla ricerca di nuovi sentieri. Loro, i Crucchi (appellativo spesso poco rispettoso con il quale noi italianibravagente, indichiamo i Tedeschi, gli Austriaci e talvolta pure gli Olandesi), non si preoccupano della possibilità di dover compiere anche lunghi e snervanti tratti con la bici in groppa e spesso ci azzeccano. Scoprono che alcuni sentieri sono percorribili in bici e come navigati esploratori nell’era digitale, pubblicano tracce per i nostri GPS. Un esempio: una delle carte più usate nei nostri GPS è gratuita, facilmente reperibile in rete e si chiama “Garda-Lessinia”, ma per tutti è “la cartina del tedesco”. Oppure vogliamo parlare delle Kompass? Per la zona del garda restano le migliori e non le fanno certo a Lumezzane… Ecco perché fino a qualche anno fa, scoprivo l’esistenza di alcuni bellissimi percorsi fuori casa, scaricando le tracce GPS da siti cicloturistici tedeschi ed austriaci.
E’ ormai da qualche hanno che la MTB ha avuto un incredibile successo ed un altrettanto rapida evoluzione tecnica. Ora grazie alle full sospended dalle lunghe escursioni ma dal peso contenuto, freni a disco, gommature miracolose ecc. ecc, molti percorsi che prima erano impercorribili ai più, sono diventati fattibili e apprezzabili da una foltissima tribù di bikers.
Ad oggi, resta ancora qualcosa di nuovo da scoprire sul Garda? Qualche nuovo sentiero che nessuno (local o esploratore d’oltralpe che se ne dica) avesse in qualche modo segnalato come percorribile in MTB? Credevo di no, ma ho dovuto ricredermi, perché anche in questo 2011, ho avuto modo di percorrere, apprezzare, scoprire, nuovi e strepitosi percorsi sul Garda.
[B]Il PIZZOCOLO (dosso del barbio ed il 31.12)[/B]
Resta a mio parere una delle più belle ed affascinanti terrazze sul lago di Garda. Solo i ragazzi che ci abitano ai piedi come compagigi e chikko possono portarti su questi sentieri. Sono sentieri che non troverete su nessuna cartina, nemmeno sulle kompass. Uno, il 31.12 è stato riportato in vita grazie alla loro buona volontà, un ultimo dell’anno( da qui il nome 31.12).
Un paio di domeniche fa, siamo saliti sul Pizzocolo in compagnia di Marzia (moderatur su questo forum), Federico (dalla Valtellina con furore) ed una nutrita delegazione di nostrani BdB (i Bikers di Brescia) che non si fanno certo sfuggire una ghiotta occasione come questa: lo spiedo a fine giro.
Si decide di salire per il sentiero n8 da San Michele. E’ ormai un’autostrada con lunghissimi tratti (inutilmente) cementati. Come in una dimensione surreale troviamo spesso sul ciglio “dell’autostrada” un cacciatore in contemplazione… Si noti che poco più in alto, al passo spino, c’è un importante osservatorio ornitologico (da qui la dimensione surreale…). Dopo il passo spino si continua sul bellissimo sentiero CAI n5 che offre meravigliosi panorami sul grande lago e che solo nell’ultimo tratto di salita verso la vetta, ci obbliga a scendere dalla bici. Giunti in vetta, nelle giornate terse lo spettacolo è di quelli che tolgono il fiato. Si riscende per la parte percorsa precedentemente a piedi ma questa volta in sella e poco dopo “la casa matta”, si imbocca a sinistra il primo di questi nuovi sentieri. Richiede un minimo di capacità tecnica.
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Uno zig zag ben marcato su un ampio prato con vista aerea su Toscolano. Sembra un punto di decollo per deltaplani ed anche scendendo in bici, se si alza lo sguardo verso il lago sottostante, sembra di spiccare il volo. E’ bellissimo.
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Si raggiunge una casetta dove sembra di perdere il sentiero, che invece prosegue ben evidente ma non segnalato ad ovest della casa. Un veloce tratto di sterrato ci porta velocemente prima a S.Urbano, poi al Passo Buellino.
Da qui, solo il GPS ed un buon intuito ci possono condurre all’imbocco del 31.12 perché non esiste lo straccio di un segno.
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E’ un sentiero che se fatto con l’asciutto e notevoli abilità tecniche, può essere percorso tutto in sella.
Scende fino a S.Michele (località spiedo) cavalcando la cresta del monte.
Come dicevo prima, è solo grazie all’impegno di alcuni locals se esiste questo sentiero e mi piace il modo con il quale è stato riportato in vita. Molto rispetto per l’ambiente senza alcun utilizzo di passaggini o drop artificiali. Se hai una verve particolare lo fai in bici così com’è, altrimenti ti fai qualche pezzo a piedi. Pazienza…
[B]MALGA TREMALZO DI MOLINA[/B]
Questa malga invece è segnata su tutte le mappe. Ma come si raggiunge? E’ possibile arrivarci in bici?
Ho contattato i più autorevoli conoscitori dei sentieri dell’alto garda tra i quali HappyIppoe FabryLorenz. Sono trentini di Riva e grandi appassionati come me di cartografia e GPS, con il vizio di registrare accuratamente ogni loro uscita. Le uniche informazioni che sono uscite sono solo supposizioni, frutto di ricerche sul web e studi attenti delle più svariate carte geografiche, ma nessuna testimonianza diretta. Resta una sola soluzione: andarci.
Quante volte salendo al Tremalzo, giunti al passo pra della rosa ci siamo chiesti: ma dove va questo sentiero? A malga cita. Si ma quello che invece va a sinistra?…
Ecco allora composto un bel gruppetto di Bikers e si va a percorrere il 457 tutto.
La salita è quella della classica rampiledro, ma giunti al passo pra della rosa a quota 1440m, si abbandona la mitica strada militare che porterebbe al tremalzo, per imboccare il sentiero con indicazioni per malga cita e malga tremalzo di molina. Fino al bivio è una bella discesa anche se un po’ incazzata e scassata, poi si inizia a risalire in direzione “malga tremalzo di molina – la pertica” e da qui la storia si fa dura.
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Seguono un paio d’ore a spinta, in alcuni tratti carichiamo le bici a spalla, sempre con davanti l’imponente parete del tuflungo che mette anche un certo timore. Giunti a 1500m la salita si fa molto più dolce, alcuni tratti sono in discesa e salita blanda che incoraggiano a rimanere in sella.
Sullo schermo di alcuni GPS comincia a comparire la malga tremalzo di molina ed in breve eccoci arrivati.
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E’ incredibile. Davanti a noi ad accoglierci c’è un branco di camosci. Non ne avevo mai visto uno da vicino, figuratevi l’emozione a vederne una ventina. Uno si ferma poco distante a noi e ci osserva incuriosito. Sicuramente starà pensando: “ma cosa ci fanno tutti sto umani con quelle strane cose sotto il culo? Mai visto uno in vita mia, figuriamoci così tanti in un colpo solo!”
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L’ambiente splendido (e la stanchezza) ci obbliga ad una sosta mentre l’ingenier Favier ne approfitta per scattare una foto panoramica a 360°.
Ancora un ultimo ma breve tratto con la bici a spalla ci porta poco dietro la malga, nel punto più alto del giro: bochèt dei Albi.
Questo punto (è da verificare) potrebbe essere facilmente raggiunto dalla bocca di Val Marza, in prossimità del passo tremalzo . Ne uscirebbe così una lunghissima discesa strepitosa, tutta su sentiero, dal tremalzo al lago di ledro, passando per malga cita. Insomma un vero pezzo da novanta per il 2012 sul garda e dintorni.
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Noi siamo scesi per la val Bella (in tutti i sensi) per un facile e suggestivo sentiero fino a raggiungere malga Giù. Da qui a chiudere il giro è cosa ormai nota.
[B]LA CIMA D’ORO[/B]
Grazie ad una bellissima intuizione di compagigi, abbiamo potuto raggiungere in bici questa spettacolare cima dalla quale, nelle giornate limpide, sono visibili ben 5 laghi contemporaneamente:
Il garda, il lago di ledro, il lago di Tenno, Cavedine e Toblino.
La salita è un classico: bocca di Trat, rifugio pernici (con incredibile minestrina in brodo alle 10 AM) bocca saval. Poi normalmente si prosegue per il sentiero 454, mentre noi optiamo come previsto per il 413, cercando di raggiungere la nostra eldorado: la cima d’oro.
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Non immaginiamo lontanamente come proseguire, però sappiamo che almeno là, vogliamo arrivare. Ci arriviamo ed è uno spettacolo stupendo.
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Ne è già valsa la pena, se troviamo anche come scendere, senza ripercorrere la strada fatta all’andata, ne esce un giro del dieci. Inizialmente scendiamo in direzione del lago di ledro sull’unico evidente sentiero, che ci fa perdere quota sul crinale della montagna, fino a raggiungere una grossa croce a picco sul lago. La più bella vista che ci possa essere sul lago di ledro.
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Poi per un breve tratto andiamo a fiuto e per raggiungere un altro bel sentiero, sarà necessario superare un ripidone prativo.
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La fortuna è dalla nostra parte perché a breve entriamo nel bosco, troviamo il sentiero e a parte qualche albero caduto, non ci sono più difficoltà fino a raggiungere Molina di ledro dove il bagno finale è d’obbligo.
In conclusione, anche in questo 2011 e in modo del tutto imprevedibile, il parco alto garda e le zone limitrofe, ci hanno regalato nuovi itinerari percorribili in bici, nuovi sentieri e splendide emozioni.
Ieri in prossimità del passo Bestana abbiamo notato un cartello CAI assolutamente nuovo. Sentiero 103. Nessuno di noi l’aveva mai notato prima. Nemmeno happyippo che è un vero e proprio guru del posto. E’ certo: questo cartello è appena stato messo e la vernice bianco/rossa ad indicare il sentiero cai è fresca. Vuoi vedere che si fa in sella e… chissà dove porta 😉
NB: a breve le tracce di questi tre itinerari, saranno disponibili nella apposita sezione del forum. Le foto sono di federico, compagigi, happyippo, demon.box e gfavier
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