Durante la presentazione della gamma 2014 a Gstaad, Scott ci ha mostrato il suo nuovo casco da Enduro, lo Stego. Durante questo ultimo mese abbiamo potuto metterlo alla prova.
Lo Stego è stato studiato per proteggere la testa meglio di un normale caschetto da XC, viste le velocità che si raggiungono con le nuove bici da enduro. Rispetto ad un casco da XC, lo Stego scende più in basso sulla nuca, sulla fronte e sui lati della testa.
Salta subito all’occhio come gli angoli del casco siano smussati, dandogli, visto da dietro, una forma quasi quadrata. La parte in alto è piuttosto piatta, per permettere di attaccarci le helmet cam. Non c’è un attacco proprietario per due motivi: per non dover progettare una parte alta del casco più spessa (per poterci così inserire l’attacco) e per non obbligare ad usare una marca predefinita di helmet cam. Tutto il casco è coperto da uno strato di plastica, per evitare gli antiestetici bozzi che si vengono altrimenti a creare in fretta sulle parti in polestirolo esposte, tipo quella antistante alla fronte.
La ventilazione è assicurata da 3 larghe aperture frontali e da diversi buchi nel retro del casco. Ben pensate sono le due aperture sulla fronte, sotto la visiera.
Molto interessante è l’inserto MIPS (Multi-Directional Impact Protection System), pensato per proteggere la testa quando si cade con un angolo diverso dai 90° , cioè quasi sempre, se si tratta di cadute dalla bici. In questo caso, infatti, il casco ruota e provoca un trauma cranico dovuto alla “violenza rotazionale”. L’inserto MIPS ruota insieme alla testa per i primi 10-20mm, isolando il cranio dall’impatto rotazionale per quei millisecondi necessari ad evitare danni cerebrali. In pratica, il MIPS è uno strato in più nel casco, e precisamente quello giallo che vedete qui in foto:
È estraibile facilmente grazie a questi due attacchi:
Taglie: S, M, L
Colori: verde e nero (non arancione come quello in test, perché è un’edizione limitata per il lancio della nuova Scott Genius LT).
Compatibile con i goggles. Visiera staccabile.
Peso: 340 grammi (taglia M)
Certificazione: CE, EN 1078, CPSC
Prezzo: 169 Euro
In prova
Lo Stego in prova è in taglia L (59-61cm) e calza molto bene. Chiusa la rondella posteriore il casco è inamovibile, pur non premendo su nessun punto della testa in particolare. La parti laterali scendono fino alla tempia, ma lasciano lo spazio necessario per poter usare gli occhiali che si vogliono, compresi gli Oakly Radar Lock che non andavano bene sul TLD A1.
Non avendo a disposizione macchinari per testare il casco in laboratorio, e fidandoci delle certificazioni ricevute (CE, EN 1078, CPSC), abbiamo provato il casco focalizzandoci sulla sua comodità, ventilazione e posizione in testa. Non ci sono state cadute o impatti che ci abbiano fatto valutare la sua effettiva resistenza in un incidente.
Per quanto riguarda la ventilazione, come tutti i nuovi caschi da enduro, anche lo Stego cerca un compromesso fra protezione e flusso d’aria. Limitando i punti di aerazione, questo casco è più caldo di uno da XC, lo si nota presto quando si pedala in salita o si scende lentamente su tratti trialistici: il sudore tende ad accumularsi nella parte frontale, le prime gocce non tarderanno a cadere, malgrado i due punti di aerazione posti sotto la visiera.
L’inserto MIPS non si nota, quando si indossa il casco. Quello che si nota è invece la perfetta chiusura regolata dalla rotellina posteriore. Questo è uno dei pochi caschi provati che, anche se si stringe molto forte, non dà fastidio, ma che soprattutto non si muove per niente sulla testa. Il senso di protezione è veramente alto anche se, non dimentichiamolo, non ha una mentoniera e quindi lascia scoperto il viso.
La visiera è staccabile, se uno usa la mascherina, ma non è regolabile. Di per sè la cosa non dà fastidio, perché la visiera è piuttosto alta e non limita il campo visivo.
Conclusioni
Un casco ben pensato e con un sistema di protezione, il MIPS, che lo distingue dalla concorrenza. Aerazione limitata, in fondo anche questo casco da enduro è un compromesso fra protezione e ventilazione.