Ode ai cartelli per le mountain bike

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Visto che mi trovo da quasi un mese a Lenzerheide, dove ho praticamente spostato l’ufficio estivo, mi sono cimentato in diversi giri alpini che non conoscevo. Ho scaricato le tracce, le ho caricate sul mio Garmin Edge 530, e sono partito. Alcuni di questi itinerari sono stati messi insieme da me, cosa che risulta molto facile grazie alla cartografia svizzera, per me una delle migliori in assoluto. Con 30 Franchi all’anno ho accesso alle mappe aggiornate da telefono e computer.

Inoltre caricando le tracce sull’apposita app, quando sono in giro posso vedere esattamente dove mi trovo rispetto al percorso programmato, ed eventualmente prendere un sentiero diverso.



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Non è però di questo che volevo parlarvi, ma della cartellonistica per MTB presente in tutta la Svizzera, e di quanto sia una manna quando si gira in posti che non si conoscono. Per esempio il fantastico Pischa Trail di Davos è un percorso ufficiale, segnalato dall’inizio alla fine. Considerando che si tratta di un itinerario in gran parte su sentiero, salita compresa, e con dei tratti a spinta (qui il mio report), la cosa non è scontata.

Siamo abituati a pensare agli itinerari segnalati come a quelli per i principianti o sui lungofiume, ed è quello che capita in tante parti d’Europa. Eppure, se pensate che anche il tratto esposto sul Monte Tamaro è segnalato per le mountain bike, capite che non deve essere per forza così.

Perché vi parlo dei cartelli se ho la traccia sul GPS? Semplice: provate ad andare in discesa e a guardare il Garmin allo stesso tempo, senza fermarvi o rischiare di andare contro un albero. La velocità intrinseca della discesa rende l’operazione piuttosto complicata: o rischiate o rallentate, o addirittura vi fermate per capire dove andare. Ci sono delle app che mandano indicazioni vocali del tipo “gira a destra, gira a sinistra”, ma con il rumore che c’è in discesa, non è facile sentirle.

Avere dei cartelli facilmente leggibili, posizionati bene e presenti su tutto il percorso facilita molto la navigazione. Senza considerare che uno può programmare i giri direttamente sul sito dell’ente (turistico) senza andare a cercare informazioni su 1000 siti diversi.

Ieri, mentre mi godevo una discesa da 1700 metri di dislivello, faticosamente guadagnata con le mie gambe, mi chiedevo perché sia così difficile trovare i cartelli fuori dalla Svizzera. Pensavo al Lago di Garda, che vive di turismo sportivo, o a Finale Ligure. Nel secondo caso tentano di appiopparti una guida a pagamento, nel primo è più facile trovare un cartello di divieto che quelli per un sentiero interessante per i biker.

Eppure dove ci sono sentieri segnalati la gente va molto volentieri. Un esempio: il Monte Arsenti a Massa Marittima. Visto che, a parte uno, i trail puntano tutti verso valle, non dover abbassare la testa per guardare la traccia è una bella comodità.

Mi rendo conto che i cartelli costano, ma se si vuole puntare al turismo su due ruote, anche per ovviare alla cronica mancanza di neve di certe località di montagna, è un investimento che porta i suoi frutti. Unendoli a dei percorsi ben descritti e presenti online, il biker che cerca un posto dove andare si fa subito un’idea sull’offerta del posto.

Un altro esempio che vi abbiamo mostrato recentemente è la Lunigiana Bike Area. Cercate queste tre parole su Google e arriverete subito al loro sito, con i percorsi indicati su una mappa e, cosa ancora più importante, una cartellonistica permanente sul territorio.

Cosa ne pensate? Conoscete altre zone ben segnalate e mappate per i mountain biker?

 

Commenti

  1. Pietro.68:

    puoi anca incazzarti, ma questo non sposta di un mm la questione. le servitù hanno regole ben chiare che non sono quelle che ciascuno pensa, ma solo quelle stabilisce il C.C.
    ...bene allora ripassatele che é meglio....e la chiudo qui.
  2. [email protected]:

    Vado un po contro corrente e mi chiedo se sia proprio necessario riempire di cartelli le montagne, e non dico in particolare per la mtb, ma anche per l'escursionismo e qualsiasi altra attività.
    In questo modo si esalta solamente il gesto tecnico sportivo ma si mortifica la conoscenza dell'ambiente, del territorio, della capacità di orientamento e pianificazione degli itinerari.
    Inoltre la segnalazione di tutti gli itinerari, anche di elevata difficoltà, non porta necessariamente ad una maggiore sicurezza, anzi può indurre persone meno preparate a seguire i cartelli, senza essere coscienti delle difficoltà che si incontreranno.
    Buone pedalate a tutti.
    In Svizzera è dal 1934 che si segnalano i sentieri in modo omogeneo e strutturato su scala nazionale e (modestamente) è uno degli aspetti più apprezzati del nostro territorio, sia dai turisti, sia dai residenti.
    Cartelli ai bivi, marcatura sul terreno e tempi di percorrenza adatti ai più, significano anche sicurezza.

    Dici: "si esalta solamente il gesto tecnico sportivo ma si mortifica la conoscenza dell'ambiente, ecc." questa é una tua personale opinone (e di alcuni Strava-ccati KOMisti ;-) ) e non un assioma! Andare per sentieri non è solo sport, ma soprattutto svago.
    Infatti, è vero il contrario, poiché invoglia la gente comune a scoprire il territorio in sicurezza, magari appassionadosi.
    Non tutti sono avvezzi a mappe, orientamento e pianificazione degli itinerari e, un aiuto in questo senso, è molto gradito a molti poiché nessuno "nasce imparato".

    Just my 2 cents.
  3. marco:

    Leggi tutto...
    Mi soffermo sul seguente passaggio, che da ligure (genovese, per la precisione) e frequentatore abbastanza assiduo dei sentieri del finalese, mi toccava nel vivo:
    "Pensavo al Lago di Garda, che vive di turismo sportivo, o a Finale Ligure. Nel secondo caso tentano di appiopparti una guida a pagamento, nel primo è più facile trovare un cartello di divieto che quelli per un sentiero interessante per i biker."
    Stavo per commentare di getto (fondamentalmente per confermare il principio) quando è uscito l'articolo, ma ho lasciato perdere.
    Poi il caso ha voluto che domenica scorsa mi trovassi a girare in zona Base Nato, e ho notato addirittura che alcuni dei (pochissimi) cartelli che indicano la partenza del trail sono stati rimossi (in particolare ho notato la mancanza del cartello del "Trail del bocion" e di "Neverland", che fino a prima dell'estate erano presenti).
    Non se ne capisce il motivo, a pensare bene posso ipotizzare che sia stato fatto perchè in zona c'è un cantiere forestale, anche se poi i trail sono perfettamente percorribili.
    Fatto sta che, pur conoscendo abbastanza bene la zona, al bivio sono passato dritto e me ne sono accorto dopo un centinaio di metri...
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