Roba da cardiopalma: all’ultimo giro, dove il trio Kulahvy-Schurter e Fontana si giocava l’oro, il nostro Marco ha perso la sella e ha dovuto combattere per difendere il terzo posto da Hermida e Stander. Congratulazioni per una gara fantastica, Marco!!!!
Da Gazzetta.it: “E’ andata come me l’aspettavo – ha detto Fontana – ma ovviamente senza tenere conto del guaio alla sella. E’ successo quando ero attaccato a Schurter e Kukhavi, a un chilometro dal traguardo. Andavo un po’ più piano e un po’ più prudente perché avevo il terrore di bucare, quando ho preso una buca, una delle mille buche, da seduto e ho sentito che mi muovevo. Ero convinto di aver rotto soltanto la sella, così ho pensato che, con il sedere, l’avrei tenuta su. Invece avevo rotto anche il reggisella. E’ la prima volta che mi succede da quando vado in bicicletta. Senza sella e reggisella conservare l’equilibrio è difficilissimo, più sulle salite che nelle discese. Sono stato proprio bravo a proteggere il terzo posto”.
>>> Intervista
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Tra le ultime discipline a chiudere i Giochi Olimpici 2012, la mountain bike accenderà i riflettori sabato 11 e domenica 12 agosto sul tracciato britannico di Hadleigh Farm. Alla scoperta del percorso e dei possibili pretendenti al podio.
Situato nelle contea dell’Essex, il sito di Hadleigh Farm è di proprietà dell’Esercito della Salvezza (Salvation Army). Ha una estensione di oltre 280 ettari, con dolci pendii prativi e macchie boschive di pertinenza del parco “Hadleigh Castle Country Park”, nel quale si trovano anche le rovine dell’omonimo castello, costruito da Enrico III nel corso del 13esimo secolo.
I morbidi saliscendi del parco offrono una vista molto panoramica, anche perché la collinetta più alta arriva soltanto a 70 metri di altitudine.
I lavori di costruzione del tracciato olimpico hanno avuto inizio nel luglio 2010 e sono terminati a marzo 2011, entro i tempi stabiliti e rispettando il budget previsto. Non siamo in Italia.
Il percorso misura 4.8 km e ha un dislivello di 170 metri, appoggiandosi interamente sul fianco di una collina, in modo da offrire agli spettatori una visuale completa. La lunga lasagna prativa è stata farcita artificialmente da ben 500 tonnellate di grandi rocce e 3.500 tonnellate di pietrisco, ingredienti necessari per modellare le zone del tracciato, rendendolo così più tecnico. I punti più spettacolari portano il nome di Snake Hill, The Rock Garden e Deane’s Drop (qui il video del tracciato, telecamera di Nino Schurter e Florian Vogel).
Al via 36 nazioni, composte da 50 corridori uomini e 30 donne.
Sabato 11 agosto ore 12.30 GMT (ore 13.30 in Italia) gareggeranno le donne (sei giri), mentre domenica 12 agosto ore 13.30 GMT (ore 14.30 in Italia) sarà la volta degli uomini (sette giri).
Vediamo chi potrebbe puntare al podio.
Donne
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Catharine Pendrel (CAN): la canadese, fresca vincitrice della World Cup, arriva a Londra dopo una stagione ad altissimo livello, condotta con regolarità e piazzandosi quasi sempre sul podio di Coppa. Soffre maledettamente le partenze, nelle quali fatica a carburare. Sul tortuoso tracciato londinese, dove gli spazi per superare sono veramente esigui, potrebbe risultare un handicap. Dalla sua, qui, ha la vittoria nel test pre-olimpico dello scorso inverno.
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Gunn-Rita Dahle (NOR): la 39enne vichinga, vincitrice dell’oro olimpico ad Atene 2004, ha concluso la World Cup in crescendo, giungendo seconda alle spalle della Pendrel e vincendo autorevolmente il round di Coppa in Val d’Isère, settimana scorsa. Ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi quella che sarà la sua ultima Olimpiade.
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Katerina Nash (CZE): quando la sfortuna – che non è cieca – ha evitato di colpirla, la ceca ha dato sempre grande dimostrazione del suo potenziale. Abitualmente molto pimpante nelle fasi iniziali di gara, per puntare al podio deve inventarsi una manche senza sbavature. Potrebbe anche farcela.
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Julie Bresset (FRA): disertate volutamente le trasferte americane di Coppa, la 23enne francese ha dichiarato di puntare tutto sui giochi a cinque cerchi. Il percorso le si addice, e il suo terzo posto nel test pre-olimpico lo testimonia. Nella World Cup in Val d’Isère ha messo in mostra un ottimo stato di forma.
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Georgia Gould (USA): impressionante la potenza espressa nelle gare di Coppa a Mont St.Anne e Windham, dove avrebbe meritato la vittoria, negatale da una colossale sfortuna. La sua voglia di rivincita potrebbe farle sbancare il “jackpot” londinese, sul percorso che l’ha vista seconda nel test pre-olimpico.
Emily Batty (CAN): stagione altalenante per la graziosa biondina, che giunge a Londra dopo una buonissima prova di Coppa in Val d’Isère, conclusa al quarto posto. La 24enne canadese non può vantare grande esperienza nelle gare che scottano, ma potrebbe comunque dar luogo a una buona performance.
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Annie Last (GBR): la 22enne britannica, specialista dell’XC Eliminator, gioca in casa e avrà in suo sostegno tutto il tifo locale. Difficile vederla sul podio olimpico, anche se il suo terzo posto in Val d’Isère rappresenta un’ottima credenziale.
Irina Kalentieva (RUS): terza a Pechino 2008, la minuscola 35enne russa aveva due precisi obiettivi stagionali, l’Europeo XC – fallito tra le mura amiche di Mosca – e le Olimpiadi. Seconda nella prova ceca di World Cup, per il resto solo piazzamenti tra le prime dieci. Un po’ poco, ma qui a Londra potrebbe fare l’exploit.
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Sabine Spitz (GER): vincitrice dell’oro olimpico a Pechino 2008, la possente 41enne tedesca sa di avere poche chance di vittoria contro atlete più giovani e affamate di gloria. Di sicuro darà del suo meglio, come sempre.
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Eva Lechner (ITA): tutto e niente. Tutto in patria, campionessa imbattuta nell’XC e nel Ciclocross. Niente, o poco più, al di fuori dei patri confini, dove ha profuso qualche acuto e parecchie stecche. Avrebbe le potenzialità per vincere qualsiasi gara, anche se spesso da tigre si trasforma in gattino bagnato. Da italiani, speriamo di vederla in una delle sue giornate migliori.
Uomini
Nino Schurter (SUI): difficile trovare aggettivi alla sua strabiliante stagione. Per lui poche gare, tutte vinte tranne una (secondo posto a Houffalize in Coppa). Considerato che quattro anni fa si mise al collo il bronzo olimpico di Pechino, è difficile credere che qui a Londra non possa migliorarsi. Favoritissimo.
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Julien Absalon (FRA): considerata la World Cup come palestra di allenamento, qui nell’Essex il francese vorrebbe calare il tris olimpico, dopo i suoi ori di Atene 2004 e Pechino 2008. Il problema – per gli altri – è che ha le carte giuste per farlo. Antagonista numero uno di Schurter.
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Burry Stander (RSA): sempre molto regolare in Coppa, il 25enne sudafricano potrebbe inserirsi nella lotta per il podio, dove però troverà più di un avversario da fronteggiare. Se non incappa in qualche errore, potrebbe anche addentare una medaglia.
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Jaroslav Kulhavy (CZE): il lungagnone ceco, dopo avere dominato la stagione 2011, arriva da un 2012 in sordina. Anche lui dice di avere puntato tutto sulle Olimpiadi. Ma finora non ha convinto nessuno. Ha comunque i numeri per centrare il podio.
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Josè Antonio Hermida (ESP): quando c’è da duellare, il pistolero spagnolo non si tira mai indietro. Stagione un po’ sfortunata la sua, il quinto posto nella prova di coppa in Val d’Isère dimostra comunque che la forma c’è. Da tenere d’occhio.
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Florian Vogel (SUI): degna spalla del team-mate Schurter, con il quale potrebbe intavolare un redditizio gioco di squadra, magari assieme al terzo rossocrociato in gara, Ralph Naef. Non ha la classe di Schurter, ma va pur sempre considerato come un pericoloso outsider.
Manuel Fumic (GER): sempre generoso in gara e sempre sopra le righe ovunque, il piccolo tedesco – grande amico di Marco Aurelio Fontana – è capace di qualsiasi risultato, anche se le medaglie più preziose sembrano al di fuori della sua portata. Il bronzo, però, sarebbe un azzeccato “pendant” con il suo abbigliamento.
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Marco Aurelio Fontana (ITA): stagione e forma in crescendo, come la fame di vittoria e il desiderio di arrivare a livello dei “top-riders”, dai quali dista solo un palmo. Quinto a Pechino 2008, non vede l’ora di impennare sul traguardo per una medaglia. Tutta l’Italia offroad è con lui.
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Gerhard Kerschbaumer (ITA): accantonata da tre settimane la 29er in favore della tradizionale mtb 26 pollici, “Gerry” ha ritrovato la miglior condizione e soprattutto le vittorie che in questa stagione gli erano mancate. Giunge a Londra nelle vesti di novellino, senza velleità da podio. Ma il suo immenso talento potrebbe trasformare la realtà in fiaba.
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