On the trail: come riparare un cavo cambio spezzato

di Daniel Naftali

Cavo del cambio spezzato… Un problema che almeno una volta nella vita è capitato ad ogni rider. Basta poco: un ramo, una pietra o un cavo particolarmente usurato e senza neanche rendercene conto questo si spezza, rendendo il nostro cambio inutilizzabile.

Visto che il cambio posteriore, in assenza della tensione del cavo, tende a scendere sul pignone più piccolo, ecco che ci troviamo bloccati con un rapporto molto duro, impossibile da tirare in salita, inadatto per la maggior parte delle discese.

Per evitare di rinunciare all’uscita o peggio dover terminarla a piedi, quest’oggi vedremo due semplici soluzioni che ci permettono di risolvere questa fastidiosa situazione.

Soluzione 1: i registri di fondocorsa

La prima soluzione prevede di usare il registro di finecorsa inferiore per recuperare alcuni pignoni. Purtroppo la lunghezza limitata della vite di fine corsa non permette nella maggior parte dei cambi di recuperare più di 2-3 pignoni. Sempre meglio comunque che avere il cambio bloccato sull’11 o sul 12!

La procedura è piuttosto semplice e rapida. Sono necessari:

Chiave esagonale da 5mm
Cacciavite

Entrambi reperibili in qualsiasi multitool, strumento che ogni rider dovrebbe avere sempre con se durante le uscite. Una fascetta o un pochettino di scotch per fissare il cavo volante potrebbero anche tornare utili.

1) Fissaggio cavo e guaina: a seconda di dove si è spezzato il cavo, può essere opportuno fissare o rimuovere i residui del cavo e della guaina in modo che non vadano ad incastrarsi all’interno delle ruote o nei pedali. Una fascetta o una striscia di nastro adesivo possono aiutarci. Una pratica soluzione può essere quella di infilare la guaina sotto il batticatena che essendo elastico la tiene ferma.
Rimuoviamo anche eventuali residui di cavo dal cambio, che potrebbero disturbarci o graffiarci durante il ripristino del deragliatore.

Il cavo ormai è inutile… Rimuoviamolo e fissiamolo in modo che non si vada ad infilare da qualche parte!

2) Stringiamo la vite di fissaggio del cavetto: importante, perché con le vibrazioni si svita e rischiamo di perderla.

3) Regolazione fine corsa: con un cacciavite a taglio o a croce, interveniamo sulla vite di registro del finecorsa inferiore, generalmente contraddistinta dalla lettera “H”. Agiamo sulla vite stringendola, fino a che la testa non arriva a battuta sul parallelogramma.

Spostandoci sulla parte posteriore, cerchiamo di capire fino a che pignone riusciamo a far salire il deragliatore. Una volta identificato il massimo pigonone raggiungibile, cerchiamo di allineare visivamente la puleggia superiore del deraglaitore con il pignone.

4) Regolazione di fino: con l’aiuto di un amico o capovolgendo la bici, facciamo girare la ruota accertandoci che la catena giri senza saltare sul pignone. Se la catena dovesse tendere a salire sul pignone più grande, svitiamo leggermente la vite di fine corsa. Viceversa se la catena dovesse tendere a scendere sul pignone più piccolo, avvitiamo leggermente la vite o, se questa è già a battuta, registriamo il deragliatore in modo che tenga la catena sul pignone inferiore.

Come avrete sicuramente capito, il vantaggio di questa soluzione è la praticità. In pochi minuti si riesce a fare tutto e si è pronti a ripartire.

Purtroppo però, a causa della lunghezza limitata della vite di registro, difficilmente si riescono a recuperare più di 2-3 pignoni, massimo 4 in rari casi. Si tratta quindi di una soluzione che può andare bene se la rottura avviene durante la discesa a fine giro, ma se il cavo si spezza in salita, non siamo assolutamente in grado di ottenere un rapporto adatto alla salita.

Soluzione 2: il cavetto

Una soluzione che invece consente di utilizzare un qualsiasi pignone tra tutti quelli disponibili prevede l’utilizzo del moncherino di cavo per tenere il deragliatore allineato su un pignone qualsiasi.

La procedura è un po più lunga della precedente, soprattutto perché non è così immediato allineare il deragliatore correttamente, non avendo a disposizione alcun pomello di registro. Come nel caso precedente ci servono solamente:

Brugola da 5mm
Cacciavite a taglio o a croce
Una fascetta o del nastro per fissare la guaina (facoltativo)

1) Fissaggio cavo e guaina: come visto prima, fissiamo in maniera opportuna la guaina in modo che non vada ad incastrarsi da qualche parte. Estraiamo anche il cavo dal deragliatore.

2) Rimozione cavo: ci spostiamo ora sul manettino. Innanzitutto dobbiamo scaricarlo, ovvero scalare come se volessimo inserire il pignone più piccolo.
Per rimuovere il cavetto, generalmente su tutti i manettini è presente un’apposita apertura, protetta o da una vite in plastica o da un gommino. In alcuni manettini (vecchi Sram X9 e X0) è invece necessario rimuovere il coperchietto superiore.

Su questi modelli di manettini è estremamente importante fare attenzione di svitare solo la vite superiore a forma di croce, vite che si smonta senza attrezzi. Andando a smontare altre viti si corre il rischio che il manettino “esploda” letteralmente tra le vostre mani, con vari parti del meccanismo che schizzano da tutte le parti!
Una volta rimosso il cavo, richiudiamo il tappo o il coperchio, assicuriamoci inoltre che la guaina non si sfili lungo il telaio.

3) Pettinatura cavo: il cavo, dove si è spezzato, sicuramente risulterà sfilacciato. Per poterlo inserire è necessario “pettinarlo”. Per pettinare il cavo, si prende tra le dita l’estremita sfilacciata. Si deve girare in verso opposto rispetto alle spire create dai vari fili che compongono il cavo, come in figura:

4) Inserimento cavo nel deragliatore: a questo punto infiliamo il cavo all’interno dell’asola del deragliatore predisposta per l’inserimento della guaina. Come tutti sappiamo, il cavo presenta, ad un’estremità, un cilindretto terminale che ha il compito di ancorare il cavo al manettino.
Questo cilindretto è più grosso del foro presente al centro dell’asola per la guaina e quindi vi si fissa senza problemi.

Qualora invece il foro dell’asola fosse più grosso del terminale, sarà necessario smontare dalla guaina il capoguaina ed interporlo tra asola e terminale. Il capoguaina presenta infatto un foro interno piuttosto stretto che impedisce al terminale di passare, presentando esternamente un diametro sufficientemente grosso da impedirne il passaggio attraverso l’asola.

Facciamo quindi passare il cavo all’interno di eventuali guide presenti sul deragliatore e lo posizionamo in prossimità della vite di fissaggio.

5) Regolazione del deragliatore: ed eccoci giunti alla parte più delicata. A differenza di quando si monta un deragliatore con il manettino, in questo caso non abbiamo un registro per regolare la tensione del cavo con precisione, in modo da allineare perfettamente il deragliatore ai pignoni. In questo caso dobbiamo regolare la posizione del cavo a vista in modo che il deragliatore risulti perfettamente allineato al pignone che vogliamo utilizzare, cosa non facile. La regolazione va fatta essenzialmente a vista.
Per ottenere un buon risultato consiglio di procedere come segue:

Cominciamo con l’allineare il deragliatore all’incirca sul pignone superiore a quello che intendiamo utilizzare (se vogliamo usare l’ultimo, possiamo allentare provvisoriamente la vite di fine corsa superiore), cercando di tenere quanto più possibile tirato il cavo.
Stringiamo la vite di fissaggio del cavo senza però metterci troppa forza: basta solo che il cavo non scivoli. Il deragliatore tenderà il cavo con molta più forza di quanto riuscivamo a fare a mano e scenderà leggermente rispetto alla posizione precendente. Se abbiamo fortuna, il deragliatore sarà allineato con il pignone e possiamo passare al punto successivo. Se il deragliatore scende al di sotto del pignone di riferimento, dovremo ripetere la procedura da capo, stavolta cercando però di portare ancora più in alto il deragliatore. Se invece il deragliatore si ferma al di sopra del pignone e la catena tende a salire sul pignone più grande, procediamo come segue.
Facendoci aiutare da un amico, allentiamo leggermente la vite di fissaggio del cavo, tenendo però allo stesso tempo fermo il deragliatore den due dita, in modo che il cavo non scivoli tutto d’un tratto. Appena la vite sarà sufficientemente allentata, tiriamo il deragliatore forzandone leggermente la discesa. Il cavetto scivolerà leggermente sotto la vite di fissaggio, facendo in modo che il deragliatore si sposti leggermente. Se siamo bravi riusciremo ad allinearlo con il pignone. A questo punto stringiamo con maggior decisione la vite in modo che il cavetto non si sposti più, neanche durante l’uso.
Se andiamo oltre il pignone di riferimento dobbiamo invece ripetere tutto da capo, quindi attenzione!

Si tratta di un lavoro un po’ di fino, ma armandosi di pazienza e con un po’ di manualità si riesce senza troppi problemi nell’impresa.
Ricordiamoci sempre, prima di mettere via tutti gli attrezzi, di controllare, sollevando la bici che la catena non salti tendendo a salire o scendere dal pignone.
Il risultato finale dovrebbe essere di questo tipo:

6) Accorciamento cavetto: a questo punto dobbiamo accorciare il cavetto per evitare che si incastri nella ruota. Le soluzioni sono diverse. Possiamo arrotolare il cavetto su se stesso, fascettandolo al cambio o al telaio, oppure fissarlo con del nastro sul telaio o sotto il batticatena. Possiamo anche decidere di tagliarlo o utilizzando delle tronchesi (se le abbiamo a disposizione) oppure appoggiando il cavetto su una pietra piatta e tagliandolo con una pietra più aguzza (testato di persona, funziona alla grande!).

Il grosso pregio di questa soluzione è che, sebbene si perda l’uso del cambio, rimane comunque possibile bloccare il deragliatore su qualsiasi pignone. Questo significa che, anche se il nostro giro presenta dei tratti di salita prima di arrivare a destinazione, possiamo utilizzare un rapporto sufficientemente agile da consentirci di pedalare. Per carità non avremo magari sempre il rapporto ottimale, ma almeno non dobbiamo farcela a piedi!

Non dimentichiamoci poi che arrivati in cima, se abbiamo un po’ di tempo possiamo anche decidere di fermare il deragliatore su un rapporto più duro, molto utile se per esempio la parte finale del nostro giro prevede un rientro su asfalto.

Con questo è tutto: se ora si dovesse spezzare il cavo deragliatore durante un giro, sappiamo cosa fare per non rimanere appiedati!

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