Il giro d’Italia, il giro del Monte Bianco, Il Sellaronda. Bisogna sempre girare intorno a qualcosa o dare un senso filo-geografico a quello che si ha programmato di fare, o fatto. Non basterebbe dire che si va per monti? Confesso che ultimamente, più che “giro del” preferisco andare sulla “cima del” ma per fortuna ci sono Cime che non hanno ancora inventato bici abbastanza aperte di sterzo per scenderci.
Andiamo a fare il giro dell’Ortles! Che poi in realtà sono tutti posti che abbiamo già visitato, in tutte le salse, ma da anni ci solletica l’idea di dormire al bivacco Provolino e chiudere il tour in autonomia, anche perché è una successione di discese pazzesche, nella zona più bella delle Alpi Centrali, giusto per usare qualche superlativo.
La sera prima ha nevicato sopra 2800m, e prevedono tempo incerto. Mai una volta che tutto va per il verso giusto. Partiamo alle 4:30 del mattino per affrontare la prima tappa, più impegnativa, attraverso passo Cevedale, passo Zebrù e la lunga salita a passo Ables.
Tappa dura: con cibo nello zaino, nonché attrezzatura per la notte e per fare i video, non è proprio una passeggiata. Ma restiamo sempre sul pezzo, e appena iniziamo a fare fatica ricordo a Michele il passo Jyarkoi-La a 5450m sotto il Dhaulaghiri, con 18kg di bici a spalla. Inizia a ridere e la fatica sparisce. 5 ore per il primo passo, di cui un’ora a camminare sul ghiacciaio del Cevedale tracciando in 10cm di neve fresca, ci mancava solo di dover battere traccia su un ghiacciaio. La prima discesa è molto tecnica, innevata e nella valle deserta risuona solo il suono tremendo dei miei freni bagnati dalla neve. Passo Zebrù sembra una passeggiata, sembra di salire sui Campiani fuori Brescia. Senza rovi e tafani. Che discesa spettacolare quella che ci aspetta, un must have.
È pomeriggio e ci aspetta la risalita al passo Ables, passando per un traverso da spallare per 300m dislivello e successivamente molto esposto. Fa molto caldo e abbiamo poca acqua ma in cima saremo arrivati, quindi siamo tranquilli. Quando finisce la mulattiera so che ci aspetta un’oretta da camminare lungo sfasciumi, ma il posto è veramente molto selvaggio, con tratti di antica mulattiera militare che compaiono tra guglie di roccia. Che emozione essere qui! In cima è l’ora del tramonto. Siamo in giro da 15 ore e siamo stanchini. Non vedo l’ora di mangiare la cenetta che ci siamo duramente portati fin qui: vale la pena farlo dalla cima sopra il bivacco, ammirando l’ultima mezz’ora di sole. Mentre prendo la formaggella di Scimudin, parte del banchetto, mi cade il sacco a pelo. Un sacco a pelo di ultima generazione, perfino più piccolo di una formaggella di Scimudin. Cade e rotola e rimbalza come un Supertele giù per un canalone verticale.
Lo guardiamo per 30 secondi sparire. Non mi arrabbio neanche troppo: se non altro, stanotte sarà sottozero. Provo a scendere per una mezzoretta, ma è troppo pericoloso quel versante. Un’amica mi ha detto che sarebbe stato peggio se fosse caduta la formaggella, non lo so.
La notte sono sopravvissuto e ho dormito da Dio, avvolto nelle luride lenzuola e coperte usate come copri-materassi. Ci svegliamo con qualche goccia d’acqua e una sete pazzesca. A passo Ables non c’è acqua! Scendiamo sulle stupende morene verso Bormio, e risaliamo lo Stelvio silenziosi e veloci in mezzo ad assordanti rumori di motori. Via veloci verso il Tibet Trail, troppo chaos qui! Il Tibet Trail è tracciato come una PS di Enduro segreta fino al sabato prima, cioè sembra un’autostrada, ed è anche super divertente. Sempre in vista degli enormi ghiacciai dell’Ortles.
La risalita a Solda su asfalto è mooolto noiosa ed è pure ripida! Infatti per un’oretta io e Michele non ci parliamo. Qualche anno fa credo che mi sarei pedalato anche le rampe al 40% sotto la funivia, ma sto evidentemente invecchiando, oppure ho una bici con un angolo di sterzo troppo aperto. Che bello salire con la funivia! Discesa gratis! Dobbiamo comunque pedalarci delle rampe al 40%, per arrivare al Madriccio.
Ma so che dal passo ci aspetta una vallata magnifica, con un sentiero disegnato per la mountain-bike. Incredibile quanto ci divertiamo sulle ultime curve! 1200m di discesa per chiudere in bellezza un giro spettacolare. Che belle le micro-avventure del weekend!
:OOO::OOO::OOO::OOO::OOO::OOO:
No vabbè... già farlo a piedi è dura, in bici me la faccio sotto solo al pensiero.
Respect