Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi: sentieri vietati alle MTB

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Dopo il Parco di Portofino, ora tocca al Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi ribadire il divieto alla percorrenza dei sentieri in MTB.  Scrivo “ribadire” perché il divieto è in vigore dal 2019, ma negli ultimi giorni si è battuta la grancassa mediatica per tenere lontane le terribili mountain bike, causa di incidenti catastrofali con il pubblico appiedato, erosioni immani che hanno creato nuove valli, il tutto ad indotto zero perché non magnano polenta e osei al rifugio, ostregheta!

Secondo il GazzettinoSi tratterebbe di una situazione transitoria, in attesa della conclusione dell’iter di approvazione dei nuovi strumenti di pianificazione e regolamentazione all’interno dell’area protetta, ma nel frattempo, i pedalatori faranno bene a controllare i loro dispositivi elettronici o prestare attenzione alla cartellonistica, in quanto la trasgressione porta alla sanzione del pagamento di una somma che varia da 25 a 1032 euro. Al personale del Reparto carabinieri Parco nazionale Dolomiti bellunesi spetterà il compito di far rispettare l’ordinanza“.



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La colpa viene espressamente data alle ebike: “È entrato formalmente in vigore nel settembre del 2021, ma l’aumento esponenziale delle biciclette a pedalata assistita ha fatto sì che il tema si riproponga con maggiore forza in queste ultimi stagioni. Questi mezzi possono danneggiare i sentieri. Spesso chi le guida pensa di poter andare in qualsiasi luogo, anche nei più pericolosi, mettendo quindi a rischio la propria salute, quella di eventuali altri ciclisti o camminatori che si incontrano nel tragitto“, dice Ennio Vigne, presidente del Parco.

Come fare a sapere dei divieti? “Sono posti dei cartelli indicatori, però purtroppo alcuni sono stati vandalizzati o rimossi. In ogni caso sul nostro sito internet ci sono le indicazioni e la cartografia. Se ci si vuole informare di certo non si sbaglia. La montagna ha le sue regole, ed è sufficiente vedere sui social ciò che sta avvenendo nelle nostre Dolomiti“. Non è possibile neppure praticare il torrentismo nell’area protetta del Parco: è un provvedimento definitivo? «Il divieto in questo caso è di carattere generale, ma c’è una proposta di modifica che è stata inviata al ministero dell’Ambiente per attivare una forma sperimentale all’interno della nostra zona“.

Più che un Parco Nazionale, un museo.

Ecco cosa potete fare in quel posto in bici.

 

Commenti

  1. chiche:

    Era normale che succedesse, parliamo di luoghi "elittari", il parco di Portofino e le Dolomiti.
    Finchè ad arrivarci erano poche anime in MTB, venivano, malamente, tollerate. Nel bene o nel male le e-bike hanno avvicinato molte più persone a queste realtà, e la tolleranza è finita. Come qualcuno ha scritto, a regolamentare, bene, in Italia non siamo capaci.
    Perdonatemi se insisto su un punto già chiarito più volte, ma qui si parla del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, NON delle Dolomiti Venete (Cadore e Ampezzo), e come hanno detto altri sinceramente non è che sia una meta così attraente per la MTB, se l'idea alla base del Parco è preservare la natura e la fauna (in particolare le zecche :mrgreen: ) ed evitare che sia visitato da chiunque direi che ci stanno riuscendo benissimo.
    Sulle Dolomiti vere e proprie i divieti sui single track ci sono da sempre ma ci si può convivere, personalmente frequento quei sentieri da 40 anni in MTB e a piedi e non ho mai visto un controllo, fermo restando che serve un po' di intelligenza nell'evitare le mete più gettonate nei periodi più "caldi".
  2. Haran:

    Esatto, puoi dire di non avere i documenti e dare un nome diverso. Io da un lato sono stato troppo fiducioso, dall'altro volevo proprio verificare fino a dove si può spingere la discrezionalità e il buon senso di una persona nell'applicazione di una regola palesemente vessatoria e ridicola.
    Giusto per continuare a fare il bacchettone della discussione :mrgreen: ricorda comunque che dare false generalità è un reato, non succede ma se per pura sfiga riescono a identificarti vai nel penale.
    Che poi finisce a tarallucci e vino è un altro discorso, ma ti resta comunque la denuncia.
  3. sembola:

    A Finale Ligure e Fai della Paganella non girano i biker "da sentiero", sono bike park non montagna.
    Ma si certo era solo per dire che il turismo della MTB potenzialmente è un mercato non proprio da buttare, alla fine i biker "da sentiero" e quelli "da bike park" non sono categorie distinte e separate, la maggior parte della gente che conosco passa dai sentieri di montagna alle giornate in park, me compreso, e se devono andare a fare le ferie da qualche parte preferiscono posti dove l'offerta per gli appassionati sia ampia e varia e non ti facciano sentire un criminale. Il fatto che tanti gravitino attorno ai rifugi più accessibili con le ebike non è diverso dal mondo degli escursionisti a piedi, il rapporto tra chi va al rifugio a 1 ora dal parcheggio e chi si fa ore di salita su roccia per arrivare su una vetta è 1000:1 eppure nessuno si sognerebbe di penalizzare gli alpinisti esperti solo perchè sono pochi rispetto ai merenderos.
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