Passo del Madriccio

Ormai è deciso, il prossimo giro “lungo” sarà il passo del Madriccio. Le immagini che ho visto sull’ultimo numero della mia  rivista preferita mi hanno fatto troppo ingolosire e incuriosire. Il passo del Madriccio si trova in Alto Adige, fra la val di Solda e la val Martello, a 3123 m di altezza.

Può essere considerato senza ombra di dubbio il  passo ciclabile più alto d’Europa, specialmente negli ultimi anni, dopo che il ghiacciaio si è ritirato e da luglio a settembre il passo si presenta completamente sgombro dalla neve. Arrivare cosi in alto in bicicletta deve essere una bella esperienza. Itinerario deciso dunque, il giorno anche, ma mi rimane un ultimo dubbio che non riesco a sciogliere. Con quale bici partire? In questo momento ne ho due, entrambe Scott. La genius da 130+130, bici piuttosto leggera da pedalare in salita e la nitrus da 170+170 per 17 kg, ideale per la discesa, ma tutto sommato anche con un buon assetto da salita. Quale scegliere?

C’è tanta salita, più di 2000 m, perciò la prima sarebbe l’ideale, ma c’è anche una fantastica è lunghissima discesa, in parte tecnica, da 3123 m ai 700 del fondovalle, e con la seconda me la godrei appieno. Vale però anche il discorso contrario, la salita è dura e lunga e se con la nitrus non ce la faccio? La voglia di godermi in pieno la discesa alla fine però prevale, e seppure con un po’ di timore per il fatto di non averci mai fatto tanto dislivello pedalato, metto in auto la bici pesante.

Fra l’altro come al solito il tempo è tiranno e dovrò sciropparmi 70 km e 2250 m di dislivello in una mattina, perciò a nanna presto e sveglia ancora prima!

Alle 5 è ancora completamente buio quando posteggio l’auto a Morter, un piccolo paesino in fondo alla val Martello, una laterale della val Venosta. In pochi minuti mi preparo e comincio a pedalare sulla bella ciclabile in leggera salita in direzione di Prato allo Stelvio.

Qui, a 900 m, inizia la salita vera e prendo prima la strada asfaltata e poi la sterrata arrivando al rifugio Vellnairalm-Valnerina a quota 2000. Mi riposo un attimo mangiando un primo panino e continuo sul single track n°6 in leggera salita con tratti a spinta fino a quota 2089, dove il sentiero comincia a scendere con tratti tecnici e divertenti fino a Solda a quota 1865 e continuo fino in fondo al paese arrivando alla funivia. Chi volesse compiere l’intero giro con le proprie gambe non dovrà fare altro che salire lungo la strada sotto la funivia, molto dura però e con tratti a spinta, io per risparmiarmi 700m di dislivello decido invece di prendere la funivia (euro 9.50 nel 2006).

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Arrivato a 2600m mi godo il panorama sul Gran Zebrù e sull’Ortles, la montagna più alta dell’ alto Adige,

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e riprendo a salire lungo la pista di servizio agli impianti da sci, sempre con vista sul Gran Zebrù.

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La strada è veramente ripida e pur con difficoltà riesco a pedalare fino a quota 2930, poi lunghi tratti a spinta fino al passo a quota 3129, dove scatto le foto di rito con grande soddisfazione.

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Il panorama è incredibile verso tutte le cime più alte dell’Alto Adige

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Dopo un breve ma meritato riposo inizio a scendere,  il sentiero si rivela subito tecnico e non mi fa pentire di essermi portato fino quassù la pesante ma performante nitrus.

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Mi giro e vedo il passo già lontano, lassù in cima

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La discesa diventa ancora più divertente lungo la valle del Madriccio

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Ed è tutto un susseguirsi di tratti ripidi e tratti in cui la valle si allarga

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E ancora tratti tecnici con piccoli drop naturali.

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Alla fine la valle spiana e trovo le prime mucche al pascolo

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Li in fondo comincio ad intravedere il rifugio Corsi.

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Arrivo al rifugio a quota 2266, la parte più selvaggia della discesa è finita, ma rimangono pur sempre ancora 1500 m di dislivello da fare. Questo sarebbe il posto giusto per fermarsi a riposare, pranzare e prendere un po’ di sole, ma purtroppo devo tornare velocemente a valle, se ne avrete tempo fatelo voi per me 😉

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 Incontro una bella chiesetta

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Da qui, continuo a scendere lungo il bel sentiero 36

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con qualche saliscendi fino alla destra del lago artificiale di Gioveretto

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e poi  ancora in discesa a tratti molto tecnica e ripida ma sempre panoramica

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fino alla strada provinciale (in alternativa si può scendere subito per la strada). Conviene poi fare un tratto di strada asfaltata, visto che il 36 è in parte difficilmente ciclabile e poi proseguire sulla forestale 36 a sx della strada. Tratti di  sentiero si alternano a tratti carrabili, e qui possiamo scoprire una delle caratteristiche più note della val Martello: le famose fragole di montagna

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la valle infatti è situata in posizione ideale per la coltivazione delle fragole e ci si può fermare a farne una meritata scorpacciata a fine giro e ad acquistarne un po’. Intanto continuo a scendere, sono partito da 3200 e adesso sono a 1000, la discesa è veramente infinita

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Nell’ultimo tratto il sentiero è interrotto, perciò scendo velocemente su asfalto. Chi vorrà fare il giro prossimamente, invece, potrà proseguire sul sentiero 36 fino all’inizio del Waalweg a sinistra, a quota 900 m, uno splendido e stretto single track che, con un’ultima discesa a tornanti nel bosco, vi farà tornare direttamente nel paese di Morter, dopo più di 2500 m di fantastica discesa e 70 km di pedalata.

Sono le 13, giusto il tempo di arrivare a casa, mangiare qualcosa e farmi una megadoccia prima di sbrigare gli impegni del pomeriggio

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