La Passportes du Soleil è un vero e proprio festival della mountain bike che ogni anno attira migliaia di bikers da tutto il mondo.
Sfruttando l’opportunità di soggiornare a Morzine in occasione del Press Camp di Lapierre, ho colto la palla al balzo ed ho approfittato di un venerdì di sole per provare questo lunghissimo percorso enduro di 80km attraverso le principali località dell’enorme comprensorio della Portes du Soleil.
Per chi non lo sapesse, la Passportes non è una gara o una competizione. I francesi la chiamano randonnèe, noi potremmo chiamarlo raduno. Nessun cronometro, nessun cancelletto. Un lunghissimo percorso interamente segnalato, con numerosi ristori posizionati nelle principali località che si attraversano. Ognuno è libero di scegliere da dove partire, se fare il giro completo o se accorciarlo sfruttando i numerosi tagli e percorsi di collegamento.
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Poiché soggiornavo a Morzine, decido di partire direttamente dall’hotel: la posizione è abbastanza strategica e consente di percorrere l’intero anello e di dare anche un’occhiata all’area expo a fine giro.
La giornata è stupenda: sole, terreno asciutto e poche nuvole in cielo. Una buona dose di crema solare (starò per buona parte sopra i 2000m di quota, il sole non scherza!) e via, mi preparo per partire alla scoperta dell’enorme comprensorio della Portes du Solei!
La prima destinazione è la Cabinovia Supermorzine, da cui con un paio di seggiovie raggiungo rapidamente Chatel.
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Il percorso è piuttosto divertente: un simpatico singletrack a mezza costa, bello scorrevole e guidato, intervallato a tratti di strada più larga con stupendi scorci e panorami sulle alpi.
Forse ho un po’ esagerato a mettermi il casco integrale e le protezioni: la discesa è tranquilla, i tratti da pedalare sono molti e fa caldo… Mi sa che farò la sauna!
Dopo un breve trasferimento in seggiovia, decido di optare per la variante DH, che sfruttando le piste del bike park di Chatel, ci porta in quello che sarà teatro del prossimo Mountain Style di Chatel, evento unico e spettacolare di freestyle, in una location davvero stupenda!
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Le ruspe e gli operai sono al lavoro freneticamente: le strutture sono davvero grosse ed i lavori per costruirle non sono pochi. Si vede che qui la mountain bike è di casa: è praticamente impossibile dalle nostre parti trovare un simile dispiegamento di mezzi per un singolo evento di mountain biking.
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Le dimensioni delle strutture e dei salti sono impressionanti: se ne vedranno delle belle!
Lasciata la zona del “monster park”, un lungo traverso, quasi tutto su strada bianca, ci porta nel centro vero e proprio di Chatel. Gli scorci paesaggistici sono stupendi, ciclisticamente parlando però scendere su strada bianca non mi entusiasma parecchio.
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La temperatura è oramai altissima: sto maledicendo la scelta del casco integrale… Meno male che siamo in montagna e dovrebbe far fresco!
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Accaldato ed affamato, decido di approfittare del ristoro per mettere qualcosa sotto ai denti. E’ ormai l’ora di pranzo, tra una cosa e l’altra sono partito tardi e sono solo ad 1/3 del percorso.
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Non sono comunque l’unico ad avere fame, considerata la ressa che c’è al ristoro. Il bello della Passportes è che trovi ogni tipo di rider: da quello più esperto e con attrezzatura all’ultimo grido all’”english fat guy” un personaggio ricorrente in quasi tutte le manifestazioni internazionali! Complimenti comunque anche a loro: la mountain bike in fondo non è solo salite assasine e discese a tutta… La mountain bike può essere anche un ottimo mezzo per passare una tranquilla giornata in montagna con la famiglia, all’insegna del relax e dell’aria pulita.
Con lo stomaco pieno, ma ancora più accaldato di prima, riparto, destinazione Morgins e Champoussin, Svizzera. Speriamo che salendo di quota l’aria si faccia più fresca.
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Varcato il confine l’ambiente comincia a cambiare… Il tutto si fa più “svizzero”, non saprei come dirlo… Tutto è curato, i prati sono tagliati, le case sono una più bella dell’altra, non c’è una cartaccia per terra: si vede proprio che abbiamo passato il confine!
La mia bici però non sembra entusiasta di essere entrata in Svizzera e comincia a produrre strani rumori mentre si pedala: la polvere non fa certamente bene alla trasmissione e la polvere è una di quelle cose che fino ad ora non è mancata.
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Dopo aver dato una sistematina al cambio ed appurato che non è nulla di grave, data una pulitina alla trasmissione con dell’acqua, posso ripartire. Una lunga discesa asfaltata mi attende, ma con il caldo che fa un po’ di aria non da certo fastidio.
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Da Morgins, risalgo con la seggiovia, sorvolando i tracciati del bike park. Nel vedere le paraboliche, i salti e le strutture la voglia di farci un giro è molta, ma l’obiettivo di oggi non è questo… Devo resistere!
Arrivato in cima comunque la vista di uno stupendo singletrack disegnato nel prato, con sullo sfondo l’Haute Cime, mi fa dimenticare in fretta i tracciati del bike park: finalmente una discesa su singletrack!
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Ciò che è bello però dura poco ed in un nanosecondo il singletrack finisce. Ora ci tocca un bel trasferimento in saliscendi su una strada a tratti asfaltata ed a tratti sterrata. Paesaggio mozzafiato, pedalare lungo la sinuosa strada a mezzacosta è un vero piacere.
Raggiunta la seggiovia di Champoussin, ritorniamo in cima ed ora il gioco si fa interessante. Dapprima ci aspetta una bella rampa in salita. Molti salgono a piedi, ma complice una gradevole aria fresca ed un po’ di competizione con un francese che mi è appena sfrecciato di fianco, la pedalo tutta.
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La rampa termina ed il percorso devia su quello che è sicuramente uno dei più bei tratti dell’intero anello: un lunghissimo mezzacosta in singletrack tagliato sul fianco della montagna. Un sentiero bello scorrevole, guidato e con una vista mozzafiato.
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Il sentiero però ad un certo punto finisce ed a malincuore si procede lungo un’altra strada asfaltata a mezza costa. Si tratta di un falsopiano, molto falso e poco piano a dir la verità, ma la stanchezza comunque si fa sentire. Dopo un 5km di strada raggiungo finalmente la deviazione DH. Non ci penso due volte: basta strade bianche, è ora di sentieri!
La discesa su Champery è veramente bella! Sono un po’ stanco, anche perché sono giorni che giro senza sosta, ma devo dire che me sono goduto ogni singolo metro. Tratti ripidi, radici divertenti, tratti a mezzacosta veloci. Meno male che ho abbandonato la strada!
Dopo un lungo tratto di singletrack, arrivo finalmente a Champery. Alla partenza della funivia c’è un ristoro: la strada è ancora molta, meglio mangiare qualcosa.
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Da Champery una grossa funivia ci porta su in cima. Per scendere su Les Crosets ci sono due alternative: o si scende su una larga strada bianca, o ci si butta nel bike park. Indovinate, tra le due cosa ho scelto? Neanche a pensarci due volte e mi butto a capofitto lungo uno stupendo percorso ricco di spondoni, panettoni, doppi, salti di ogni genere: una vera goduria! Il percorso mi ha talmente divertito che decido di fare una piccola deviazione: risalire con un’altra seggiovia e fare un altro giro.
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Ora però è tardi. A malincuore lascio il bike park e mi dirigo verso Les Lindarets, verso quello che poi scoprirò essere il secondo dei tratti più belli del percorso. Un infinito singletrack in mezzo ai prati di alta quota, tutto in terra compatta, sembra disegnato. Alcuni tratti in salita, alcuni anche ripidi, intervallati a lunghi mezzacosta in discesa: una goduria!
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Finisce il singletrack, ma il divertimento è appena cominciato. Abbandono il percorso “ufficiale” intravedendo una pista del bike park che scende diretta verso Les Lindarets: mai scelta fu più azzeccata. Anche qui un’infinita serpentina di curve, sponde, cambi di pendenza. Una vera giostra per bikers!
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A fine discesa le gomme che avevo appena montato, cominciano a dare i loro primi segni di usura: 70km di sterrato di alta montagna si fanno sentire!
Risalgo prima con la seggiovia, poi pedalando verso il Col de la Joux Verte: da qui mi aspetta un’infinita discesa su Morzine. Anche qui la mia sete di singletrack viene ripagata: 10km di sentiero veramente divertente. Una discesa non troppo tecnica, anche se alcuni tratti pieni di radici danno filo da torcere anche ad un rider esperto, specie se si cerca di tirare i freni il meno possibile. La discesa sembra non finire mai! La stanchezza si fa sentire e per fortuna si intravedono le case di Morzine: ho le dita a pezzi!
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Arrivato a Morzine, non mi resta che fare un giro nell’area expo. Centinaia di bikers affollano i numerosi espositori, che tra l’altro mettono a disposizione numerose testbike a chiunque voglia provare i nuovi prodotti. Ogni brand aveva le sue, un vero paradiso per chi vuole cambiare bici e prima dell’acquisto vuole testare di persona le caratteristiche dei vari prodotti.
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Girando per i vari stand si vede di tutto: anche un intero maiale che viene cotto a fuoco lento sullo spiedo!
La fame è molta, ancora di più la sete di birra, meritatissima dopo tutti questi chilometri in mezzo alle montagne! E’ ora di tornare in albergo…
L’avrete già capito leggendo questo racconto, ma la Passportes du Soleil è veramente un bell’evento, forse poco conosciuto dal nostro lato delle alpi. Una vera festa della mountain bike dove chiunque, anche il biker alle prime armi, può divertirsi. Niente gare o percorsi assassini: una semplice randonnee all’insegna del divertimento ed alla scoperta dei territori della Portes du Soleil, il più grande comprensorio del mondo dedicato alle mountain bike. Per non dimenticare poi dell’area expo: veramente grande e completa. Già solo l’expo e la possibilità di provare ogni bici di qualsiasi marca, anche le meno consociute, merita il viaggio!
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