Pedone su pista per MTB fa cadere biker: condannato

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Abbiamo parlato spesso del pericolo di investire un pedone quando si scende a tutta su sentieri condivisi. Non abbiamo però mai affrontato l’argomento opposto, e cioé il rischio che si corre quando un pedone percorre una pista dedicata esclusivamente alle mountain bike, con tanto di cartelli di divieto (per i pedoni).

L’incidente accaduto a ferragosto 2020 si rifà esattamente a questa situazione: una famiglia risale una delle piste del Dolomiti Paganella Bike e, presso un dosso (probabilmente un panettone), un biker che stava scendendo va a scontrarsi con un adulto di suddetta famiglia. Sublussazione della spalla destra, trauma distorsivo rachide cervicale e diverse escoriazioni per il biker, che denuncia il padre della famiglia, con cui era avvenuta la collisione.



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Dopo due anni questi è stato condannato ad una multa di 4000 euro, al pagamento delle spese processuali, al risarcimento dei danni (in separata sede) alla parte civile con provvisionale provvisoriamente esecutiva di 2.000 euro e al pagamento delle spese di costituzione di parte civile pari a 1.700 euro.

A quanto riferito da L’Adige, il giudice l’ha trovato colpevole, evidenziando che la persona offesa circolava su una pista dedicata: l’impatto era stato inevitabile per il biker, che aveva riportato lesioni “addebitabili alla condotta imprudente e imperita dell’imputato”, che si trovava contromano su una pista interdetta ai pedoni “e, per tale motivo, sia pure per colpa, provocava il sinistro”.

Grazie a AlexLith per la segnalazione.

 

 

Commenti

  1. reddummies:

    Vi ricordate che un bike park, generalmente si trova sul pendio di una montagna? e che una sicurezza totale che non possa esserci nulla di pericoloso su di un trail è impossibile?
    Boh, forse sono io che sono prima di tutto un frequentatore della montagna, e dopo un biker, ma in montagna la sicurezza la fa l'utilizzatore, non l'ambiente.
    Beh, anche le piste da sci sono sul fianco di una montagna. :-) E le piste da sci non di rado, anche se ci sono diverse eccezioni a seconda delle zone e della situazione, sono un'area riservata agli sciatori in discesa. Escursionisti, ciaspolatori e scialpinisti non sono molto graditi.
    Il bike park vuole essere la stessa cosa, più o meno. Solo che è arrivato dopo e deve quindi convivere con altre attività che si svolgevano da prima in quei luoghi, e deve quindi accettare compromessi diversi.

    Ma fermo restando che di rischio zero in un'attività sportiva non se ne parla neppure se fatta al più becero e infimo livello amatoriale (e lo dice uno che a suo tempo è caduto dalla bici da fermo, che manco Biden :mrgreen:, e che ha provato per due volte la scocciante, irritante e umida esperienza del cedimento di un ponte di neve su un torrente), qui si tratta semplicemente di riportare su valori accettabili la tipologia di rischio attesa.
  2. lorenzom89:

    in park il biglietto lo pago per le risalite.. semplice.. cosa c'è dietro la curva non lo sai e non te lo può garantire nessuno ne in park ne in appennino.. ti faccio un semplice esempio.. se c'è un ragazzo caduto dopo una curva cieca.. o dopo un drop??? cosa facciamo? la mucchia delle persone??
    ci sono i pericoli evitabili e quelli intrinseci di una certa attività. Quello che si richiede ai gestori è che non ci siano pedoni ''al pascolo'', tronchi caduti sull'atterraggio di un drop ecc. o perlomeno che si faccia il possibile per evitare queste situazioni.
    Se quello davanti a te cade e lo prendi pieno quello che rischia sei tu non il gestore....
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