Pellicola: come proteggere il telaio da righe e graffi

Le nostre mountain bike non se la passano certo bene. Spesso ammassate nei furgone, sempre in mezzo a sassi, rocce, fango, sabbia. Per quanto i produttori si possano impegnare a realizzare verniciature resistenti e durature, evitare segni e righe è pressoché impossibile.

Per questo motivo proteggere il telaio con adeguate protezioni (gomma, piastre in alluminio) e pellicole diventa una necessità concreta per tutti quei biker che la bici la utilizzano veramente.


Solo una questione estetica?


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Un vero biker non si preoccupa certo di qualche segnetto sulla bicicletta: qualche graffio è inevitabile se la bici non resta ferma in garage o in salotto, detto ciò a tutto c’è un limite.

Chi è appassionato sa benissimo che una bici non è per sempre e prima o poi la voglia di cambiare, provare qualcosa di nuovo o diverso ci spingerà a vendere la nostra mountain bike. Quando vendiamo la nostra bici, uno dei principali parametri di valutazione da parte dell’acquirente è proprio lo stato estetico. Una bicicletta con pochi segni e graffi è stata presumibilmente utilizzata poco, quindi anche le sue condizioni meccaniche saranno buone. Anche se questo non è assolutamente vero (una bici tutta protetta e pellicolata può essere perfetta di estetica, ma essere stata sfruttata fino alla morte di ogni componente meccanico), è palese che le condizioni estetiche della nostra bici influenzano notevolemente il suo valore ed il prezzo di vendita. È fuori discussione che una bici senza particolari graffi e segni si venda più facilmente e ad un prezzo maggiore.

Oltre che ad una questione estetica ed economica, la pellicola ha anche una fuzione protettiva e di rinforzo del telaio. Soprattutto le pellicole più spesse, come lo Shelter di Mariposa per esempio, svolgono un’efficace funzione di dissipazione della forza di un eventuale impatto, riducendo il carico puntuale e dissipando la forza su di una superficie più ampia. Queste pellicole insomma possono salvare un telaio da una rottura o bozzatura o anche solo ridurre l’entità del danno.

Se il nostro telaio, nelle zone più critiche, non è adeguatamente ricoperto dalla fabbrica da specifiche protezioni (specialmente sotto il tubo obliquo ed in zona movimento centrale), ecco che applicare una spessa pellicola protettiva è quasi un obbligo per evitare rotture o danni dovuti all’impatto di pietre o detriti sollevati dalla ruota anteriore.

Quali pellicole usare?

Sul mercato ci sono diverse pellicole, di spessori differenti.

Da un lato ci sono pellicole molto spesse e protettive, spesso realizzate a sandwich, con numerosi strati per assorbire quanto più possibile la forza dell’impatto e proteggere il telaio da possibili danneggiamenti.

PRO: queste pellicole svolgono un’efficace protezione “strutturale” del telaio, sono robuste e durature, non si danneggiano facilmente.

CONTRO: sono spesse, difficili da termoformare e quindi poco adatte a coprire curve strette e parti troppo complesse del telaio. Esteticamente si notano tanto, perchè si nota lo “scalino” dove finisce la protezione. Sul bordo facilmente si attacca lo sporco o la pellicola ingiallisce, con uno sgradevole effetto estetico.

Queste pellicole vanno bene per proteggere le parti più esposte all’abrasione ed agli impatti, quindi sono particolarmente indicate per la parte inferiore del tubo obliquo, la zona movimento centrale ed il fodero basso destro dove batte la catena.

In alternativa ci sono pellicole più sottili e discrete, pensate per offrire una protezione efficace ma meno invasiva.

PRO: queste pellicole sono esteticamente più gradevoli. Se applicate correttamente non si notano quasi se non guardando il telaio con attenzione. Sono particolarmente adatte a zone “complesse” con tante curve e pieghe in quanto estremamente facili da termoformare e curvare.

CONTRO: sono meno protettive, soprattutto non proteggono dai danni da impatto e si danneggiano facilmente.

Queste pellicole vanno bene per proteggere le parti esposte all’abrasione, come i foderi obliqui dove strisciano i talloni, i passaggi ruota, il tubo orizzontale dove sfregano le ginocchiere con il fango. Sono perfette anche per i foderi della forcella e, per la loro elevatissima modellabilità, possono essere applicate praticamente ovunque, anche nei punti più difficili.

Come applicare la pellicola

La pellicolatura del telaio, se fatta bene, è di minimo impatto visivo. Il segreto per fare un buon lavoro? Avere tanta pazienza, lavorare con calma in un ambiente pulito e con i giusti prodotti.

Che cosa ci serve?

  • Innanzitutto la pellicola che vogliamo applicare. Oltre allo Shelter di Mariposa troviamo in commercio ad esempio l’All Mountain Style e il Chamaleon Skin.
  • Alcool isopropilico per pulire e sgrassare la superficie prima dell’applicazione
  • Phon o pistola ad aria calda da carrozzieri (in realtà non servono chissà quali temperature, quindi un normale asciugacapelli è più che sufficiente)
  • Forbici, per tagliare a misura la pellicola
  • Bisturi o cutter per la rifinitura
  • Carta per pulire
  • Panno in microfibra che non lasci peluzzi

Prima di iniziare, vi svelo un piccolo segreto. Quando tocchiamo la parte adesiva della pellicola lasciamo sempre una ditata, che rimane in maniera permanente tra pellicola e telaio. Per evitare questo sgradevole inconveniente ci sono due opzioni. La prima è quella di non toccare mai la parte di colla, non sempre fattibile specialmente se si deve tirare la pellicola su curve strette. La seconda è di intingere le dita in una soluzione di acqua e sapone: toccando la pellicola, anche sulla parte con la colla, con le dita bagnate di questa soluzione non rimangono le ditate.

La soluzione può essere fatta con una goccia di detersivo per piatti in una ciotola piena di acqua, non serve mettere troppo detersivo.

Vediamo ora come applicare al meglio la pellicola.

1) Preparazione: prepariamo la zona su cui vogliamo applicare la pellicola, rimuovendo tutto quello che ci impedisce di lavorare liberamente. In questo caso togliamo ad esempio i fissaggi del tubo freno.

2) Misurazione e taglio pellicola: presentiamo la pellicola sulla zona che vogliamo coprire, in modo da tagliarla a misura. Dovendo in questo caso arrivare a filo della saldatura, prendiamo la misurazione considerando la massima lunghezza. Taglieremo poi in seguito l’eccesso sagomandolo sulla saldatura.

3) Pulizia e sgrassaggio: puliamo e sgrassiamo la zona di applicazione con l’alcool isopropilico o con uno sgrassatore e la carta. Passiamo poi il panno in microfibra per togliere eventuali peluzzi.

Attenzione: alcune verniciature potrebbero danneggiarsi se si applica il prodotto  sbagliato. Il consiglio? Provate in una zona nascosta che l’alcool isopropilico o lo sgrassatore non lavino via la vernice.

4) Preparazione pellicola e superficie: con il phon scaldiamo la zona di telaio su cui applicheremo la pellicola. Scaldiamo anche la pellicola, in modo che si ammorbidisca

5) Applicazione pellicola: ecco qui la parte più interessante. Cominciamo con il far aderire la pellicola nella zona centrale. Molto importante è applicarla dritta e farla aderire omogeneamente senza bolle, facendo scorrere il dito in una data direzione per eliminare l’aria.

A questo punto la pellicola è aderente al centro, dobbiamo farla girare per avvolgere il fodero. Tuttavia, non essendo il telaio perfettamente dritto (il fodero in questo caso ha una curvatura prima convessa, poi concava), la cosa non è così semplice. Ci troviamo in due diverse situazioni.

Nella zona di curvatura convessa ci troviamo nella condizione che, agli estremi, la pellicola risulta troppo lunga perché il raggio di curvatura è naturalmente minore. Se non facciamo attenzione la pellicola può fare delle grinze. Per evitare ciò è necessario procedere in questo modo: dopo aver scaldato con il phon il materiale, si fa aderire la parte centrale della pellicola fino al bordo, proprio al centro della curvatura. Con le dita si procede quindi a distendere e far aderire il resto del materiale con movimenti circolari dal centro verso i due estremi. In questo modo la pellicola, calda e morbida, si “spalma” e si evitano le grinze.

Nella zona di curvatura concava, la pellicola risulta troppo corta sui lati. È quindi necessario scaldarla, in modo che si allunghi e farla quindi aderire “tirandola” con movimenti a ventaglio delle dita, partendo sempre dal centro ed andando verso i due estremi laterali.

6) Rifininitura: in prossimità delle saldature o di alcune lavorazioni, la pellicola non aderisce correttamente anche se opportunamente scaldata e formata. Dobbiamo quindi tagliarla per evitare che la parte sollevata diventi un canale in cui si insinuano sporco e terra.

Il taglio di precisione può essere fatto con un bisturi o un cutter. Il bisturi è naturalmente più efficace in quanto molto affilato. Il segreto è incidere la pellicola senza andare a rigare il telaio. Una volta incisa la pellicola, si può togliere agevolmente la parte indesiderata e la pellicola si taglia facilmente.

7) Finitura: con il phon scaldiamo per bene tutta la pellicola e con le dita premiamo con forza sui bordi per assicurare un’aderenza ottimale degli stessi. Eventuali bolle d’aria possono essere rimosse forando con uno spillo. Bolle d’aria più piccole spariranno con il tempo, in quanto la colla è autoagglomerante.

Pellicolare un telaio come si deve è un lavoro che richiede una certa manualità. Non vi ritenete capaci? Non c’è problema, provateci lo stesso! A differenza di altri interventi, in cui il rischio è di danneggiare costosi componenti se si sbaglia qualcosa, quando si pellicola il telaio è impossibile fare danni. Qualcosa va storto? Non ci piace il risultato? Togliamo la pellicola e riproviamo!

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