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Ciao a tutti,
rieccomi a voi dopo la lunga pausa invernale delle Feste natalizie e il Capodanno.
Quindi, tanto per cominciare, auguro un Buon Anno a tutti voi, che possa portarvi nuove emozioni, nuove sfide da vincere e nuove motivazioni in tutto ciò che fate, dallo sport alla vita quotidiana.

Nel nostro ultimo appuntamento vi avevo lasciato con la lettura di un libro, che spero vi sia piaciuto e vi abbia aiutato a comprendere l’importanza della motivazione che guida l’agire degli sportivi.

Torniamo però a noi e a questo articolo di inizio anno…
Il nuovo anno porta sempre, o nella maggior parte dei casi, buoni propositi e nuove idee. Tuttavia altrettanto spesso problemi di vario genere, contrattempi e negatività dei pensieri, che portano a carenze motivazionali, conducono all’insuccesso.
I problemi vanno affrontati, i contrattempi gestiti.

Per fare questo occorre comprendere quanto e come noi stessi possiamo essere influenzatori di ciò che stiamo affrontando, o vogliamo affrontare.

Provate a pensare a quante volte siete usciti per un allenamento, o per una gara, pensando che voi, o il vostro allenatore, avevate programmato un allenamento troppo duro.

Vi è capitato a volte di considerare un percorso al di sopra delle vostre possibilità e di ottenere comunque una buona prestazione?
Quante volte piuttosto è successo il contrario?

Occorre analizzare come vi siete preparati a quegli eventi.
Probabilmente avrete cercato di analizzare i punti del percorso più favorevoli, ma come avete affrontato il resto della prova? Come vi siete sentiti nei giorni precedenti alla gara? Come vi siete sentiti al termine di quella giornata? Molto probabilmente stanchi e poco soddisfatti, contenti che fosse finita.

Limiti fisici di ognuno a parte, c’è un modo per rendere i vostri obiettivi più percorribili e raggiungibili.
Si tratta della vostra testa e dei vostri pensieri. Vi ho già accennato in uno degli scorsi appuntamenti al self-talk, il linguaggio interno che tutti usiamo, per motivarci, per stringere i denti, per farcela.
Il self talk è lo strumento principe della Psicologia Positiva.

Il “Penso Positivo” divenuto di moda negli anni passati come filosofia di vita è forse un po’ appannato da come vanno le cose nel mondo di oggi, ma sviluppare un atteggiamento positivo verso il proprio sport e la fatica che porta con sè è il modo migliore per diventare dei ciclisti migliori, più forti di testa, certamente, ma anche più forti nel fisico e nella resistenza.

Allenarsi a pensare positivo è un percorso lungo e che non da risultati percepibili nel breve periodo. Come ogni nostro muscolo, anche il nostro cervello ha bisogno di un allenamento prolungato nel tempo perché si vedano i frutti.
Ma se farete vostro il principio del Pensa Positivo i risultati non si faranno attendere.

Molti di voi probabilmente avranno già un dialogo interiore strutturato e a cui faranno ricorso durante le gare o gli allenamenti. Altri dovranno imparare ad usare questo dialogo e i pensieri che lo guidano.

In tutti i casi la prima cosa da fare è togliere la forma negativa da pensieri e frasi.
Se vi ponete la domanda “Dove voglio arrivare quest’anno” non rispondetevi mai “Non devo fare questo errore…” o “Non devo fare come l’anno scorso ho fatto in quella occasione…”.

Usate la forma positiva e sforzatevi di vedervi raggiungere un obiettivo positivo “Quest’anno (con questo allenamento, in questa gara…) sarò efficace, sarò puntuale nella preparazione, etc…”

Altrettanto usate la forma positiva per caricarvi durante le gare: non “Non mollare…” ma “Insisti!!!”, “Continua cosi!!!”.

Come esercizio fate un elenco delle frasi e dei vostri pensieri più comuni. Poi trasformate tutto in forma positiva.
Imparate ad usare il pensiero positivo sia prima di un allenamento o una gara che durante.

Vi accorgerete che imparando a utilizzare sistematicamente il pensiero positivo ed il linguaggio interiore i risultati miglioreranno e che soprattutto avrete sensazioni migliori sulle vostre prestazioni.

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