Perché produrre a Taiwan?

Nei mesi scorsi abbiamo visitato diverse fabbriche in giro per il mondo, tutte chiaramente impegnate nel campo della mountain bike.

Dalle ruote alle selle, dalle trasmissioni ai telai abbiamo visto diversi passaggi nella produzione delle biciclette.

Una cosa che salta all’occhio quando si discute della produzione delle bici è la diffidenza nei confronti di bici e componenti fatti in oriente, ad esempio Taiwan. Il mercato ha una regola che domina su tutti gli altri fattori: il prezzo deve essere più basso possibile. E questo vale tanto per i clienti quanto per i produttori, nella gran parte dei casi. Nella pratica, significa che i clienti compreranno componenti al minor prezzo possibile ed i produttori produrranno nel modo più economico possibile.

Hope, nel Regno Unito, ha una fabbrica in cui si dà molta importanza all’ambiente di lavoro.
La produzione di Hope è molto automatizzata, con operai che controllano le macchine e le parti che producono.

Il fatto è che i componenti delle biciclette non sono giocattoli di plastica, e molti dei componenti richiedono una produzione ed uno studio di alta precisione, il tutto combinato con un accurato controllo di qualità. La conseguenza è che la produzione, in generale, non sarà economica come si spera. La grande precisione richiesta serve a far fronte all’uso dei rider, che mettono i componenti sotto stress, li portano al limite e si aspettano prestazioni straordinarie. Inizialmente, per far fronte a queste richieste, la maggior parte dei produttori costruiva in Europa, negli Stati Uniti o in Giappone. Zone adatte alla produzione di componenti di precisione.

I proprietari di Wellgo a Taiwan si preoccupano sia dei propri operai che della qualità della produzione. Ci sono macchine simili a quelle di Hope ma la fabbrica ospita molti più lavoratori.
La fabbrica Wellgo vista da fuori. Rispetto a quella inglese questa ha un aspetto più industriale.

Taiwan ha cominciato ad emergere come località adatta alla produzione di precisione 25-30 anni fa circa. Si è sviluppata molto velocemente fino al giorno d’oggi, quando quasi tutta la produzione dell’industria ciclistica è concentrata qui. Per conoscerne il motivo, abbiano deciso a chiedere a qualcuno che sappia di cosa parla e possa spiegarci bene le cose. Quando eravamo a Taiwan abbiamo avuto la possibilità di discutere con Mark Marusarz, product manager di Specialized. Ecco le domande che ci aiuteranno a fare chiarezza.

Se si vuole entrare nell’industria ciclistica, da dove bisogna cominciare?

Da un’idea innovativa. Poi bisogna proteggerla e partire per Taiwan.

Perchè Taiwan ospita una fetta così grande della produzione?

Perchè ha infrastrutture sviluppatissime. E’ facile produrre a Taiwan. Il clima, dal punto di vista degli affari, è aperto ed amichevole. E’ in effetti economico, ma i rischi sono ritardi e problemi con la proprietà intellettuale.

Quando si fanno ordini a Taiwan, come si fa a sapere quanto ordinare?

Ah! Ci vuole della magia nera. Sono necessari degli esperti che sappiano stimare bene la domanda e che lavorano a stretto contatto con i team dei settori vendite e marketing per mettere a punto un piano. Poi io lo prendo e lo inoltro ai fornitori sulla base della capacità richiesta.

Quanto tempo ci vuole in genere tra il disegno di una bici fino a che il cliente la possa avere in mano?

Per le idee più semplici 6 mesi, mentre per il carbonio ce ne vogliono 12-18.

Come fanno le Case a seguire la produzione ed ad assicurarsi che tutto rispetti le richieste se la produzione avviene dall’altra parte del pianeta?

Siamo sempre in loco, inoltre estraiamo campioni e li testiamo a fondo.

E’ vero che ci sono un sacco di tecnologie o capacità particolari che si trovano solo a Taiwan?

La stabilità è secondo me il punto forte di Taiwan. Inoltre è difficile trovare ingegneri che disegnano e producono come a Taiwan, sono tanti e sono bravi.

Hai menzionato il problema della proprietà intellettuale e dei prodotti contraffatti. Com’è questo problema nel mondo della bici?

Il problema numero uno è la sicurezza. Questi prodotti contraffatti non sono strutturalmente solidi. E non c’è niente di peggio per tutti noi nell’industria della bici che sentire che un prodotto che abbiamo fatto abbia fatto male a qualcuno. Noi facciamo tutto quello che possiamo per garantire l’integrità di design e produzione. NON VOGLIAMO ASSOLUTAMENTE che nessuno si ferisca. Se finisce sul mercato una copia che il cliente pensa noi abbiamo prodotto e testato e viene sottoposta ad uso intenso, potrebbe cedere e causare delle lesioni al proprietario. E noi ci troviamo in tribunale. Quindi da una parte la cosa ci viene a costare denaro, ma il fatto più grave è che l’utente si sia fatto male, non c’è niente di peggio.

Cosa si può fare per evitare i prodotti contraffatti? Come fanno i clienti a riconoscerli?

Lavoriamo senza sosta per sviluppare metodi per riconoscere le copie. Il mio avvertimento numero uno è: se l’affare sembra troppo buono per essere vero, lo è. Non comprate da canali di distribuzione non autorizzati.

Dove sta andando l’industria in termini di produzione? Si finirà con le bici prodotte con stampanti 3D? Quanto è lontano questo concetto?

Su questo non so risponderti. Chiederò in giro!

Grazie!

A cena con alcuni manager Specialized a Taiwan

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