Pole riparte dalla nuova Vikkelä

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Pole rinnova la sua gamma iniziando dalla nuova Vikkelä, progettata come discendente della ebike Voima dalla quale eredita la maggior parte delle caratteristiche tra cui il caratteristico sistema di sospensione Sensei. Con il nuovo cinematismo Sensei, il marchio finlandese ha mandato in pensione l’Evolink e di conseguenza la Stamina che è stata appunto sostituita dalla nuova Vikkelä.



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La nuova nata di casa Pole offre 191mm di escursione posteriore abbinabile a forcelle da 180 a 200mm sia monopiastra che doppia piastra. Monta entrambe ruote da 29 pollici ed è indicata per tutti gli utilizzi dall’all mountain al bike park. Viene descritta come “una DH che puoi pedalare tutto il giorno” e il suo nome, in lingua finnica, significa “agile”.

Come da tradizione Pole, anche la Vikkelä è costruita in Finlandia con la tecnica della lavorazione a CNC di due semigusci di alluminio 7075-T6 che vengono incollati tra loro. Il telaio ha superato i test EFBE per la certificazione in categoria 5 ed è garantito per 5 anni con un limite di peso dell’insieme bici/rider di 140kg. Il peso della bici completa varia da 14 a 17kg in base al montaggio.

È corretto affermare che la Vikkelä è nata attorno al nuovo sistema di sospensione Sensei. Questo sistema di sospensione a sua volta è nato affinché Pole potesse realizzare una MTB elettrica, dato che il precedente cinematismo Evolink, con la sua biella concentrica al movimento centrale, non consentiva l’adozione del motore. Il risultato è piaciuto a tal punto al fondatore Leo Kokkonen e ai rider di Pole che è stata interrotta la produzione della Stamina che utilizzava l’Evolink per dedicarsi alla progettazione della Vikkelä con Sensei.

Un aspetto interessante della Vikkelä è la possibilità di montare due diverse opzioni di perno principale del sistema di sospensione per adattare la rigidezza laterale del telaio al proprio stile di riding. Il perno normale determina una buona rigidezza che consente adeguata precisione e al contempo rende la Vikkelä sufficientemente permissiva e confortevole. Il perno “race” implemente notevolmente la rigidezza laterale della Vikkelä e la rende adatta ai racer e a chi spinge la bici davvero al limite e cerca la massima precisione a velocità nettamente superiori alla media. Rigidezza che risulterebbe eccessiva per un rider di livello amatoriale.

Le geometrie sono piuttosto aggressive ma tutto sommato adeguate all’utilizzo pedalato che la Vikkelä consente grazie al sistema di sospensione molto stabile, nonostante la lunga escursione. Particolare l’altezza del movimento centrale piuttosto elevata rispetto alla media. Una caratteristica voluta, emersa dai test di riding dei prototipi della Vikkelä durante il suo sviluppo.

La Vikkelä è disponibile in 2 diversi allestimenti customizzabili al momento dell’acquisto. Il più pregiato parte da €6.835 mentre la seconda opzione parte da 5.500 euro. Disponibile anche il solo telaio con ammortizzatore a partire da 3.926 euro. Il colore di serie è l’alluminio grezzo mentre per le altre due colorazioni, oro e grigio, occorre aggiungere 350 euro.

Pole Bicycles

 

Commenti

  1. marcocapoti:

    Se

    Nel sito e nel web trovi tutte le spiegazioni. In sintesi. da 2 lastre di ergal viene ricavato (per fresatura) il semi-telaio (destro e sinistro). vale per il triangolo anteriore, per il "forcellone" (i braccetti e altri componenti sono pieni). Sulle due metà dx e sx viene poi applicato uno speciale collante industriale, vengono unite e tenute "compresse" in uno stampo. A fine processo il risultato è un elemento strutturale unico (assimilabile ad un monoscocca) con spessori differenziati, rinforzi ecc. direttamente ricavati durante la fresatura. Rispetto alle tecniche adottate da Pole nel passato (e che avevano dato un certo numero di telai problematici) il cambiamento principale è stato l'incollaggio nello stampo ed il ricorso a collanti di ultima generazione. Nel web trovi un video che mostra il capo di Pole che cerca di far cedere a martellate una sezione della scatola sterzo.... interessante https://www.instagram.com/reel/Cj0e9TYMkZV/?utm_source=ig_web_copy_link
    Molto infatti alla fine cede l'incollaggio.
  2. Sono 2 quarti di guscio e per scollarlo lo ha martellato a chiuderlo e ad aprirlo infilando un tubo. Non sono sollecitazioni possibili nella realtà.
    Nella realtà sono solo torsioni senza impatto.
    è molto diverso

    secondo me a prendere a martellato un tubo chiuso da 2 semigusci con dentro una coppia di cuscinetti a fare da battuta non si ottiene lo stesso risultato

    arriverà un fabbro a darci due dritte?
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