Abbiamo già presentato il nuovo casco Ixs a questo LINK. Ci è stato consegnato per un test che sarà pubblicato non appena lo avremo utilizzato abbastanza per essere obiettivi. Ciò che ci ha colpiti è che a consegnarcelo è stato proprio Richie Schley, prorider di fama mondiale nonchè pioniere del freeride moderno. Il casco è infatti il suo pro model, nato perciò dalle sue necessità e da sue precise direttive. Ne abbiamo subito approfittato ponendogli qualche domanda per capire il lavoro che c’è dietro alla creazione di un casco di questo tipo e in generale ad un lavoro di sviluppo di un prodotto, inoltre di come un rider come lui possa dare un contributo importante in quanto a feedback e consigli ad una azienda come Ixs.
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Jack: Ciao Richie è un onore conoscerti, siamo qui per presentare il tuo casco pro-model by Ixs. Da quali obiettivi sei partito, che caratteristiche deve avere per te un casco nel tuo stile di riding.
Richie S.: La maggior parte del tempo che passo su una bici è in fuoristrada, sia in salita o in discesa. Durante il riding quotidiano insomma è fondamentale avere un casco in testa che possa proteggere da eventuali urti. L’idea di base era di farlo areeggiato come un casco da xc, ma protettivo come un casco da dirt. Ecco perchè abbiamo una protezione sulla nuca, abbiamo materiale che protegge le tempie ecc. Penso inoltre che molte aziende si concentrino su grafiche e sul rendere belli e appariscenti i propri prodotti, anche se sono scomodi o poco efficienti.
Noi invece vogliamo badare alla sostanza e abbiamo voluto creare un casco prima di tutto funzionale. Ovviamente poi abbiamo optato anche noi per colori accesi e splendenti perché comunque lo stile fa sempre la sua parte.
J: Come è nata la collaborazione tra un rider Canadese come te e una azienda Svizzera??? Spesso le aziende cercano di collaborare con rider delle loro zone per avere un feedback più diretto e veloce. Io so cosa significhi sviluppare un prodotto, il lavoro e la soddisfazione che ci sono dietro. Avevate deciso di sviluppare una tua linea di prodotti già dall’inizio o è stato un passo successivo e dettato dalla naturale evoluzione delle cose?
R.S.: In realtà io non ho scelto niente ha fatto tutto il mio agente (e ride). A parte gli scherzi ho visto i prodotti ixs addosso al mio amico Darren Berrecloth e li ho trovati da subito interessanti. Quando poi sono entrato in contatto con loro mi sono reso conto di come siano una delle realtà più attive dal punto di vista dell’innovazione tecnologica, della proposta di colori e stili diversi e della promozione del brand nell’ambiente Bike.Fin da subito l’idea era quella di sviluppare i prodotti e di avere una linea specifica col mio nome. Il casco, primo tra questi prodotti, ha richiesto più tempo di quanto pensassimo, ma ora dopo 3 anni finalmente c’è!
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J: Chi come me ti ha sempre visto nei video professionali negli anni passati, avrebbe potuto ipotizzare la creazione, da parte tua, di un casco integrale invece di uno da pedalare. Del resto te sei un pioniere del freeride moderno nonché un rider che ha spostato i limiti del riding ben più avanti negli anni scorsi. Come mai questa scelta di sviluppare un casco aperto.
R.S.: In realtà questa è un’idea sbagliata che hanno in molti. Se io penso al riding a Whistler, dove vivo, il bike park rappresenta forse il 5% dei percorsi totali. Normalmente infatti io giro su sentieri naturali lontani dal park, sentieri aperti negli anni dai local e raggiungibili solo pedalando. Questo per dirti che la maggior parte del tempo in cui sono in bici utilizzo caschi aperti e ho bisogno di un casco leggero che mi permetta di pedalare. In inverno vivo nella California del sud e anche lì ci sono trail fantastici e raggiungibili solo pedalando. Nei video si ricerca sempre il limite e quindi si utilizzano protezioni adeguate, quindi il casco integrale.
I trail canadesi inoltre sono davvero tecnici, per questo motivo abbiamo voluto fare un casco che fosse leggero come un casco da xc, ma che desse una maggiore sensazione di sicurezza. Il nuovo ixs protegge infatti la nuca e scende anche sulle tempie molto di più di un normale caschetto aperto. Ho sempre trovato che i caschetti da xc si muovessero sulla testa, o comunque mi davano tutti la sensazione di essere ballerini e di proteggere solo la parte alta del cranio. Insomma non mi sentivo a mio agio. Di contro volendo pedalare la bici per ore e ore su percorsi con migliaia di metri di dislivello, salite e discese ripetute, sia scorrevoli che tecniche, non amo nemmeno l’integrale poiché troppo oppressivo e caldo in molte situazioni. Questo modo di andare in bici, l’all mountain vero, richiede quindi caschi che proteggano e diano sicurezza e che allo stesso tempo siano davvero leggeri, areati e comodi.
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J: Hai in programma anche un integrale, o magari una tua linea di prodotti in linea con il tuo stile di riding?
R.S.: Attulmente non stiamo lavorando su una specifica linea “pro-model” per me, io e gli altri rider stiamo infatti testando continuamente le protezioni già in commercio, e stiamo valutando continui miglioramenti da apportarvi. Mi piacerebbe creare una mentoniera da applicare su questo casco andando a creare un vero e proprio integrale senza il bisogno di portare dietro due caschi e che fosse leggero come un casco normale. Inoltre che fosse bello da vedere, una volta montato, come un vero integrale e non come gli ibridi che ci sono già in commercio.
J: Il regolamento di molte gare enduro obbliga all’uso dell’integrale, farne uno leggero e areato sarebbe probabilmente una buona idea analizzando il mercato nonché i bisogni dei rider. Cosa ne pensi te e cosa ne pensa Ixs al riguardo.
R.S.: Sicuramente un casco di quel tipo è nei piani aziendali. Il bello di Ixs è proprio la loro attenzione al lavoro dei rider. Ciascuno di noi può dire la propria riguardo una protezione, le necessità di un rider come me saranno diverse da quelle di un rider della Dh o di un freestyler, Ixs ha il merito di ascoltare tutti e di adattare i propri prodotti e innovarli seguendo una direzione indicata proprio da noi pro rider. Alla fine noi andiamo in bici tutti i giorni quindi siamo decisamente degli ottimi tester e siamo assolutamente in grado di guidare una azienda attraverso lo sviluppo di un prodotto.
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J: E allora mi ripeto…Ma non ti piacerebbe un linea tutta tua?
R.S.: Certo mi piacerebbe. Dai visto che sei così insistente ti dico che a breve avrò una colorazione speciale per il casco integrale che sarà poi commercializzata! Per il resto vedremo.
J: Quanto tempo ci avete messo a sviluppare questo casco? Da quali obiettivi siete partiti? Quali sono le caratteristiche del casco che apprezzi di più?
R.S.: Ci abbiamo messo circa 2 anni, abbiamo fatto vari prototipi e infine, tre mesi fa, mi è arrivato un prototipo che poi sarebbe diventato il casco definitivo, nonché quello che tieni in mano adesso.Il casco ovviamente doveva essere protettivo, bello da vedere, comodo, areato, leggero.
Una delle tecnologie che abbiamo utilizzato è stato il “Double inMould”. In pratica consiste nell’applicare una striscia di plastica anche sulla parte del polistirolo sopra agli occhi. In questo modo si evita che questo possa consumarsi o perdere pezzetti/ sgretolarsi col tempo. Rende quindi il casco più duraturo e anche curato nei particolari.
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Anche l’imbottitura con doppia mescola risulta davvero comoda, mentre la chiusura con regolazione posteriore (a rotella) è davvero rapida e semplice da utilizzare anche con una mano sola. Spesso io allargo questa regolazione nelle salite per avere un po’ più comfort. La chiudo poi con qualche click prima di iniziare a scendere per avere un casco più saldo in testa. Inoltre anche questa regolazione ha la possibilità di essere regolata su tre altezze sulla nuca. Perfetta per adattarsi ad ogni tipo di testa.La visiera è un’altra delle caratteristiche che mi piace di più. Oltre ad avere la possibilità di essere regolata su varie altezze ha un sistema che permette alla parte anteriore di sganciarsi, facendo roteare la stessa sulle viti laterali che la legano al casco e evitando così che si rompa. Infine il casco è compatibile con l’utilizzo delle mascherine, altro sistema di protezione importante.
Il casco è poi davvero leggero con i suoi 320g e quando lo proverai ti accorgerai di quanto sia fresco o areato.
J. Sei già caduto con questo casco addosso? Puoi dirci qualcosa sulle sue doti di protezione.
R.S.: Io non cado! Però sono andato in azienda e mi hanno preso per le caviglie e fatto sbattere con la testa a terra ripetutamente (ride). A parte gli scherzi per fortuna non sono ancora caduto con questo casco ma mi fido a metterci la testa dentro quindi direi che sono abbastanza fiducioso su questo punto. Abbiamo tutte le certificazioni richieste sia in America che in Europa ( IEN, SPSE ), certificazioni che non sempre i caschi in commercio hanno, e dai test in laboratorio interni all’azienda è risultato essere davvero performante nell’assorbire gli impatti.
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J. Grazie della tua disponibilità, c’è qualcosa che vuoi dire ai nostri amici forumendoli?
R.S.: A breve andrò a Whistler per i miei Camp (I Raida come Mangi camp. in versione canadese!!). Inoltre ho tracciato il percorso della gara di enduro a Whistler, sarà un percorso particolare e probabilmente non piacerà a tutti, ma io penso che i percorsi di queste gare debbano essere delle tracce su cui ci si diverte a girare, su cui si girerebbe volentieri in un giro pedalato.Sono contento di tornare in Canada perché penso sia il luogo dove ci sono i trail più belli, ho in mente un sacco di trail fuori dal bike park che avrei voglia di fare, e altrettanti che vorrei scoprire o tracciare.
Tornerò in Europa per fare la gara di Enduro in Finale Ligure, evento davvero bello e in un contesto mozzafiato.
Grazie a voi, ci vediamo magari a Finale.
Un saluto a Mtb-forum!
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