Mavic ci ha dato la possibilità di provare la sua linea di vestiario Notch ad una sorta di mini Transprovence, guidati da mostri sacri del calibro di Fabien Barel, Jerome Clementz e Anne-Caro Chausson.
Ad Eurobike 2012 Mavic ha presentato la sua nuova linea di vestiario chiamata Notch e pensata per l’all mountain/enduro. Per farla provare ai media, qualche giorno fa Mavic ci ha invitato ad una sorta di mini Transprovence: una gara enduro organizzata appositamente per i giornalisti e avente come punto di partenza l’idilliaco paesino di Peillon, a pochi chilometri da Nizza.
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Nulla è lasciato al caso. Innanzitutto ci vengono dati i prodotti Notch: casco (prezzo: 100,- Euro), maglia a maniche lunghe (75 Euro), intimo, pantaloni (100 Euro) compresi di fondello, giacca (questa però della linea Stratos), guanti (38 Euro) e scarpe Alpine XL (125,- Euro). Queste ultime, già nel loro modello 2013, sono state testate da noi pochi mesi fa (link). Devo dire che questo paio non aveva il problema citato nel test dei cleats un po’ sporgenti, dato che camminare sulle rocce non é mai stato un problema.
Trovate tutto già nei negozi. Eccomi bardato Mavic in azione, giusto per farvi vedere di cosa si tratti (per le varie colorazioni cliccate sui link dei singoli prodotti).
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Una volta che abbiamo finito di aprire i regali di questo Natale posticipato, ci viene data in mano una cartelletta piena di cartine e altimetrie: la nostra mini Transprovence! Si tratta di una gara enduro, con prove cronometrate, prevalentemente in discesa, e trasferimenti (prevalentemente in salita) pedalati. Il nome non è casuale, dato che si rifà alla gara di 7 giorni che si tiene ogni anno in queste zone. L’organizzatore ha messo in piedi questo piccolo evento per i giornalisti, che comprende 7 discese cronometrate, distribuite su un giorno e mezzo. Visto che è una gara per modo di dire, solo le prime due risalite sono pedalate, il resto ce lo faremo comodamente con uno shuttle.
Avremo delle guide di eccezione: Fabien Barel, che vive a pochi chilometri dal nostro albergo, Jerome Clementz e Anne Caro Chausson. Eccoli in azione insieme.
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La cosa interessante è che, essendo in soli 11 giornalisti, i tre pro si possono alternare per farci da lepri o, meglio, da guide spirituali durante le discese. È pazzesco avere davanti un Barel che ti mostra le linee e che scende a 200 all’ora dove tu te la fai addosso.
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Al mattino fa abbastanza caldo, sopratutto durante la seconda salita con i suoi tratti ripidi. L’intimo a maniche lunghe lavora bene, insieme alla maglia il sudore traspira facilmente e non dà quella sensazione di bagnato di altri materiali. Il casco calza alla grande grazie agli ergo fit pad, che potete vedere bene qui. La ventilazione è buona, ma di questo vorremmo parlarvi più avanti, quando inizia la stagione calda.
Veniamo ai sentieri. I ragazzi di Mavic si sono prodigati nel cercare dei tracciati veramente enduro, quindi con tanti tratti pedalati in piano, ma sempre su singletrack, dove uno fa la differenza se riesce ad anticipare le curve e tenere la velocità per poi rilanciare il prima possibile. Insomma, una gran bella faticata!
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Nella foto qui sopra mi trovo nella prova speciale 1, dove mi sono perso miseramente ad un incrocio in cui mancava una delle frecce indicatrici. Se non fosse per Cristiano Guarco di 365Mountainbike che ho visto transitare dopo di me, sul sentiero giusto, sarei finito in spiaggia a Nizza. Il tratto di sentiero della foto é in piano ma molto guidato, con continue curve e rilanci.
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I sentieri sono “alla francese”. Nel senso che se sbagli nel punto sbagliato, muori. Ci sono dei punti esposti, segnalati, e tante belle curve dove si finisce in dirupi vari se si arriva lunghi. Ma è sopratutto l’inizio della PS2, definito “tecnico” da Barel, che mi lascia impressionato. Il mio Cicerone è Anne-Caro Chausson, che cerca una linea fattibile giù per un muro di roccia – anche per lei è la prima volta su questo sentiero – mentre io mi calo in corda doppia per non andarmi a schiantare contro l’albero che c’è in fondo al ripidone. Passato questo, il sentiero diventa fluido e da fare a manetta, ed è una goduria avere davanti a sè l’ex campionessa del mondo di DH che pennella le curve. Inutile dire che mi sento lento…
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Siamo in Francia, la cucina vuole la sua parte e così, prima della PS3, ci concediamo un bel pranzo con una porzione di lasagne che normalmente basterebbe per 3 persone. Forse è anche per questo che da ora in poi le risalite saranno meccanizzate.
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La PS3 è stata la mia preferita. Anche qui, c’erano diversi pezzi pedalati, ma il tratto finale, a manetta su rocce fisse, è da manuale delle MTB, malgrado della bella fangazza causata dalla neve che si è sciolta. I sorrisi a 32 denti degli altri partecipanti confermano la mia sensazione. Per la PS4 cambiamo versante e ci infiliamo nella neve presente sui versanti nord. Per fortuna che oggi fa caldo, quindi si riesce a percorrere i sentieri per bene anche con i 10 cm di neve presenti in certi punti. Questa volta sono in giro con Jerome Clementz, ma veniamo fermati da un giornalista spagnolo finito in una delle scarpate di cui vi raccontavo prima, per fortuna con fondo sabbioso. Jerome lo aiuta a risalire mentre io proseguo per non perdere troppo tempo. In fondo era vivo e vegeto, no? Haha.
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I pantaloncini Notch mi piacciono, hanno un bel taglio e una giusta lunghezza che arriva esattamente sopra le protezioni, senza essere né troppo lunghi né troppo corti. Il materiale è resistente, pur non essendo troppo caldo. Anche qui, vi terrò aggiornati sul loro comportamento durante la stagione più calda. Molto funzionale il fondello, estremamente leggero e allo stesso tempo identico a quello dei pantaloncini in lycra della linea Stratos.
Il giorno dopo ci aspettano altre 3 prove speciali, di cui una velocissima direttamente da Peillon giù in valle, dove mi faccio pilotare da Barel. Il ragazzo, ultimamente passato a Canyon, è un manico pazzesco, non per niente è stato due volte campione del mondo di DH. Fa di quelle linee incredibili.
Oggi 4 giornalisti hanno dato forfait, vuoi per stanchezza, vuoi per il volo di ritorno a casa. I 4 in testa alla classifica, due francesi e due inglesi, si danno battaglia giù per un sentiero che parte dal famoso Col de la Madone, dove Armstrong si allenava per il Tour de France ai suoi tempi d’oro (o di doping, che si voglia dire). Le due PS finali sono molto rocciose e, nelle zone d’ombra, ghiacciate, ma con quel ghiaccio dopo scongelamento che si lascia pedalare, fin quando non si sbaglia linea, come capitato ad uno dei britannici che è caduto e si è rotto un labbro. Niente paura, alla fine ha concluso la gara, terminando 5° davanti a me.
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Una bella esperienza, la mini Transprovence. Sarebbe bello provare la gara completa, ma i 70 posti sono tutti pieni, per il 2013. Per il 2014 chissà…
Ho usato una Liteville 301 MK10 montata XX1. Eccomi ancora lindo ed intonso prima dell’inizio della gara.
>>> Il catalogo abbigliamento Mavic 2013
Foto © Mavic2013_www.reuiller.com
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