Qual è la formula giusta per le gare enduro? Il parere del patrono EWS

Ieri, durante una giornata in ricognizione con i media, ho potuto parlare con Chris Ball, che sta a capo dell’Enduro World Series, sulla direzione imboccata dalle competizioni enduro. Eccovi anche la preview del percorso.

Oggi Chris Ball, una delle menti dell’Enduro World Series, ci ha accompagnato a provare il percorso dell’ultima tappa delle EWS che si terrà questo fine settimana a Finale Ligure.

La gara si svolerà su due giorni, sabato quattro prove speciali (PS1-PS2-PS3-PS4) per complessivi 45 km e 1400 metri di dislivello, domenica due prove speciali (PS5-PS6)per 25 km e 900 metri di dislivello.

Appuntamento in piazza insieme ad altri giornalisti italiani ed europei, giusto il tempo di ricevere il portanumero dedicato alla stampa e, caricate la bici sul carrello del furgone, via verso le speciali, svelate giusto ieri sera.

PS1: Dolmen (Lunghezza 1,81 km, dislivello in discesa 224 m).

La speciale che apre la gara parte con un lungo singletrack in leggera discesa piuttosto scorrevole tutto da pedalare che conduce ad un primo tratto tecnico, una serie di grossi massi di calcare ad aggirare o da saltare, a seconda delle proprie capacità. Segue un tipico terrazzamento ligure da percorrere pedalando a sella alta, al termine del quale inizia la parte piu’ tecnica, una lunghissima discesa su sassi fissi che termina con la discesa lungo la massima pendenza di 4 terrazzamenti.

PS2: Caprazoppa (Lunghezza 2,38 km, dislivello in discesa 310 m).

La prima novità di questa edizione, un sentiero storico del finalese utilizzato in passato per gare di xc ed ora riscoperto per l’enduro. Si parte dalle antenne con un primo tratto in leggera discesa tutto da guidare su un bel fondo scorrevole prima e successivamente caratterizzato da rocce fisse. Segue una lunga salita (circa 300 metri) mai ripida ma piuttosto tecnica quasi tutta su rocce, dove è proibito distrarsi e perdere il ritmo sbagliando la scelta della linea. Al termine inizia una serie di tornanti ripidi e stretti, a tratti molto tecnici, che immettono sulla lunga discesa finale, caratterizzata da numerose e divertenti chicane introdotte per limitare la velocità.

PS3: San Michele (Lunghezza 1,91 km, dislivello in discesa 301 m).

Altra novità introdotta quest’anno, e’ anche la speciale scelta per la Red Bull Time Rush. Si parte dal decollo dei parapendii con una stupenda vista sul mare, una breve discesa, uno strappo in salita e poi inizia il divertimento. Un infinito singletrack  tutto da guidare, caratterizzato da qualche sponda, qualche serpentina e qualche salto, porta alla chiesa di San Michele (da cui si gode una stupenda vista su Noli), dove inizia il tratto finale molto tecnico: ripidi, gradoni e tornanti al limite della fattibilità in sella conducono alla classica scalinata ligure che porta a Noli, dove termina la speciale. Probabilmente la speciale piu’ completa e varia, di sicuro quella che ci e’ piaciuta maggiormente.

PS4: DH Donne (Lunghezza 3,83 km, dislivello in discesa 376 m).

Partenza dal punto piu’ alto delle Manie, Bric dei Crovi. Un primo tratto su sentiero guidato mai troppo veloce porta ad uno stradone tagliafuoco dal fondo smosso da percorrere ad alta velocità, scegliendo con cura la linea migliore. Un breve strappo conduce su due dossi dove inizia una serie di curve con sponde, inframezzate da compressioni e salti che permettono di evitare l’inutile rettilineo del percorso classico. Si prosegue con il traverso a mezza costa sopra Varigotti, sicuramente il luogo piu’ fotografato dalle migliaia di biker che affollano Finale e dintorni durante tutto l’anno. Due tornanti ripidi su fondo molto smosso immettono su una classica mulattiera ligure che saprà sicuramente mettere a dura prova i mezzi e le braccia dei rider già provati da una lunga giornata di gara.

PS5: Cacciatore VS Guardia  (Lunghezza 4,12 km, dislivello in discesa  416 m).

L’ultima delle tante novità introdotte in questa edizione. La speciale piu’ lunga della gara caratterizzata da un inizio su fondo compatto molto scorrevole, una parte centrale piena di curve e controcurve tutta da guidare ed un tratto finale molto fisico tutto su rocce di calcare dove sarà importante scegliere la linea migliore. Una speciale già oggi molto polverosa, se domenica pioverà sarà sicuramente un gran bel divertimento!

PS6: Caprazoppa (Lunghezza 2,38 km, dislivello in discesa 310 m).

L’ultima speciale prevede di affrontare nuovamente Caprazzoppa, già percorsa il sabato.

Un tracciato di gara molto vario, lungo e duro, che saprà sicuramente mettere a dura prova sia i concorrenti che le bici. Di una cosa siamo certi: il divertimento non mancherà per nessuno, da chi lotta per i primi posti a chi per arrivare davanti all’amico.

 

Chris Ball

Abbiamo approfittato della pausa pranzo per fare qualche domanda a Chris Ball.

Ciao Chris, in Italia uno dei temi caldi delle gare Enduro è quanti giorni prima di una gara si debba sverlarne il percorso. Tu cosa ne pensi?

Penso che dipenda molto dal livello della gara, il format Superenduro ha funzionato molto bene in passato e funziona molto bene anche adesso. Le gare italiane e le gare francesi a livello nazionale funzionano piuttosto bene se le prove speciali vengono pubblicate anche un mese prima affinchè i rider possono venire a provarle nei weekend precedenti, non vedo che problema ci sia e tutto è “rilassato”. A livello delle EWS dobbiamo considerare che la situazione è molto differente e c’è il fatto che molti top riders devono viaggiare. Sai, soltanto qui abbiamo Sud America, Australia, Nuova Zelanda, Africa…e poi ci sono i paesi del nord Europa che sono più lontani, come la Svezia, la Norvegia, la Finlandia, l’Inghilterra… Quindi se pubblichi le prove un mese prima darai il vantaggio di poterle provare solo a chi può permettersi di venire qui un mese prima. Quindi per un evento internazionale è importante mantenere le prove quanto più possibile segrete e penso che questa decisione sia basata sulla necessità di rendere la gara il più onesta possibile.

Oggi ci sono moltissimi rider sui sentieri ed moltissimi shuttle sulle strade, a volte addirittura in coda!

Per quanto riguarda gli shuttle, personalmente non ne sono un gran tifoso. Ritengo che lo spirito dell’enduro, che è anche il messaggio che vogliamo diffondere, sia “riding a bike”, andare in bici! E quindi anche pedalare in salita. Ci sono comunque le situazioni ideali, e poi quelle reali. La situazione ideale sarebbe che ognuno vada sempre in bici (quindi anche in salita, ndr). La situazione reale è che siamo su strade pubbliche che portano in cima ad ogni salita, è legalmente e finanziariamente impossibile controllare gli shuttle. Quindi alla fine si possono usare gli shuttle sulle strade pubbliche, perchè non lo si può impedire, ma si possono chiudere almeno in parte le strade sterrate. Questa è l’unica possibilità per far sì che almeno una parte della risalita debba essere pedalata.

Per un professionista puo’ essere possibile provare le speciali risalendo a pedali, ma per un appassionato questo non è sempre possibile, per problemi di tempo, di lavoro, di allenamento… e quindi gli shuttle vengono molto utilizzati.

E’ cosi ovunque a livello nazionale. E’ il risultato di un certo tipo di riding dato anche delle caratteristiche del territorio. Per esempio in Inghilterra non abbiamo strade asfaltate che si inerpicano sulle montagne, quindi sei obbligato a pedalare, poi dipende dal luogo, se vai a Whistler ci sono gli impianti di risalita e questi vengono usati, è la natura umana scegliere l’opzione meno faticosa…

Quale pensi che sia la direzione in cui andrà l’enduro? Qualcosa probabilmente è cambiato rispetto all’anno scorso, cosa prevedi per il futuro?

 

Probabilmente la cosa più evidente che ho notato in questa stagione di enduro è che i rider sono diventati più professionali, ho visto un enorme sviluppo dei prodotti, delle bici che stanno usando, e penso che nel tempo il formato delle gare diventerà più omogeneo, tra dieci anni avremo gare più simili tra loro. Penso che ora la filosofia sia stata di cercare di mantenerle il più differenti possibile, pur in un contesto simile. Nel tempo abbiamo fatto delle cose che non hanno funzionato tanto bene come altre che invece hanno funzionato molto bene e posso immaginare che nel futuro diventeremo sempre più sintonizzati con i corridori e faremo più cose che piacciono ai rider  e meno di quelle che non piacciono.

Quindi una struttura simile per tutte le gare mantenendo però sempre una certa specificità caratteristica di ogni gara? Differenze minori tra le gare, ma ognuna manterrà un format specifico?

Sì questa è più o meno la direzione in cui stiamo andando

Quindi se andro’ a correre in Francia mi dovro’ aspettare un certo tipo di gara, un enduro piu’ “alla Francese”, in Italia piu’ “all’Italiana”, in Nord America piu’ “all’Americana” e l’anno prossimo scopriremo anche come intendono l’enduro in Sud America!

Esatto. L’enduro nord-americano è basato molto su un’influenza dell’enduro francese e italiano, sul formato rally del Superenduro e su quello francese basato sugli impianti. Mi chiedo quale sia la direzione in cui si sta andando, sono state provate così tante cose diverse in differenti paesi, e forse un format funzionerà meglio degli altri, come quello di Whistler quest’anno, un po di impianti, un po di pedalato.

Quindi pensi che quest’anno il formato di Whistler sia stato il migliore?

No non penso che sia stato il migliore, ma sicuramente tra i migliori. Penso che sia stato una grandiosa giornata di gara. E’ stato interessante, mi è piaciuto il fatto che i rider non siano tornati ai paddock, dovevano essere autosufficienti per tutto il giorno, che è quello che credo che sia l’enduro genuino, in cui sei da solo per tutto il giorno. Ma il superenduro, con il suo formato rally con il controllo orario è incredibilmente spettacolare, vedremo due giorni consecutivi di format Superenduro questo weekend, è eccitante, praticamente non è mai stato fatto prima, that’s all good!

Grazie Chris, ora andiamo che ci aspettano San Michele e DH Donne!

Andiamo!

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