La scelta delle gomme è un dubbio amletico che affligge da sempre tutti i bikers, che siano esperti o alle prime armi. D’altronde, se ci pensiamo un attimo, l’importanza delle gomme è subito chiara: gli pneumatici si interfacciano tra il terreno e la bici, quindi il loro ruolo è di primaria importanza. Possiamo avere la bici e le sospensioni migliori del monto, ma se mettiamo delle gomme scadenti o non adatte, la bici non portà mai andare bene.
Ok, gli pneumatici sono importanti, ma quali sono le caratteristiche che una buona gomma deve avere? Deve scorrere bene? Deve tenere bene in curva? La risposta è molto difficile e non è univoca… Tutto dipende da quello cerchiamo dalla gomma, se vogliamo scorrevolezza o grip, se vogliamo una copertura robusta oppure una scolpitura adatta ad uno o quell’altro terreno. Insomma LA gomma non esiste.
Non esiste infatti la gomma perfetta, anche perchè ogni terreno richiede disegni, mescole e sezioni diversi. Come sgeliere quindi?
Terreno asciutto-compatto
Visto che siamo in estate, partiamo da quello che è il tipico terreno che si trova solitamente sui sentieri di montagna: fondo compatto, asciutto, magari un po’ polveroso ma in terra battuta.
CARATTERISTICHE DELLA GOMMA IDEALE
Quando il fondo è compatto non serve una gomma particolarmente aggressiva in quanto il grip del terreno è già ottimo di suo. Possiamo quindi puntare a gomme più scorrevoli per migliorare la resa in pedalata e la scorrevolezza sui rilanci.
Una gomma troppo tassellata non solo è inutile, ma anche penalizzante. Il tassello alto, soprattutto se a mescola morbida, tende a flettere sul terreno duro e compatto perchè non riesce a penetrarvici. Il risultato è non solo una minor scorrevolezza, ma anche un minor grip, specialmente in curva.
Disegno: tasselli piccoli e ravvicinati, meglio se rampati.
Sezione: non servono gomme molto voluminose, si può puntare a qualcosa di stretto per migliorare la scorrevolezza.
Mescola: mescola dura che si consuma più lentamente, rende i tasselli meno flessibili e scorre meglio.
Terreno compatto-ghiaioso
Il terreno compatto, tendenzialmente roccioso ma friabile, con il secco tende a sgretolarsi lasciando uno strato superficiale di ghiaia/brecciolino molto sdrucciolevole.
Tipico dei singletrack alpini molto frequentati da biker ed escursionisti, il terreno compatto con un po’ di ghiaia/brecciolino in superficie è senza dubbio il più insidioso. Ti sembra di avere un buon grip, come sulla terra battuta, ma appena cerchi di frenare o entri in curva troppo deciso la bici schizza via. Il fondo duro infatti impedisce al tassello di penetrare e lo strato di ghiaia in superficie fa scivolare la gomma rendendo la guida molto impegnativa.
CARATTERISTICHE DELLA GOMMA IDEALE
In questo caso un po’ di tassello è molto importante, soprattutto sui lati. Il tassello infatti, se sufficientemente pronunciato, riesce a penetrare lo strato di ghiaia/polvere ed andare a far presa sul sottofondo duro, assicurando quel minimo di grip che ci permette di rimanere sulla traccia. Quello che però conta è una buona scanalatura tra i tasselli centrali e quelli laterali, così come un profilo squadrato della gomma.
Come detto è molto importante la tassellatura sui lati, che deve essere bella pronunciata. Una buona tassellatura laterale permette infatti alla gomma di mordere sulla ghiaia, di agganciarsi ad esse, anche quando il grip viene a mancare, evitando quindi che il copertone parta all’improvviso.
Disegno: tasselli medi con buona scolpitura laterale ed una buona spaziatura sono la scelta migliore. Un disegno a “taglio” al posteriore assucura un elevato grip in frenata.
Sezione: un minimo di volume aiuta a tenere la pressione leggermente più bassa ed a rendere la gomma più progressiva nel perdere grip.
Mescola: al posteriore una mescola dura è sicuramente la scelta migliore, ma all’anteriore una mescola leggermente più morbida (magari in tripla mescola, con un’anima del tassello più dura per evitare flessioni) è preferibile.
Terreno ghiaioso
Tipico dei singletrack alpini di alta quota o della zona del Garda, questo terreno, a causa della sua imprevedibilità, mette spesso in difficoltà molti bikers.
Il problema principale su questo fondo è la mancanza di grip. Sui tratti ripidi non si riesce a frenare, in curva le ruote sprofondano nella ghiaia facendo derapare la bici. La ghiaia comunque non è insidiosa solo in discesa… Anche in salita da un bel filo da torcere a noi poveri bikers, rendendo la pedalata molto faticosa a causa dell’affondamento delle ruote ed assicurando pochissima trazione, facendo quindi slittare la ruota con estrema facilità.
CARATTERISTICHE DELLA GOMMA IDEALE
Per andare bene sulla ghiaia servono gomme voluminose, gonfiate a pressione bassa. Solo in questo modo la bici riesce a galleggiare sul fondo cedevole.
Una bella 27,5+ quindi? Sicuramente questo è il terreno migliore per le semifat, ma con una buona gomma voluminosa possiamo comunque divertirci anche con i formati tradizionali.
Disegno: tasselli grossi e squadrati, belli pronunciati e soprattutto piuttosto distanziati.
Sezione: un volume generoso permette alla bici di galleggiare meglio e di usare pressioni più basse, aumentando il controllo
Mescola: mescola morbida, in modo da incrementare il grip.
Terreno soffice
Tipico dei singletrack appena aperti o dei boschi quando ha appena piovuto, il terriccio morbido è uno dei terreni su cui è più divertente guidare.
Il fondo è infatti molto prevedibile perchè la perdita di grip è progressiva. I tasselli affondano infatti facilmente nel terreno e questo assicura un grip ottimale.
Una tassellatura laterale pronunciata è sicuramente preferibile, ma più che l’altezza del tassello quello che conta è la spaziatura. I tasselli devono essere sufficientemente distanziati per permettere alla gomma di scaricare senza impaccarsi.
I tasselli distanziati non sono importanti solo per il grip, ma anche per la trazione, per evitare insomma che una gomma impaccata possa scivolare come un copertone slick.
Disegno: tasselli distanziati, meglio se pronunciati.
Sezione: non servono gomme super voluminose, una sezione intermedia è sufficiente
Mescola: mescola dura o morbida poco cambia visto che il grip è dato dal tassello che si conficca nel terreno, non dall’attrito gomma/terreno. Una mescola morbida può però tornare utile in presenza di radici o pietre viscide.
Le stesse considerazioni si possono fare anche per quanto riguarda la sabbia, per quanto sia un tipo di terreno molto difficile da trovare dalle nostre parti.
Fango
Il vero biker ama infangarsi e quindi anche se ha appena piovuto (o sta ancora piovendo) non rinuncia alla sua uscita.
Sul fango quello che conta è stare in piedi, per questo la scorrevolezza e la pedalabilità passano in secondo piano. Una gomma da fango deve avere i tasselli molto pronunciati e distanziati ed una sezione ridotta. L’obiettivo è penetrare lo strato morbido superficiale ed andare a prendere quello duro subito sotto.
Una buona gomma da fango è importante tanto in discesa quanto in salita e può fare la differenza tra procedere in sella o andare a piedi.
Disegno: tasselli alti, altissimi e soprattutto distanziati
Sezione: gomma stretta per tagliare il viscido in superficie ed andare a grippare sullo strato sottostante
Mescola: mescola morbida, per avere il giusto grip su pietre e radici viscide.
Pedalabilità o grip in discesa?
La scelta della gomma influenza in maniera molto importante il comportamento della bici. Una gomma scorrevole (sezione stretta, tasselli bassi e ravvicinati, mescola dura) assicura da un lato un’elevata efficienza in pedalata, ma dall’altro può non garantire sufficiente grip in discesa. Al contrario una gomma molto aggressiva (volume generoso, tasselli alti e distanziati, mescola morbida) può essere sì perfomante in discesa, ma dall’altro pesante e faticosa in salita.
Qual’è la scelta migliore? Sicuramente un compromesso. Un compromesso in base al terreno, tipo di giro che si intende affrontare ed anche in base alla bici che possediamo. Inutile “gommare” una trail bike con gomme da enduro, così come è inutile gommare una bici da enduro con gomme da XC. Nel primo caso è la bici a non permetterci di andare così forte da sfruttare appieno le gomme, nel secondo caso le gomme limiteranno le prestazioni discesistiche della bicicletta.
Ogni disciplina e specialità ha insomma le sue gomme. Nell’XC si andarà su copertoni molto scorrevoli e leggeri per “volare” sulle salite. Nel trail riding e nell’AM si cercherà una via di mezzo, che salga bene e tenga abbastanza in discesa, mentre nelle discipline gravity si andrà a trascurare la prestazione in salita a scapito di quella in discesa.
Davanti e dietro: gomme uguali?
La gomma anteriore e quella posteriore svolgono due compiti decisamente diversi.
- La gomma anteriore deve essenzialmente tenere in curva, in piega e sulle contropendenze.
- La gomma posteriore deve assicurare trazione in pedalata e grip in frenata. Se poi scappa un po’ in curva non è certo un problema.
Per questo motivo la scelta migliore è di differenziare la gomma anteriore da quella posteriore, andando a cercare copertoni che rispondano al meglio a queste specifiche.
Ad esempio, poichè quando si pedala (pianura o a maggior ragione in salita) è quasi tutto concentrato sulla ruota posteriore è una scelta intelligente montare una gomma più scorrevole al posteriore, ed una più tassellata all’anteriore. In questo modo la pedalabilità non ne risente più di tanto mentre ne guadagnano il grip in discesa e la guidabilità della bici.
Lo stesso si può dire per le mescole: una gomma più dura al posteriore assicura una buona scorrevolezza, mentre all’anteriore una mescola morbida ci garantisce il giusto grip.
Quindi, volendo fare una sintesi, per chi pedala:
- Gomma anteriore: mescola morbida, tassellatura pronunciata (specialmente sui lati) e sezione generosa.
- Gomma posteriore: mescola dura, tasselli più bassi e ravvicinati, sezione più stretta.
Quindi montare due gomme uguali è sbagliato? Non sempre… Ci sono alcune gomme molto polivalenti che si comportano bene sia davanti che dietro, Magari scegliendo due mescole o due sezioni diverse, la stessa gomma può essere usata sia davanti che dietro.
Che confusione! Quindi ad ogni giro devo cambiare gomma?
In teoria si, ma naturalmente, a meno di non essere in gara e di cercare il massimo della prestazione, è impensabile scegliere le gomme in base al terreno su cui andremo a girare. Quello che però possiamo comunque fare è una scelta consapevole. In base a dove giriamo o al tipo di terreno che c’è sui singletrack su cui pedaliamo abitualmente, potremo scegliere una gomma piuttosto che un’altra. Giriamo ad esempio in zone collinari con sentieri flow in terra battuta? La scelta migliore è sicuramente una gomma scorrevole. Viviamo a Riva del Garda ed i sentieri sono tutti verticali e cosparsi di ghiaia? Un bel gommone super tassellato è la scelta migliore.