[Comunicato stampa] “Che impatto ha avuto la pratica della mountain bike sull’economia di un intero territorio montano?”
Risponde il comprensorio Trentino Dolomiti Paganella, primo in tutta Italia a mettere a punto una ricerca sull’impatto che ha avuto la bici sull’economia della stagione estiva 2018. E i numeri sono pazzeschi.
La bike area Dolomiti Paganella comprende tre Bike Park zone (Andalo, Fai e Molveno), stilisticamente differenti, una fitta rete di single trail, per un totale di 80Km di trail serviti da 8 impianti di risalita e vanta oggi la stagione mtb più lunga delle Alpi, con apertura da aprile a novembre. Considerata dai biker una delle destinazioni migliori in Italia per chi cerca divertimento in sella ad una mountain bike, ha vinto la sfida: conquistare tra gli appassionati una reputazione fortissima, grazie ai sui trail curati e studiati per massimizzare sicurezza e divertimento e una serie di servizi (noleggio, un unico bike-pass, colonnine di ricarica per e-bike) che la pongono ai vertici per qualità dell’offerta, tanto da essere frequentatissima da biker stranieri, notoriamente molto esigenti.
Una vocazione che nasce da un preciso impegno strategico: puntare sulla mountain bike come polo di attrazione turistica che integra la stagione invernale, in una sorta di continum temporale che non contempla periodi di vuoto. Proprio per verificare gli impatti di questo prodotto turistico, l’Azienda per il Turismo ha deciso di effettuare una survey davvero sorprendente che mette in evidenza la qualità degli investimenti fatti sui tracciati e un grado di soddisfazione unico. All’indagine hanno partecipato 225 bikers intercettati nel corso della stagione 2018 con una provenienza 70% italiana e 30% estera.
Dalla ricerca emerge come la motivazione principale nella scelta della località Dolomiti Paganella Bike Area è data, per il 54% dalla rete dei sentieri dedicata, per il 14% dalla reputazione del luogo, come “destinazione mtb” e per il 10% dai servizi adatti alla mtb (guide, noleggi). Sempre sul tema della scelta al quesito: “pensando ad altre bike destination, l’esperienza globale nella bike area, com’è stata?”, il 60% degli intervistati ha risposto “molto meglio” ed il 21% meglio. L’indagine ha fatto anche utilizzo di alcune metriche per misurare, nel dettaglio, la capacità della destinazione nel generare esperienze “shareable” e quindi di innescare un passaparola positivo, vera arma a disposizione di chi si occupa di marketing. Il “Net Promoter Score mette quindi in luce come i bikers che effettivamente agiranno come “promotori” dell’esperienza bike sul territorio della Paganella siano il 75%.
Un altro sorprendente dato che è emerso dalla ricerca è anche la spesa media per il singolo biker: escluso bike pass e considerando la spesa in ristoranti, pernottamenti, noleggi etc. questa si attesta su 196 euro ciascuno. Un’altra conferma di come la mountain bike sia uno sport ad alto rendimento economico e di come possa fungere da traino nello sviluppo di un territorio in chiave estiva è il dato relativo alle giornate di apertura degli impianti di risalita che risulta in costante aumento da quando nel 2014 il progetto Dolomiti Paganella Bike ha assunto un’importanza strategica per il territorio.
Tutti i dati portano ad una considerazione univoca: la bike economy è un traino per l’economia del turismo in montagna, soprattutto a seguito di investimenti mirati che hanno portato ad un significativo aumento qualitativo dei servizi. I dati di partenza sono quelli relativi alla stagione 2018, con un passaggio bike totali certificato di +146% rispetto al 2016 (191.789 tot.), un significativo aumento del numero dei biker totali (+75%, 21.176 tot) e il raddoppio degli incassi maturati dagli impianti di risalita (+103%). L’ impatto economico totale per la stagione 2018 è stato valutato in 4.207.556 euro (spesa media biker per numero tot. biker + incassi bike pass). Numeri impressionanti che portano i servizi della Dolomiti Paganella Bike Area al vertice per gradimento.
Così Luca D’Angelo, Direttore dell’APT Dolomiti Paganella ci racconta: «Lo sviluppo del prodotto Dolomiti Paganella Bike ha portato la nostra destinazione in pochi anni ad essere una Top Mountain Bike Destination in Italia e sull’intero arco alpino. I risultati ottenuti, in termini di flussi turistici e di impatto economico sulla località, sono stati raggiunti grazie ad un lavoro di sistema tra i diversi attori e soprattutto grazie alla condivisione di un master-plan strategico capace da un lato di aggregare competenze specifiche del settore e dall’altro di guardare al medio-lungo periodo in termini di risultati.
Oltre agli impatti economici diretti è fondamentale sottolineare come uno degli effetti più importanti a cui stiamo assistendo sia la diversificazione e l’arricchimento dei flussi turistici che la destinazione riceve. L’apertura al segmento dei bikers ha portato ad un’elevata internazionalizzazione dei mercati (con un focus forte su Germania, Austria e Polonia), un abbassamento dell’età media ed un allungamento della stagione estiva al di là dei canonici mesi estivi centrali. Adesso possiamo contare su di una “macro” stagione estiva che va dal 20 di aprile al 2 novembre, rispettivamente date di apertura e chiusura di alcuni dei trail della Dolomiti Paganella Bike Area per la prossima stagione 2019».
NS Bikes si separa da Torquato Testa, con cui aveva stipulato un contratto a febbraio…
Una delle MTB più riconoscibili della storia è la Manitou FS, costruita da Doug Bradbury.…
77.287 Km e 1.459.108 metri di dislivello per un totale di 6.648 ore in sella…
Le Orobie sono selvagge e richiedono una bella forza di volontà per essere affrontate in…
Due anni fa, Vinny T ha avuto un'idea folle: voleva creare una linea nuova. Il…
Dopo la notizia che Flyer chiuderà la fabbrica svizzera, mandando a casa 155 persone, anche…