di Daniel Naftali
Bentrovati al consueto appuntamento settimanale con il tech corner!
Quest’oggi ci occuperemo di un componente che spesso si tende a tenere poco in considerazione, ma in realtà è piuttosto importante, in quanto costituisce uno dei tre punti di contatto tra biker e bici: le manopole.
Delle manopole non adatte spesso sono causa di dolori e fastidi alle mani, fastidi che possono pregiudicare la performance, specialmente in discesa.
Manopole: quanti tipi e quanti modelli!
Le manopole sono importanti: trovare il giusto feeling e la giusta impugnatura del manubrio è fondamentale per avere il miglior controllo della bicicletta in discesa. Evitare affaticamenti ed indolenzimenti alla mano poi è estremamente fondamentale in tutte quelle discipline, visto che la discesa è importante per tutte le specialità, visto che anche nelle discipline più pedalate doversi fermare in discesa o anche solo dover rallentare, per il male alle mani non è una bella cosa.
La scelta delle manopole è molto soggettiva. Quello che può andare bene ad uno, non è detto che vada bene all’altro. Per questo non si devono seguire le mode, ma bisogna scegliere in base ai propri gusti e alle proprie sensazioni.
Il mercato infatti offre tantissimi prodotti, proprio per cercare di soddisfare le esigenze di ogni singolo rider. Manopole tradizionali, con lock on, in spugna, in gomma, in silicone, spesse o sottili: ce n’è per tutti i gusti!
Manopole tradizionali
Le manopole tradizionali sono quelle che si fissano sul manubrio semplicemente infilandole. Nessun collarino o sistema di fissaggio, la manopola sta ferma sul manubrio perché di diametro leggermente inferiore ai 22mm del manubrio e la gomma fa tenuta sull’alluminio.
Il montaggio di questo tipo di manopole è più difficoltoso e spesso richiede l’uso di alcool o aria compressa, senza contare che è facile che possano ruotare durante l’uso, specialmente se montate in maniera non corretta. Inoltre non sono facili da smontare e rimontare con facilità, perché una volta rimosse, quando poi si rimontano tendono a scivolare.
In compenso le manopole senza collarino sono più leggere e sono quindi adatte a chi vuole contenere il peso della bici.
Esistono di diversi materiali.
MANOPOLE TRADIZIONALI IN SPUGNA
Le manopole tradizionali in spugna sono costituite semplicemente da un cilindro di spugna, solitamente neoprene, che si infila sul manubrio. Il neoprene essendo un materiale piuttosto adesivo, si fissa sul manubrio, impedendo la rotazione accidentale della manopola durante l’uso.
Poiché la spugna è praticamente costituita da aria, questo tipo di manopole si rivela essere molto leggero. La spugna inoltre è piuttosto morbida ed ha un’ottima capacità di ammortizzamento ed assorbimento delle vibrazione.
Di contro però la durata di queste manopole è molto limitata. Non si possono usare senza guanti perché assorbono il sudore con estrema facilità, si inzuppano in caso di pioggia o fango e sono difficili da pulire. Il neoprene poi col tempo tende a seccare e la manopola a girare sul manubrio. Solitamente sono abbastanza spesse, troppo sottili si romperebbero.
Per il loro ottimo peso, queste manopole sono molto utilizzate in ambito XC-marathon race, anche per la caratteristica di assorbire bene le vibrazioni.
MANOPOLE TRADIZIONALI IN GOMMA
In questo caso il materiale che costituisce la manopola è una semplice gomma. Come per le manopole in neoprene, la gomma è piuttosto morbida e si “incolla” al manubrio garantendo il grip necessario ad evitare la rotazione della manopola.
Le manopole in gomma esistono di diverse forme e spessore. La gomma è solitamente molto più duratura del neoprene e più facilmente lavabile, tanto che queste manopole si possono usare anche senza guanti. Di contro la gomma assorbe meno le vibrazioni ed ha un potere ammortizzante inferiore.
La gomma pesa un po di più del neoprene, ma è più duratura e resistente. Queste manopole sono molto utilizzate in ottica XC-marathon race e allenamento, ma anche per trail riding, escursionismo o all mountain leggero.
MANOPOLE TRADIZIONALI IN SILICONE
Molto simili alle manopole in neoprene, le manopole in silicone sono una via di mezzo tra la spugna e la gomma. Si tratta di manopole solitamente piuttosto sottili, ma molto leggere.
Il silicone ha un elevato potere adesivo, quindi la presa su queste manopole si rivela piuttosto salda. Sono generalmente più sottili delle manopole in neoprene e molto leggere.
Se il silicone assicura in fissaggio al manubrio ottimale, il montaggio di queste manopole è piuttosto laborioso. La rimozione spesso si rivela impossibile se non tagliando la manopola. Per questo motivo quando si montano bisogna prevedere di non dover sostituire manettini o leve freno con collarino e tenere presente che nel caso è bene avere un paio di manopole di scorta.
Per le loro caratteristiche sono indicate a chi vuole una manopola molto leggera, non troppo spessa e che sia fissa, ovvero non ruoti sul manubrio anche quando invecchia. Sono adatte un po a tutti gli usi, anche se l’utilizzo ideale è XC-marathon e all mountain.
Manopole “lock on”
Le manopole “lock on” o con collarini di serraggio, sono un’evoluzione delle manopole tradizionali. In fissaggio della manopola al manubrio in questo caso avviene tramite dei collarini di metallo o plastica che si stringono attorno al manubrio.
In realtà esistono due tipologie di lock on.
Esistono i lock on in metallo, derivati dalle applicazioni motociclistiche:
In questo caso il collarino, realizzato in alluminio, presenta un’estremità tagliata con una vite. La vite ha il compito di stringere il collarino e di garantire il fissaggio al manubrio. La manopola ha due linguette che si infilano sotto il collarino e che quindi vengono strette contro il manubrio, impedendo la rotazione della manopola e garantendo che questa sia solidale con il manubrio.
Per risparmiare un po di peso, alcuni produttori hanno inventato altri sistemi che consentono di utilizzare collarini in plastica:
Nella soluzione rappresentata in foto il collarino è di metallo, ma alcuni produttori lo realizzano in plastica, con un semplice inserto metallico dove si inserisce la vite. Sul collarino sono fissate due viti, perpendicolari all’asse della manopola. Queste viti vanno a spingere su di una fascetta metallica forzandola su di un incavo. In questo modo la fascetta stringe sulle linguette della manopola e la fissa in maniera solidale.
Questo tipo di sistema non garantisce un fissaggio solidale come un collarino tradizionale, ma permette di ridurre il peso poiché la quantità di materiale utilizzato è inferiore.
I vantaggi dei sistemi “lock on” sono molteplici. Innanzitutto la manopola può essere montata e smontata con estrema facilità, semplicemente svitando le viti che serrano i collarini. Inoltre i collarini garantiscono un fissaggio saldo e sicuro in ogni condizione, anche in caso di bagnato e di fango, così come se la manopola invecchia e si secca. Lo svantaggio principale è il peso e che con i manubri in carbonio bisogna serrare le manopole rispettando la coppia massima di serraggio prevista dal produttore del manubrio, pena il rischio di rottura dello stesso.
Per questi motivi le manopole con lock on sono indicate per usi più spinti, specialmente per le discipline gravity.
Sebbene solitamente i collarini di fissaggio siano due, esistono in commercio anche soluzioni con un collarino solo.
In realtà questa soluzione non comporta particolari vantaggi, anche perché il risparmio in termini di peso è veramente minimo. In compenso però la manopola rimane più difficile da montare e con il tempo c’è il rischio che la parte senza collarino tenda a ruotare, perdendo di fatto uno dei più grossi vantaggi del sistema lock on.
MANOPOLE LOCK ON IN NEOPRENE
Si tratta praticamente delle stesse manopole tradizionali in neoprene, a cui tuttavia è stato applicato il sistema di fissaggio con i collarini. Naturalmente rispetto alla versione tradizionale si paga qualcosa in termini di peso, ma in compenso il montaggio e la rimozione diventano molto più semplici.
A differenza del tipo tradizionale, con i lock on si elimina il problema del neoprene che tende ad allargarsi facendo ruotare la manopola sul manubrio quando questa invecchia, ma rimane il problema della scarsa durata e della tendenza della spugna ad assorbire sudore ed acqua.
Il grosso problema di queste manopole è infatti la scarsa durata, anche in relazione al costo. E’ quindi consigliabile cercare modelli in cui sia possibile sostituire solamente la parte centrale, conservando i collarini.
I vantaggi sono sempre gli stessi: ottima capacità di assorbimento delle vibrazioni, impugnatura morbida e manopola spessa.
Sono adatte a chi vuole una manopola morbida e grossa e che non pesi molto, un po’ per tutte le discipline, dall’XC-marathon all’all-mountain, ma anche per le discipline gravity quali enduro, freeride o downhill, anche se per un uso discesistico la morbidezza del neoprene non è apprezzata da molti piloti.
MANOPOLE LOCK ON IN GOMMA
In questo caso invece del neoprene, la parte di contatto con il palmo della mano è in gomma, gomma che può essere di diversa durezza. Esistono numerosissimi disegni e spessori: c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Oltre alla maggior durata, alla facilità di pulizia, al fatto che non assorbono acqua o sudore, il vantaggio della gomma è che garantisce un’impugnatura salda e precisa del manubrio. Il rider quindi riesce ad avere molta più sensibilità ed a gestire meglio la bici in discesa. Un po’ come utilizzare guanti imbottiti o no: con quelli senza imbottitura si “sente” meglio la bici.
Per questo motivo le manopole lock on in gomma sono particolarmente apprezzate da chi pratica discipline gravity. Oltre all’utilizzo gravity, queste manopole sono comunque apprezzate da molti riders di ogni disciplina, dal cross country alla DH.
Spessore delle manopole e dolore alle mani
Dopo aver fatto una panoramica sulle varie tipologie di manopole, occupiamoci ora di quello che per molti riders è un vero e proprio flagello: il dolore alle mani durante le discese.
Le cause del dolore alle mani generalmente sono tre:
– Da un lato c’è il fattore allenamento. I muscoli ed i tendini delle mani devono allenarsi per abituarsi alle forti sollecitazioni della guida fuoristrada. Bisogna quindi girare, girare e girare, magari in bike park dove si fanno molte discese su percorsi bucati, magari con molti brake bumps. L’allenamento in bike park è utile non solo per chi pratica discipline gravity, ma anche per chi pedala in quanto con gli impianti si riescono a fare molti più metri di dislivello negativo rispetto a quanto si può fare con le proprie gambe.
– Importante è poi la posizione delle leve freno. Una leva freno mal posizionata causa sicuramente dolore alle dita ed alla mano. Ce n’eravamo già occupati in passato.
– Terza causa spesso sono le manopole.
Manopole spesse e manopole sottili: gli stessi produttori propongono spesso manopole più spesse o più sottili per meglio adattarsi alle preferenze dei riders.
Lo spessore delle manopole è infatti spesso causa di indolenzimento al palmo e alle dita che impugnano il manubrio (medio, anulare e mignolo). Se la manopola è troppo piccola andremo a chiudere eccessivamente dita e palmo della mano, andando ad avere un’eccessiva curvatura della mano e delle dita che alla lunga causa dolore. Analogamente se la manopola è troppo grande dovremo sforzarci per rimanere attaccati al manubrio, affaticando maggiormente le dita della mano.
Per questo generalmente lo spessore delle manopole va scelto in base alle dimensioni della mano. Riders con mani grosse generalmente preferiscono manopole più spesse, riders con mani piccole preferiscono manopole piccole.
Se avete già provato tutte le soluzioni possibili, regolato leve freno in mille posizioni diverse, ma il male alle mani non vuole saperne di passare, provate a cambiare manopole, con delle manopole più piccole o più grandi a seconda del caso. Nella maggior parte dei casi il problema è proprio li.
E voi? Quali sono le vostre preferenza per quanto riguarda le manopole? Preferite manopole spesse o sottili? In gomma o in neoprene? Tradizionali o con lock on? Condividete le vostre impressioni!
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