L’evento di Enduro più bello dell’anno è arrivato! Una battaglia durissima e una festa allo stesso tempo, insieme ai rider più forti del pianeta per l’ottava ed ultima tappa di Enduro World Series a Finale Ligure.
I numeri di questa EWS: 490 partenti, 52 km, 1800mt D+ e 4 prove speciali per un’unica intensa giornata di gara, interamente pedalata (senza trasferimenti meccanizzati) e soprattutto senza controllo orario e quindi senza la possibilità di passare dai box a sistemare la bici e rifiatare.
Si parte e si arriva insomma, come piace a me. Bisogna scegliere cosa portarsi dietro e cosa no, perchè il giro è lungo, e bisogna cercare di stare leggeri e non appesantirsi con troppa roba ma allo stesso tempo avere tutto il necessario per portare a termine la gara anche in caso di un guasto tecnico.
Le speciali che abbiamo provato venerdì non sono particolarmente lunghe, presentano tratti tecnici e veloci ma la costante è sicuramente la fisicità di ogni singola prova. I distacchi saranno sicuramente minimi rendendo la gara ancora più spettacolare e combattuta.
Dalla prima edizione del 2013 “corro” questa spettacolare gara. In realtà le prime volte (forse fino allo scorso anno ) l’obbiettivo era solo quello di arrivare in fondo perché il livello della gara e dei piloti è sempre stato molto più alto del mio e l’importante era partecipare per potersi confrontare con i rider più forti al mondo sui sentieri di casa.
Finale è sempre la gara che chiude la stagione, una grande festa ma anche il momento per tirare le somme. È stato un anno dove mi sono dedicato molto alla bici, curando gli allenamenti nel dettaglio e la preparazione fisica, i risultati nonostante gli alti e bassi non sono mancati, ma è soprattutto la confidenza con il mezzo e la consapevolezza di poter continuare a migliorare che mi spingono quest’anno a pormi l’obbiettivo di abbattere il muro della top 100 mondiale!
Il primo trasferimento è a San Bernardino, si sale fino in cima al monte Cucco dove parte la PS1 Border Line.
Una speciale “nuova”, credo fosse un vecchio percorso poi rispolverato e tirato a lucido per questa EWS. È caratterizzata da diversi strappi pedalati e molti passaggi stretti tra alberi e rocce.
Diciamo che non è la mia speciale. Sento di non essere in forma, già dalle prove del venerdì facevo fatica a spingere sui rilanci. La sensazione è quella di guidare bene, centrando ottime linee che avevo visto in prova, ma il risultato è scarso: 150°, molto lontano da dove vorrei essere.
Salendo verso la ps2, guardo i risultati: come mi aspettavo i distacchi sono ravvicinati, il livello è altissimo, siamo tutti attaccati a pochissimi secondi di distacco (credo che in 10 secondi ci fossero quasi 50 rider), ma è su “Rocche Gianche” che si farà la gara.
Già nelle prove questa ps ha riscosso successo per la sua spettacolarità ma anche per la tecnicità della parte iniziale, 500 mt di rocce aguzze che hanno messo in difficoltà molti rider, anche con cadute rovinose.
Conoscevo questa prova perchè come molti si ricordano era già stata inserita nell’EWS di due anni fa, ma è stato comunque fondamentale una ricognizione a piedi prima delle prove per permettermi di trovare una buona linea in gara.
Arrivando in cima alla ps2 si sente il tifo da lontano, ci sono due ali di folla lungo le creste di roccia, non mi aspettavo così tanta gente!
Parto convinto della mia linea e roccia dopo roccia prendo confidenza e velocità, il pubblico mi incita, sto andando forte e in un attimo esco dal tratto roccioso indenne. Ancora una strappo in salita con cui lottare e poi tutto il resto è flow fino alla fine della ps.
Le sensazioni erano buone ed un 110° posto che mi dà coraggio per continuare la scalata alla top 100.
Dopo un lungo trasferimento sotto il sole si arriva alla terza prova speciale, la più lunga della gara, Mao Crest. Un trail inedito completamente vista mare, con molti strappi pedalati ed alcuni tratti che somigliano alla DH Uomini.
Molti lo hanno nominato come il sentiero più bello di questa EWS, posso dirvi che a scendere in gara, a parte gli strappi in salita che mi hanno “bollito”, mi sono davvero divertito a lasciar correre la bici nei tratti veloci vista mare e a guidare a tutta nelle sponde.
Cercando di dare il massimo riesco a recuperare altre posizioni importanti, ora sono 115° dopo la ps3. Mi mancano solo pochi secondi da recuperare e non resta che dare tutto sulla DH Men.
So cosa mi aspetta. La DH men è sempre stata la mia miglior speciale, mi ricordo ogni passaggio di ogni edizione, il tifo e l’adrenalina a fiumi che ti fa sembrare liscio anche un muro impestato di pietre.
Ma la DH uomini non è solo il muro finale con il tifo, parte molto più in alto, il tempo si fa all’inizio nei lunghi tratti pedalati che ti tolgono le ultime energie rimaste per affrontare la parte tecnica finale.
Le energie non sono più molte ma decido lo stesso di giocarmi tutto partendo al massimo da subito per non lasciare nulla di intentato. Sento di aver fatto un’ottima parte iniziale e quando il tifo inizia a farsi più forte cerco di spingere e di non mollare!
Ho raggiunto l’ultimo muro di roccia, l’ultima curva…. Nooooo con un pedale aggancio una roccia e rischio di cappottarmi in avanti. Fortunatamente, sganciando i piedi, mi salvo dalla caduta ma sono costretto a ripartire da fermo per raggiungere il traguardo.
Una decina di secondi sprecati, che non mi fanno andare oltre la 118° posizione in una giornata comunque non brillantissima dal punto di vista fisico. (Qui trovate tutte le classifiche)
Sono comunque contento di come sia andata la gara, un’altra fantastica esperienza che mi motiva a fare ancora meglio il prossimo anno, dove vorrei inserire più EWS in programma.
Grazie a tutti voi per avermi seguito durante questa bellissima stagione.
Ci rivediamo a marzo!
Il Vostro Race Insider
Si ringraziano per le foto: Sergio Bolla, Stefano Brugnola e Fabio Maraca
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