[Race Insider] EWS La Thuile: lunga, tecnica ed insidiosa

Benvenuti a La Thuile per questa quinta prova delle Enduro World Series. La prima per me quest’anno e a dire il vero è la prima volta che corro un’EWS fuori dai sentieri “amici” di Finale Ligure.

Nelle passate stagioni avevo già corso qui a La Thuile: una Coppa Italia ed una Superenduro lo scorso anno. Diciamo che pensavo di sapere cosa aspettarmi. Mi sbagliavo.

Arriviamo giovedì mattina, puntuali alle 8:00 per la consegna dei pettorali. C’è già un sacco di gente, quasi tutti stranieri che scalpitano per iniziare a girare. Ritirato il numero parto anche io con le prove.

I trasferimenti sono solo in parte serviti dagli impianti di risalita.

Un giro per Ps, in vero stile enduro: giovedì si provano le ps che si incontreranno in gara il sabato e venerdì quelle della domenica. 6 prove speciali in tutto, 5.000 metri di dislivello in discesa e circa 30km di single track.

Un bel passaggio sulla ps 6 durante le prove di venerdì, la GoPro sempre accesa per cercare di memorizzare qualche passaggio.

I due giorni di prove passano veloci, ho avuto un ottimo feeling su quasi tutti i trail e mi sono divertito molto nel cercare di superare i passaggi più tecnici al primo tentativo, senza dover risalire a piedi e ripetere la linea. Facendo così si scopre il vero flow dell’Enduro, una sensazione che ripaga delle fatiche dei trasferimenti con lunghi tratti pedalati e di portage.

L’ultimo tratto di salita in portage per raggiungere la spettacolare partenza della ps4

I temporali erano nell’aria, sapevo che avrebbe piovuto, e infatti terminate le prove inizia a diluviare. In un certo senso siamo stati fortunati a provare sull’asciutto senza bagnarci ma adesso la gara si fa ancora più difficile, senza sapere quanto siano diventate scivolose le ps e quanto abbia realmente piovuto in alto in cima ai trails.

Come ormai saprete non sono un rider che ama molto girare sul fango, e nel dubbio scelgo di montare delle gomme da bagnato.

Giorno1

Ci siamo, che questa EWS abbia inizio. Non piove più ma si intuisce dai rider che si vedono passare che le ps non sono ridotte bene, c’è parecchio fango e nei tratti ripidi di bosco sono le radici a fare più paura.

Un passaggio tecnico sul finale della “Cambogia”, affrontato nel peggiore dei modi… con i piedi “sganciati”!

Nella prima speciale fatico a trovare il ritmo, le gomme da fango non mi danno grip e confidenza nei tratti rocciosi e tanto meno sulle radici. Scivolo più di una volta, e nell’ultimo tornante vado lungo e rotolo fuori dal sentiero. Brutto errore che mi costa tantissimo in termini tempo.

Il trasferimento per la ps 2 è qualcosa di eterno, 2 ore tra pedalato e portage, mi sembra di sentire tutta la fatica dei due giorni di prove in un colpo solo e dopo una pessima ps 1 diventa difficile trovare la motivazione per continuare.

Non è la mia prima EWS e sapevo che il livello fosse altissimo, ma ogni anno l’asticella sale e nonostante l’impegno che uno può metterci nel preparare la gara al meglio bisogna trovare obbiettivi diversi dal risultato.

Paesaggi stupendi all’inizio, qui pochi metri dopo lo start in un bel passaggio su roccia.

Dopo la “scrollata” iniziale il mio obbiettivo è tornato ad essere quello di divertirmi in sella alla mia bici, e la gara è appena incominciata!

Nella ps2 trovo finalmente un ritmo accettabile guidando bene la parte alta con molti tornanti naturali. Senza troppi errori finisco questa ps in 149a posizione assoluta. Si torna ai paddock per il controllo orario, non cè molto tempo e riesco solo a mangiare qualcosa prima di risalire con la seggiovia per l’ultima ps di giornata.

La parte finale della ps, ricca di tifo e di passaggi insidiosi.

Nell’ultima prova (una delle più lunghe) succede di tutto. Fino a metà il sentiero è veloce, bisogna spingere per tenere un buon ritmo e appena entrati nel bosco, un tronco di traverso segna l’inizio della parte tecnica resa davvero “hardcore” dalla pioggia scesa nella notte.

È pieno di gente che fa il tifo e sono molti i rider bloccati sul percorso con guasti meccanici e/o reduci da cadute rovinose. Ne supero un paio e in qualche modo supero anche la prima lastra di roccia con entrambi i piedi sganciati, spondando su una radice riesco a girare ma entrando nella seconda sezione di radici in contropendenza mi trovo davanti un rider che è appena caduto e la sua bici è completamente in mezzo al sentiero. Credetemi è stato un attimo di “Drama” ( per usare un termine con il quale lo staff EWS ha descritto questo giorno 1 di gara)

In qualche modo, seppur urtando la bici a terra, riesco a non cadere e a terminare la prova, potete immaginare come però. Minuti dai primi e lontano da una posizione in classifica perlomeno decente, premesso che non corro per il risultato qui.

Il giorno 2 inizia così, con una bella giornata di sole. Mi alzo con il piede giusto anche se un po’ acciaccato, cambio entrambe le gomme e rimetto quelle da asciutto fiducioso che oggi sarà una bella giornata di riding come erano state le due giornate di prova.

La spettacolare partenza della ps4! Ripido?

Il programma di oggi è stato leggermente modificato, prevede più discesa e meno trasferimenti pedalati. Le prove sono lunghe oltre i 10 minuti e bisogna gestirsi per non arrivare al fondo “bolliti” proprio quando inizia la parte più tecnica nel bosco.

Riesco a divertirmi e ritrovare il feeling che avevo perso nel fango, tornando ad aggredire le sezioni di roccia e le radici. Chiudo bene (si fa per dire) le prime due speciali in 130a posizione assoluta e 12° degli Italiani.

Sulla partenza di ps6, spingendo la mia Reign nelle rocce.

Ma è nell’ultima ps “Brake Dance 2” che riesco a mettere (per me stesso ) la parola lieto fine a questa EWS, dopo ormai oltre 50 minuti di gara cronometrata in discesa. Faccio un’ottima speciale da cima a fondo senza errori e con un ritmo sopra alle mie aspettative, supero 3 riders davanti a me, e nell’ultimo strappo in salita passo anche un mio diretto “rivale” (si fa per dire) che fino a quel momento me le aveva fischiate per bene.

Dopo averlo superato, ecco il rock garden e poi la parte tecnica nelle radici prima di terminare nel bike stadium finale. Puro divertimento, nessun male alle mani, ma solo l’adrenalina e il tifo di tutta la gente lungo la speciale!

Il salto finale prima del traguardo.

Un ottimo tempo, 110° e nono tra gli italiani. Anche se solo per una ps, davanti a molti rider di livello internazionale. Ma alla fine quello che conta più del risultato sono le emozioni, ne ho provate tante in questa EWS e sono queste che non si dimenticano e generano esperienza.

Ora si che ho un obbiettivo per la prossima EWS: entrare nei primi 100 rider al mondo a Finale Ligure!

Terminata la gara, si risale a piedi a fare il tifo, per non perdersi lo show di chi davvero in sella alla bici sembra fare un’altro sport.

Onore della cronaca vince per la quarta volta quest’anno Sam Hill dominatore indiscusso, ma il tifo è tutto per Eddy Masters e Martin Maes che stupiscono per le linee aggressive e la velocità.

Si ringrazia Alex Barbera per le Foto.

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