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La mega non si ferma mai e dopo un paio di anni di assenza, quest’anno abbiamo deciso di tornarci.
Gare enduro in giro per il mondo ne ho fatte tante, ma la Mega ha un suo fascino particolare… 350 riders che si sfidano a capofitto giù dal ghiacciaio: adrenalina allo stato puro! Per quanto può essere tecnico ed impegnativo il tracciato, per quanto le speciali possano essere lunghe e fisiche, l’esperienza della mass start giù dai 3300 metri del ghiacciaio del Pic Blanche è qualcosa di epico ed unico allo stesso tempo!
Quest’anno la neve non è tantissima, ma è lunga, lunghissima. Il primo pezzo è un po’ pelato, con insiodiosi roccioni, ma poi inizia la neve vera e propria, continua fino alla fine del ghiacciaio. Giovedì abbiamo provato con la neve appena fresata ed era spettacolare, scendevi a velocità fotonica, ma il problema è il caldo: reggerà il tutto fino a domenica o troveremo una poltiglia?
Qui all’Alpe fa molto caldo ed il terreno è incredibilmente secco e polveroso. Con le migliaia di passaggi di questi giorni sono venute fuori dal terreno delle enormi pietre, veramente insidiose per i copertoni. Per carità, la Mega non è certo il terreno per gomme leggere e battistrada scorrevoli, ma quest’anno è una carneficina… 8 forature in due giorni sono un pessimo presagio!
Dopo aver squarciato un’High Roller nuovo il primo giorno, decido di provare una nuova accoppiata marchiata WTB.
Davanti il Vigilante, gomma perfetta per la sabbia e la neve del ghiacciaio.
Dietro il Trail Boss, più scorrevole per il pedalato, ma comunque con un buon grip. Entrambe le gomme in versione Though, con spalla rinforzata. Non sono dual ply ma speriamo resistano: la spalla sembra bella robusta.
Il percorso delle qualifiche è cambiato rispetto agli scorsi anni: sono state eliminate le leggendarie passerelle, l’incubo di ogni rider, forse troppo letali anche per la Megavalanche. Il percorso è stato accorciato, ora si arriva all’Alpe d’Huez paese, nei pressi del palazzo dello sport ed è stato aggiunto un infinito traverso pedalato attraverso le piste da sci che ti da il colpo di grazia prima di arrivare all’Alpe.
Oggi è stata giornata di qualifiche. Si parte in 10 batterie da 150 persone l’una, per qualificarsi alla mega è necessario arrivare nei primi 35. Niente di impossibile, ma il problema è che partendo dalla penultima fila non è proprio un gioco da ragazzi… Basta poco per rimanere intrappolati nelle retrovie.
Il terreno è polverosissimo e quando sei a trenino dietro altri rider non vedi nulla. Sorpassare non è facile, soprattutto all’inizio dove la polvere è un muro e non ti permette di vedere ad un metro oltre il tuo naso. E’ un terno al lotto, ti butti dentro nella mischia e speri di passare nel punto giusto, sperando di non trovare qualcuno per terra o una pietra nascosta che ti fa cadere.
La partenza non è delle migliori, non c’è spazio per passare. Mi infilo appena posso, ma la rimonta è lunga: ho 90 rider da passare se voglio qualificarmi. Finisce la strada ed iniziano i nevai, azzecco la linea giusta sulla neve: è praticamente deserta. L’unico imprevisto è un rider disteso subito dopo il salto di roccia che immette sulla neve. Non posso certo fermarmi, ormai è troppo tardi, mi butto, atterro sulla sua ruota e passo oltre, con lui che mi insulta in francese. Ha poco da prendersela: la Mega è anche questo.
Altra linea “creativa” sul secondo nevaio per evitare la mischia ed esco piuttosto avanti. Il problema delle avalanche è che non sai mai come sei messo, quindi continui a spingere a più non posso, con l’ansia di recuperare. Eppure quello davanti a me va forte, non c’è modo di passare. Le possibilità insomma sono due: o sono davanti, tra quelli forti, oppure sono scoppiato. Speriamo nella prima!
Arriva il pedalato, penso di morire… Quest’anno si pedala tantissimo: la qualifica è più corta, ma il pedato ti uccide. Pedalo a tutta, fino a che le gambe reggono. Faccio alcuni sorpassi, ma qui tutti spingono come dei pazzi!
Ultima rush finale sull’asfalto del paese ed ecco l’arrivo: mi manca il fiato, sto per vomitare. Alla faccia della gara di discesa!
Nella zona finale mi guardo intorno: non c’è tanta gente, devo essere piazzato abbastanza bene, infatti sono 11°. Niente male per essere partito dalla penultima fila! Ho sorpassato 105 bikers, molti nel tratto sui pietroni, neppure sulla strada.
Sono molto soddisfatto, ma non a tutti è andata così bene. Andrea, il mio compagno di team che era dietro di me per tutta la prima parte della qualifica, non è stato molto fortunato. Qui sopra ecco come si è ridotto il suo cerchio in carbonio dopo una foratura… E pensare che lo avevamo appena montato prima di partire. La Mega non perdona!
Domani riposo, non si gira, per recuperare tutte le energie per la Mega di Domenica!
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