[Race Insider] Superenduro is back: Massa Marittima

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Per molti la prima della stagione, per altri il primo appuntamento importante, per quasi tutti un gradito ritorno: quello del Superenduro.

Massa Marittima, una location non nuova ai veterani dell’enduro Italiano (si era già tenuta una tappa nel “lontano” 2009, agli albori del campionato), ma che per tutti è stata una piacevole riscoperta! I sentieri curati dai Trail Brothers si sono rivelati veramente stupendi: flow, guidati, tecnici al punto giusto. Una gara Enduro con la E maiuscola.

Quella di Massa è stata una gara un po’ particolare… Dopo una settimana trascorsa con Sram a provare tante novità, ho potuto mettere alla prova alcuni interessantissimi nuovi prodotti in gara, tritandoli a dovere nelle condizioni più estreme.

Ho insomma corso su una Specialized Enduro, montata con forcella Lyrik da 170, Monarch Plus DebonAir, il nuovo Reverb B1 e le nuove ruote Roam 60 in carbonio. La trasmissione è una novità SRAM di cui non possiamo ancora parlare (dovrete aspettare mercoledì a mezzanotte!), manubrio, attacco sono anch’essi una novità Truvativ, così come i freni. Tanti prodotti nuovi quindi con cui prendere confidenza. Insieme a me correrrano la gara anche buona parte dei ragazzi dello staff Sram presenti per la presentazione, tutti ottimi riders.

Nuova bici, nuove sospensioni, nuova trasmissione e solo 2 giorni per prendere il giusto feeling, cercando al contempo di memorizzare le speciali. Per ottimizzare il tempo a disposizione la scelta obbligata sono le risalite meccanizzate. Anche se comunque si deve pedalare alcuni trasferimenti, è il sistema migliore per fare almeno un paio di giri delle 5 prove speciali.

Il feeling con la bici migliora dopo le prime discese, ma il manubrio da 800mm in mezzo agli stretti alberi non aiuta ed agganciarsi da qualche parte è un attimo. Qui i sentieri sono molto stretti e tortuosi. Non bisogna strafare e cercare di guidare morbidi e puliti. Niente di particolarmente tecnico a parte due passaggi, ma la gara è lunga, quindi andare costanti e regolari è una tattica che paga sul risultato finale.

Ore 7:45 inizia la gara per il primo concorrente. Per permettere a tutti i 400 partenti di concludere i 40km e 1500m di dislivello della gara, gli organizzatori hanno deciso di partire molto presto la mattina. Scelta più che giusta. Tra l’altro quest’anno si parte con i numeri invertiti, partendo dai pettorali più alti per poi finire con i pettorali più bassi dei top riders. Altra scelta sicuramente azzeccata, soprattutto per gli spettatori, anche qui a Massa Marittima numerosi sul percorso.

Il trasferimento per la PS1 è cortissimo, 10 minuti di pedalata tranquilla. La PS parte infatti dalla citta di Massa Marittima ed arriva fino a fondovalle. Molto pedalata, tutta su un terriccio soffice: una discesa corta da fare a tutta. Nessuna particolare difficoltà a parte un cavatappi da prendere con un bell’anticipo e la ps scorre via veloce. Nonostante sia la PS più corta recupero comunque tre riders davanti a me che sportivamente mi fanno passare senza troppi problemi.

La risalita alla PS2 è anch’essa relativamente corta ed arriviamo tranquillamente in cima con calma. Il primo tratto di PS è piuttosto insidioso con stretti tornanti appena aperti su soffice terriccio: non bisogna strafare. Da li, subito dopo un salto, ci si butta dentro un velocissimo canyon con dei tratti da fare a velocità supersonica e sponde naturali da pompare e da guidare. Niente di difficile, basta cercare di essere flow. La PS è veramente corta e mi limito ad un solo sorpasso verso la fine.

A questo punto ci aspetta un trasferimento su asfalto in piano sino a Massa Vecchia, dove ci sarà il Controllo Orario. Per chi non conosce la zona, Massa Vecchia si trova sul fondovalle ai piedi della collina su cui sorge Massa Marittima. Qui mi aspetta Francesco Ricco (in nome d’arte Frazzo), meccanico del Bike Lab Racing che mi controlla e sistema la bici. In realtà essendo le due speciali corte e piuttosto semplici c’è ben poco da sistemare, giusto una pulita e lubrificata alla trasmissione ed un controllo generale dei serraggi.

Prendiamo qualcosa da mangiare e da bere: la gara comincia ora. Il trasferimento per la PS3 è il più duro e lungo. Prima una serie di ripidissime rampe su asfalto, poi alcuni strappi su strettato ed infine un ripido tratto di sentiero roccioso con alcuni pezzi decisamente verticali. Per fortuna grazie alla nuova trasmissione (shhh!) riesco a pedalare tutto senza troppi problemi ed arrivare in cima con largo anticipo. La PS3 non è lunghissima, ma è comunque già fisicamente impegnativa. L’inizio è insidioso, con alcune strettissime curve tra gli alberi che per fortuna supero senza nessuna esplosione (cosa che era successa in prova). Attraversamento della strada, quindi un velocissimo tratto su terriccio soffice, molto molto insidioso, anche perchè il sentiero è stretto. Recupero anche qui i riders davanti a me facendo ben 3 sorpassi: un po’ di traffico in PS…

Anche la risalita alla PS4 è bella ripida ed impegnativa, questa volta tutta su sterrato e sentieri. Arrivo in cima che le gambe cominciano a farsi sentire. Inizia la speciale, subito sbaglio la prima curva sullo stradone: non cado, ma perdo molta velocità. Capita, però so che pagherò più avanti le energie sprecate per ripartire. Tratto nel bosco a tutta, le gambe cominciano a tirare. Approfitto di un tratto di rettilineo per sgranchirle evitando di pedalare. Intravedo il rider davanti a me, in coda a quello ancora davanti. Cosa stanno facendo? Finisce il rettilineo con una bella curva in contropendenza in salita: sbagliare significa dover scendere a piedi. Urlo chiedendo strada, entrambi per fortuna si spostano e mi infilo in mezzo senza perdere tempo: evvai!
Tempo pochi secondi e raggiungo ancora un altro rider, stavolta in uno stretto tratto di curvette che con la velocità giusta si tagliano o saltano. Io tuttavia devo frenare per non travolgerlo. Poco da fare, qui non si passa… Ci proviamo ma non c’è lo spazio: non ci voleva, perdo un sacco di tempo! Arriva una curva, taglio interno e sfilo davanti.
Se da un lato ho perso temo, dall’altro mi sono riposato. Sfodero quindi tutte le energie rimaste per cercare di recuperare. Sorpasso ancora il rider davanti a me. Linea interna con salto. Rush finale pedalata e fine della speciale! I miei polmoni devono essere rimasti da qualche parte dell’ultimo tratto pedalato, ma sono in fondo!

La risalita alla PS5 non è terribile, ma dopo 4 ps diventa molto più lunga di quanto sembrava il prova. Le gambe girano male e sembra di avere qualcuno attaccato dietro allo zaino. Con calma e con pazienza arrivo comunque in cima alla PS5, la più impegnativa. I passaggi critici sono diversi e sono abbastanza insidiosi. Insomma non devi sbagliare. E’ la speciale che abbiamo provato di più proprio per questo motivo. La partenza è subito tecnica con una serie di lame di roccia da superare pedalando e stranamente, a differenza delle prove, la passo estremamente pulito. Tratto guidato, attreversamento della strada e secondo pezzo tecnico: primo sorpasso. Guido pulito, anche se sono stanco: la speciale è lunga! Intravedo un altro rider, lo raggiungo proprio prima di un ripido cavatappi pieno di pietre, passaggio chiave della speciale. Arriva sul passaggio, io a trenino, lui cade. Ma farmi passare prima no? Mi fermo, giro largo per non calpestarlo ma perdo tanto, tanto tempo ed energie! Proseguo la speciale, altri due sorpassi facili. Che figata! Davvero una discesa superdivertente!

Fine PS: sono morto.

La risalita per la PS6 è bella ripida ed a fine gara è una bella mazzata. La pedalo comunque, nonostante la stanchezza, anche perchè grazie ad un tempo di trasferimento generoso non c’è fretta. La PS6 è una discesa cittadina, breve ma intensa, che non ho mai provato. Blind racing!
Partenza, cerco di dare sfogo alle ultime energie: qui si deve dare tutto! Prime curve, secondo tornante tutto perfetto. Ora rettilneo, spingo al massimo, staccatone. Vedo un rider fermo davanti a me che gesticola, che è successo? Qualcuno si è schiantato sulle scale? Rallento, ma non c’è nessuno! Mi faceva cenno di passare. Ma porca miseria, che ci fai spiaccicato sul muro? Era arrivato lungo… Vabbè, non saranno quei 2 secondi a compromettere l’intera gara, ma la ps è da buttare via.

Finisce la gara! Birra, pasta, birra, gelato! Questo è il segreto di un buon recupero!

Che dire di questa prima superenduro? Se la gara perfetta non esiste, questa si avvicina molto. Personalmente sono molto contento che il Superenduro sia tornato ed ancor di più che sia tornato in grande stile. L’anno scorso abbiamo corso tra mille incertezze e dubbi, con organizzatori locali spesso poco competenti, trovandoci su percorsi che di enduro avevano ben poco, spesso in eventi disorganizzati e mal gestiti. Un anno solo, ma un anno che ha messo in evidenza che organizzare una bella gara non è affatto semplice. Si può criticare il Superenduro quanto si vuole, ma la realtà dei fatti è che una gara di Superenduro è sempre un grande e bell’evento. Alla fine non è quello che realmente conta per noi partecipanti?

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