[Race report] Granfondo 9 Fossi 2011

Record d’iscritti, ben 1.008, alla Granfondo 9 Fossi di Cingoli (MC) del 17 aprile, magistralmente organizzata dal locale GS Avis Bike.
Giunta alla 14esima edizione, si è confermata anche quest’anno tra le manifestazioni meglio allestite di tutto il Centro Italia, per non dire dell’intera penisola.
Un successo costruito nel corso del tempo, con tenacia e dovizia, da parte di tutto lo staff organizzativo, che può rallegrarsi dell’ennesimo sforzo per avere preparato nel migliore dei modi questa gara dal notevole “appeal”. Non è un caso se la GF 9 Fossi risulta parte di sei importanti challenge: Tour 3 Regioni Frw, Italian 6 Races, All Star Mtb, Sentieri del Sole e dei Sapori, Mare e Monti Marche, Gran Combinata Ciclismo.

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La prima griglia del percorso Classic



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Piace perché ha un percorso da vera granfondo, 49 km con 1.620 metri di dislivello. Né corto né lungo, a tratti impegnativo nella guida ma sempre divertente, moderatamente tecnico senza essere pericoloso. Un’autentica palestra del mtbiking, con ogni tipo di fondo desiderabile. Brecciolino, radici, sassi smossi, sabbia, rocce, erba, morbido sottobosco, sterrato compatto. E quest’anno il fango era quasi del tutto assente, eccetto un paio di pozzanghere in prossimità del Lago di Castreccioni. Asfalto limitato ai primi 2 km dopo la partenza da Viali Valentini verso il crosso dromo, e a una piccolissima porzione di collegamento dalle parti di Cava Tittoni.

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La salita sterrata dei Ripetitori, qui al secondo giro

Piace per il massiccio servizio di sicurezza, in questa edizione c’erano 63 addetti della CRI e una cinquantina di volontari disseminati sul percorso. Piace per la segnaletica, impeccabile e chiara in ogni frangente. Per gli scenari, che spaziano dal Lago di Cingoli ai Monti Sibillini e al Monte San Vicino, con lo sfondo del massiccio del Gran Sasso, mentre a oriente si staglia l’orizzonte naturale del Monte Conero e del Mare Adriatico. Per i ristori, quattro sul percorso, con l’ultimo dislocato a Capo di Rio e fornito anche di affettati. Per il pranzo finale tipico offerto gratuitamente a tutti, accompagnatori inclusi.

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La salita che parte dal Lago di Cingoli

Sotto un cielo nuvoloso e con vento gelido, le ostilità agonistiche si sono aperte alle ore 9.30 per cicloturisti, Esordienti e Allievi, impegnati nel tracciato breve da 22 km con circa 600 metri di dislivello. L’Allievo Eros Capati (Team Mtb Grotte di Castro) ha avuto vita abbastanza facile nei confronti dei suoi avversari, vincendo con quasi un minuto di distacco su Alessandro Naspi (Superbike team Castelfidardo). Poco più di 200 i partenti su questo percorso, una cinquantina dei quali appartenenti alle categorie agonistiche giovanili.

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La discesa dei Cinghiali

L’evento principale era rappresentato dalla gara sul percorso Classic di 49 km. I pretendenti alla palma della vittoria potevano essere sostanzialmente riassunti in un quartetto. L’argentino Catriel Andres Soto, tesserato con il team abruzzese Protek, il sovietico Serghey Mikhailouski, da anni accasatosi presso il team marchigiano Durantini Mtb, il marchigiano Marco Minucci, portacolori del team Cicli Cingolani e il Campione del Mondo Marathon categoria Master2, il laziale Massimo Folcarelli (Drake system Cisterna). Tutte locali, invece, le candidate alla corona femminile. Monica Gabbanelli (Cycling team Ragamon) da Osimo (AN), sul podio in ben undici edizioni della gara, Nadia Pasqualini (Free Bike team) da S. Severino Marche (MC), e Barbara Genga (I Briganti Mtb) da Fossombrone (PU).

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Il bosco presso Villa Tittoni

Quasi 800 i concorrenti su questo tracciato, il cui profilo altimetrico si dipana tra salite di medio sviluppo e rampe da Cross-country, senza mai concedere respiro. Alle ore 10 la partenza di massa da Viali Valentini, salutata da un pubblico davvero numeroso, ha proiettato gli atleti sulla salita asfaltata che costeggia il cimitero, prima, e il celebre crossodromo Tittoni del locale moto club A. Fagioli, poi, allungando le fila in un variopinto, ansimante serpentone di uomini e mezzi.

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Si affronta lo sterrato dei Ripetitori

Lo sterrato verso la parte alta del crossodromo ha ulteriormente sfilacciato il convoglio dei biker, i cui vagoni si ricompattavano dopo il Gpm dei Ripetitori, allorché la velocissima discesa double-track in direzione S. Bonfiglio riportava tutti a ranghi serrati. Davanti si volava, in mezzo si sgomitava, dietro si camminava. Una partenza scaglionata avrebbe dato maggiore respiro, anche nelle seguenti discese single-track.
I primi gruppi isolati di concorrenti si sono avuti dal decimo km in avanti, praticamente sulla salita sterrata verso Pian dell’Alto. Il ritmo di testa era scandito dai quattro favoriti, che sembravano marciare di comune accordo.

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Poco prima dei Ruderi

La durissima salita dei Ruderi, su fondo sassoso smosso con pendenze del 25%, promuoveva l’azione dell’argentino Catriel Andres Soto, che salutava la compagnia di Mikhailouski e Minucci, con Folcarelli in quarta posizione, staccato di poco.
Il vantaggio del battistrada andava progressivamente aumentando, tanto da permettersi il lusso di fermarsi presso una postazione di assistenza per sistemare il cannotto reggisella, abbassatosi quasi totalmente, sostituire il casco e gli occhiali.

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L’argentino Catriel Soto all’arrivo

Arrivo dunque in solitaria per l’argentino, con un vantaggio di oltre due minuti su Mikhailouski, spesso sul podio qui a Cingoli, mai sul gradino più alto, e su Marco Minucci, autore di un’ottima prova.
In campo femminile, la competizione ha visto protagonista fin dalle prime battute Barbara Genga, davvero in grande spolvero in quest’annata. Sette i minuti di distacco accumulati sulla finish-line da Nadia Pasqualini, comunque caparbia e volitiva. Terza moneta per la simpaticissima Monica “Momibike” Gabbanelli, nelle ultime stagioni maggiormente dedita al triathlon, capace di conquistare il suo dodicesimo podio in quattordici edizioni della granfondo marchigiana.

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Podio maschile

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Podio femminile

Gara nella gara, la discesa cronometrata di Fosso Vareno, 2.8 km con 235 metri di dislivello negativo. Per l’ennesima volta l’ha spuntata Simone Pietrini (Bici Adventure team), mentre le donzelle sono state regolate da Sabrina Di Lorenzo (Il Biciclo team New Limits).
Peccato che per 89 dei 630 classificati finali non abbia funzionato il tappetino di rilevamento dei tempi della discesa. Una cifra che non può essere attribuita soltanto alla semplice casualità.
Molto ricche le premiazioni, in leggero ritardo a causa di alcuni disguidi nella stesura delle classifiche da parte del servizio di cronometraggio.
Riprovevole il comportamento dei soliti incivili che gettano involucri di barrette e gel sul tracciato. Evidentemente certi individui sono abituati a vivere nelle discariche.

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