Spesso ai corsi mi capita di chiedere chi sappia sciare. Il motivo è che in Italia ci sono molti sciatori di buon livello, o meglio ci sono molti più sciatori di buon livello che rider di pari bravura in discesa. Dal mio punto di vista la cosa è abbastanza strana perché quando mi sono messo gli sci ai piedi la prima volta due anni fa, mi è sembrato di inforcare la mia bici e scendere con essa. Può sembrare eccessivo ma in effetti è davvero così. Ho man mano affinato la tecnica correggendomi (e facendomi correggere da maestri) per portarla ad una sciata efficace ma le difficoltà maggiori che normalmente sono la distribuzione dei pesi e il controllo sono arrivate immediatamente reagendo agli stimoli del terreno come se fossi in bici.
Detto questo ci tengo a precisare che non sono un maestro di sci e che sicuramente non voglio insegnare a nessuno a sciare, voglio solo invitare chi è già capace in uno sport, ad utilizzare le proprie capacità per migliorare in un altro.
Vedremo alcune somiglianze anche con lo snowboard. Purtroppo però la “non frontalità” di questo sport cambia molto la gestione del corpo nello spazio, la distribuzione dei pesi e quindi le somiglianze si limiteranno ad alcune risposte che il mezzo ci dà, ma andiamo con ordine e quando sarà il momento tornerà fuori l’argomento. Ovviamente stiamo parlando di sci in discesa e quindi anche della fase discendente in bici.
Ho tirato fuori questo argomento perché vorrei che in questi giorni, in cui la neve è scesa copiosa e nei quali molti di voi andranno a sciare; proviate a sentire nella sciata le sensazioni che avete in bici e viceversa.
Trasferire le capacità acquisite magari da piccoli ad altri sport può certamente essere una carta vincente per molti di voi. A tal proposito amo citare un avvenimento che mi ha fatto capire quanto siano vicini (anche se diametralmente opposti) questi due sport. Ad un corso settimanale a Sauze avevo come allievo un maestro di sci da discesa. Armato di bici da discesa e protezioni di ogni genere, su un prato leggermente in discesa, non riusciva a tirare su l’anteriore nemmeno di 10 cm. Non era la paura a bloccarlo proprio perchè protezioni ed erba gli assicuravano un atterraggio morbido anche in caso di ribaltamento, era proprio una difficoltà nel capire la tecnica giusta. La rivelazione c’è stata quando gli ho detto “immagina di essere in sci in fresca e carica le code”. Pochi secondi dopo si ritrovava steso sulla schiena con la bici sopra. Tale era stata la veemenza con cui era salito l’anteriore che non era stato in grado di reagire.
Questo solo per dire che spesso, proprio come accade ai neofiti con gli sci (e con la tavola), finché non ci muoviamo nel modo giusto non abbiamo la reazione aspettata dal mezzo, e più i mezzi sono performanti e professionali e più questa difficoltà aumenta.
Vediamo insieme dapprima le similitudini da sfruttare a nostro favore per poi analizzare le differenze che invece possono trarci in inganno.
Partiamo sempre dalla bike per poi analizzare cosa succede nello sci. Analizzeremo tecniche e sensazioni insieme in modo che, leggendovi mentre raidate/sciate possiate percepire quanto scritto.
Analogie:
Distribuzione pesi
Se seguite RCM da un po’ di tempo sapete che in fase di discesa a guidare è l’anteriore. Più volte ho accentuato la necessità di caricare la ruota davanti piegando le braccia e abbassando le spalle. Nello sci come sappiamo in molti dobbiamo andare a caricare il peso “sulla tibia”, anche e in particolare quando curviamo o siamo sulla massima pendenza (curva e ripido in bici). Stessa cosa per quanto riguarda la gestione del peso monte/valle. Cosa succederebbe se con i miei sci, presa una lastra di ghiaccio che tende a farmi scivolare verso valle mi buttassi con tutto il peso verso monte? Botta di fianco sul ghiaccio assicurata. Stessa cosa accade sulle contropendenze in bici. Se mi butto verso monte vado in terra. Eppure spesso vedo proprio questa tendenza. Quando andiamo a curvare sul ripido nuovamente la tendenza più comune in bike è quella di arretrare a prescindere,anche se abbiamo un sentiero sì ripido ma liscio. Provate invece a pensare cosa accadrebbe se vi metteste indietro sulla massima pendenza in sci. Questi si punterebbero sulla massima pendenza senza possibilità di chiudere la curva in nessun modo (se non con uno sforzo incredibile dei quadricipiti per riportarsi in avanti). Lo stesso avviene in bici, la risposta dei due attrezzi in questo frangente è la medesima.
Curve
So già cosa state per dirmi… Nello sci rimaniamo con il busto eretto e si inclinano le gambe, nella bicicletta invece scendiamo anche con il tronco in piega e ci hai sempre detto di non inclinare la bici. La visione classica delle curve da sci è però uno slalom molto stretto, rapidi cambi di direzione su una linea retta. Inoltre nello sci, in una curva stretta siamo pronti a sentire la lamina che perde la conduzione al posteriore in fase di spinta. Questa tecnica, così classica nello sci, non è altro che uno slalom stretto in bici su dei birilli. Non solo, la perdita di conduzione equivale ad una sgommata. Capite subito che non sono curve che normalmente andiamo a fare in bicicletta. In bici facciamo, paragonati allo sci, curvoni lunghi tipo discesa libera. Ecco che qui anche lo sciatore va a buttarsi dentro col corpo. Per motivi di diversa necessità di grip (tasselli contro lamine e flex degli sci) con gli sci non andremo a rimanere paralleli alle gambe ma le inclineremo per accentuare la presa di spigolo (cosa per altro fattibile anche in bici in caso di terreno viscido, nel quale sarà importante inclinare leggermente la bici per avere un piccolo margine di sicurezza).
Altro aspetto fondamentale è la conduzione in sci (vale anche per snowboard). Per avere una conduzione in sci facciamo continue estensioni e piegamenti. Ebbene non sono altro che spinte (estensioni) atte ad alleggerire lo sci in fase di cambio lamina, e carico (piegamenti) in piena curva per aumentare il grip della lamina. La stessa cosa può essere fatta in bici per aumentare il grip. Ecco che, come spiegato QUI per il cambio di direzione, possiamo trovarci a fare un vero e proprio bunny hop in uscita di curva per entrare nella successiva. Allo stesso modo in cambi di direzione repentini in piena conduzione possiamo vedere sciatori che quasi (o lo fanno sul serio) si alzano leggermente da terra. Avete presente quella sensazione in cui lo sci o la tavola vi spara fuori da una curva condotta in modo esatto. La stessa sensazione la possiamo provare su una bicicletta.
Quale è la maggior difficoltà qui? Il fatto di dover coordinare sia le gambe che le braccia in questa spinta (che deve essere fatta anche con le braccia per quanto riguarda la bicicletta), e per questo vi rimando al paragrafo coordinazione nelle differenze.
Come in bici anche in sci avremo la gamba interna più piegata e l’esterna più estesa. Proprio come quando abbiamo i pedali uno sopra e uno sotto in curva. Solo nelle paraboliche, in cui abbiamo appoggio, utilizziamo i piedi alla stessa altezza e le gambe si piegano circa allo stesso modo.
Salti e drop
Ebbene sì, se sapete saltare in sci potete saltare anche in bici. É uguale!!
Usciamo dalla rampa proiettati in avanti allo stesso modo e dovremo atterrare non col posteriore ma leggermente con l’anteriore (in sci a sci pari). La distribuzione dei pesi e la gestione aerea è identica. Di nuovo il vincolo e la difficoltà nascono dall’immettere nell’equazione anche il movimento delle braccia, nonchè dal ricercare una posizione non naturale, cioè non eretta, ma con il tronco orizzontale al terreno, la solita posizione base da discesa.
Frenata
Ovviamente non dovremo girarci a novanta gradi con la bici. Le analogie stanno nel tipico movimento con il quale, in sci, si alleggeriscono gli stessi per poi caricare tutto il peso in fase di frenata. Allo stesso modo in bici sarà utile alleggerire prima di iniziare la frenata per poi accucciarsi sulla bicicletta in fase di stop per aumentare il grip e il potere frenante.
Sguardo
Lo sguardo è sempre lontano, sul dritto va a cercare asperità e linee da seguire, in curva guarda l’uscita per riuscire a segire la linea migliore.
Questo aspetto non è comune solo a queste due discipline ma a quasi tutte le discipline in cui bisogna guidare qualcosa, si esso a strisciamento, a rotolamento o animale.
Anticipi
Così nella bici come nello sci bisogna sempre andare a cercare asperità e anticiparle, preparandosi all’impatto o, se possibile evitandolo (ad esempio sollevandosi da terra). Lo stesso discorso si può fare per cambi di pendenza repentini. Di nuovo sembra che per molti questo movimento fatto sugli sci sia di una facilità disarmante. Quando invece si va a farlo sulla bici le cose risultano molto più complesse. Come al solito questo è da imputarsi ad una minore confidenza con la posizione e il mezzo a due ruote piuttosto che con la posizione eretta e delle stecche ai piedi.
Differenze sostanziali:
Coordinazione arti
Nella bicicletta i punti di appoggio sono 4, due davanti (le mani) e due dietro (piedi). Nello sci i punti di appoggio sono invece solo due, i piedi. Ecco che quindi la gestione del peso dovrebbe essere più semplice in bici piuttosto che in sci. In realtà non è vero perché, essendo noi bipedi eretti per natura, tendiamo ad avere un’ottima stabilità sui piedi e gambe, meno su mani e braccia. Ci troviamo quindi in una posizione più congeniale mentre siamo sugli sci, busto eretto e solo i piedi da gestire. In bici dobbiamo quindi imparare a gestire come le gambe anche le braccia. Inoltre la posizione base ha il busto proiettato in avanti, aspetto con il quale è spesso difficle e lungo prendere confidenza. Per la propriocezione delle braccia vi rimando alle lezioni di Federico Frulloni sui vari esercizi specifici e sull’uso di attrezzi funzionali. Più riusciamo a rendere efficaci da un punto di vista equilibrio/forza la parte alta del nostro corpo e più avremo stabilità, proprio come accade per le gambe nello sci. Più la nostra gamba e la nostra caviglia sarà allenata alla stabilità e più saremo in grado di gestire situazioni di instabilità sopra ai nostri mezzi da neve.
Ingrediente segreto.
Così, per divertimento, ma anche per entrare nella parte, provate a fare qualche curvone largo o un pezzo di pista in sci tenendo le bacchette con entrambe le mani come fossero il vostro manubrio (esercizio che per altro ho sempre visto fare ai bambini e dagli sci club). Potrebbe accadere che, come successo con me, vi rendiate immediatamente conto delle analogie e delle differenze!