Continuiamo la carrellata di errori in ambito all mountain, questa volta parliamo di bunny hop, tecnica che trovate spiegata qui.
A differenza di quanto credono in molti il bunny hop, o ollie, non è una manovra utile solo ai freerider, a chi pratica DH o a chi desidera affrontare salti più o meno grandi. Questa tecnica che consiste nell’alzare le ruote da terra in tempi diversi (prima l’anteriore e poi il posteriore), come se dovessimo superare un ostacolo, sta sì alla base dei salti che vediamo nei vari bike park, ma è anche ala base di una guida attiva e tornerà sicuramente utile a qualunque rider che si appresti a guidare in fuoristrada, XC rider compresi. Vorrei evidenziare inoltre il fatto che, come avviene per ogni tecnica, più riusciamo a prenderci confidenza, più la sentiamo nostra e saremo tranquilli nel farla, e maggiori saranno i possibili utilizzi che troveremo per la tecnica in questione. Nel caso specifico del bunny hop potremo contare su un valido alleato per uscire dalle canaline, trovare nuove linee, affrontare ostacoli che prima non ci sogneremmo nemmeno di fare. La sequenza di seguito ne è un esempio. Qui normalmente tutti i ragazzi rallentavano fino a fermarsi e attraversavano a piedi. La buona padronanza del bunny hop mi ha invece permesso di osare qualcosa e superare l’ostacolo (buco) a tutta velocità e in totale sicurezza.
Vediamo quindi la tecnica giusta e poi i vari errori che si sono presentati durante il corso in Val Brembana.
Come vedete già dalla posizione iniziale si vede come vada ad utilizzare tutto il corpo, ed in particolare gli arti, per ricercare la massima spinta verso l’alto. Ricordo che il bunny hop deriva da una spinta degli arti, e non dal richiamo degli stessi verso il corpo (che avviene invece in un secondo momento, quando le ruote sono già in aria). Notate inoltre come i tempi in cui braccia e gambe vanno a spingere sono diversi. Prima le braccia si estenderanno (estensione, in termini di forza, significa generare una spinta), poi come vedete nel terzo fotogramma rimangono tese (o quasi) mentre le gambe spingono tutto il corpo verso l’alto. Vedete fino al 5° fotogramma, nel quale il manubrio è ormai all’altezza del mio cavallo, che le braccia non hanno mai cambiato posizione, hanno solo seguito lo spostamento del corpo generato dalla spinta delle gambe. Notate inoltre, sempre in quella foto che la ruota dietro si sta già sollevando, indice del fatto che non è il richiamo delle gambe/braccia ad alzare le ruote ma la spinta verso il basso (lunga discussione sul topic linkato prima a proposito del significato di spinta, vi invito a guardarlo se aveste dubbi al riguardo). Infine nei fotogrammi successivi noterete il richiamo delle gambe e delle braccia, nonché l’atterraggio composto e con l’anteriore che tocca appena prima, soluzione sempre da preferire per ritrovare quasi istantaneamente la posizione “base”.
Mr impunto.
Partiamo subito con il piatto forte. Questo ragazzo ha ben capito che a farvi saltare sono le gambe. Ha quindi deciso di utilizzare solo quelle lasciando le braccia immobili. Questa scelta, poco azzeccata, ha però fatto sì che la ruota anteriore non si alzasse quasi per niente, mentre la posteriore lo facesse in modo eccessivo. Di conseguenza le spalle sono state lanciate in avanti, tutto il sistema ha cioè fatto perno sul manubrio (e ruota anteriore) e quella che doveva diventare una spinta verso l’alto si è trasformata in una rotazione in avanti. Purtroppo Yari ha smesso di scattare durante la caduta ma potete intuire dalle foto successive cosa sia successo. Ricordiamoci dunque che braccia e gambe devono lavorare in armonia, pena il cappottare indietro/avanti.
Mr Baggy pants.
Vediamo come la fase di caricamento sia buona. Mr baggy sfrutta le leve lunghe per immagazzinare tanta energia. L’errore fondamentale sta nello spingere contemporaneamente con braccia e gambe, vanificando così la coordinazione necessaria alla manovra nonché la buona riuscita della stessa.
Inoltre nei fotogrammi successivi vediamo come le braccia, invece di rimanere tese e salire insieme al corpo, si flettono cercando di avvicinare al petto il manubrio. Ovviamente il punto di contatto con il terreno è la ruota posteriore, che sarà anche il perno della nostra rotazione all’indietro. Se noi avviciniamo il manubrio al petto stiamo in realtà abbassando le spalle e muovendo del carico verso l’anteriore. Ecco che la ruota scenderà subito invece di salire e avremo avuto l’effetto opposto a quello desiderato. Questa considerazione vale anche per “impennate” e manual.
Mr Bombe a mano.
Possiamo notare come la posizione iniziale sia perfetta. Schiena parallela al top tube, braccia piegate e gambe pronte a spingere. Peccato solo che durante la realizzazione anche “Mr Bombe a mano” vada a spingere con braccia e gambe contemporaneamente. Come successo anche per il precedente rider si troverà a non riuscire ad alzare più di tanto l’anteriore e a non trovare la verticalità del sistema rider-bici. Per questo motivo cercherà di compensare tirando a se il manubrio. Inoltre cercherà anche di aiutarsi con una mezza pedalata. Ecco che questi movimenti insieme, oltre a non essere corretti, portano il rider a sbilanciarsi lateralmente e a non riuscire ad alzare il posteriore, disperdendo così tutta l’energia creata dai vari movimenti e immagazzinata inizialmente nell’assunzione della postura corretta (come abbiamo detto inizia bene)
Mr cuggi
Qui gli errori sono molteplici, di base però abbiamo la pedalata, assolutamente vietata durante un bunny hop (a meno di non essere trialisti e di “ollare” da fermi), abbiamo una posizione iniziale nella quale gli arti non sono stati “precaricati”, e non offriranno grande spinta all’azione.
Inoltre come vedete dalla sequenza anche questo rider allunga (spinge) contemporaneamente gambe e braccia, senza seguire la sequenza giusta che prevede di alzare prima l’anteriore e poi il posteriore. In questo modo ciò che ne risulta è un saltino a ruote pari che vi avrà fatto sprecare un sacco di energia e non vi ha permesso comunque di scavalcare l’ostacolo che state affrontando (a meno che non sia un ramoscello o una buca che potreste passare anche senza ollare).
Mr Rich.
Anche per lui il problema principale è dato dal fatto di non scindere in due fasi il movimento, ma di spingere contemporaneamente braccia e gambe. Inoltre una volta salito leggermente l’anteriore anche il nostro Mr Rich cerca di tirare al petto il manubrio innescando tutta quella cascata di errori che abbiamo precedentemente descritto!
Mr Tizzy.
Anche per lui le fasi (prima anteriore poi posteriore) non esistono e ha provato ad alzare tutta la bibicletta insieme. C’è da dire che una bici da discesa non è l’ideale per provare queste manovra. Sarà comunque molto sicura e formativa.
Troviamo inoltre l’errore di cercare di portare a se le braccia e soprattutto c’è lo sguardo davvero molto basso. Questa condizione, come spesso accade, genera una instabilità generale ed espone al rischio di non prendere la linea giusta nel sentiero.
Jack
Ricordo ancora che abbiamo qualche posto libero nei corsi di questa estate, trovate informazioni a questo LINK. A breve altri corsi… ho appena concluso per le prime settimane di settembre un contratto con la località di PUNTA ALA….. tenetevi forte perchè andiamo sui tracciati della prima Enduro World Series!!!!