[RCM] PumpTrack ep. 5: manualizzare le gobbe

Con le prime puntate abbiamo visto come utilizzare al meglio le gobbe per gestire la velocità, abbiamo visto come fare le curve. Con questa e un altro paio di puntate vedremo che giochetti possiamo fare nel nostro PumpTrack per prendere confidenza con la bici.

Parliamo ancora di gobbe oggi, nello specifico vediamo una manovra che, oltre ad essere un trick, è davvero qualcosa di utile nel riding di tutti i giorni.

Oggi parliamo di come Fare Manual tra due gobbe. Questa manovra, oltre ad essere spettacolare, ci permette di accelerare e, a volte, quando con le braccia non riusciamo a seguire la sequenza delle asperità o su ostacoli di forma particolare, diventa l’unico mezzo possibile per accrescere in tutta sicurezza la nostra velocità.

Premessa

Il manual viene inteso da molti il “tirare su l’anteriore e tenerlo alto senza pedalare”. In realtà il manual (spiegato QUI) è la tecnica con la quale la ruota anteriore sale sino al punto di equilibrio e con cui si riesce a gestire questa alzata e l’inclinazione della bici sulla sola ruota posteriore con gli arti e la gestione dei pesi. Può sembrare la medesima cosa ma in realtà per molti fare un piccolo manual per oltrepassare una canalina o alzare l’anteriore mentre guidano nello scassato non è niente di impossibile, mantenere poi l’anteriore alto per metri e metri è pura follia. In realtà non serve mantenere l’anteriore alto per tanti metri ed è solo una conseguenza di un’ottimo apprendimento della tecnica e di un gran controllo dei pesi e degli arti.

Non temete dunque, anche se non siete dei maghi del manual è possibile effettuare la manovra che andremo a spiegare a breve e anzi, vi dirò, sarà scuramente un ottimo allenamento per migliorare i vostri manual sul piano.

 

Funzionamento fisico

Come per il “pompare” anche qui si tratta di alleggerire il carico sulle ruote sulla fase di salita e aumentarlo in discesa. Quello che cambia è però la traiettoria che compiono le ruote, o meglio, la traiettoria della ruota anteriore. Se durante la percorrenza classica le ruote non si staccano mai da terra (a meno di non fare bunny hop in ingresso di gobba), in questo caso il posteriore segue la solita regola, mentre l’anteriore si alza sulla prima cresta per tornare a terra appena dopo la seconda.

In pratica il posteriore segue l’andamento del terreno mentre l’anteriore compie una parabola sopra ad un avvallamento. É fondamentale che la parabola inizi sulla prima cresta e finisca sulla discesa dopo la seconda. Durante la fase in cui la ruota è in aria infatti vedremo come il peso vada ad essere concentrato proprio sulla ruota più alta per sfruttare tutta l’energia possibile e aumentare ulteriormente la velocità alla fine di questo passaggio.

Insomma avrete capito che il gioco è sempre lo stesso ma ha una forma diversa, e decisamente più spettacolare e divertente.

 

Gestione peso

Normalmente per fare un manual su piano andiamo ad arretrare e a far scivolare sotto di noi la bici. In questo caso il movimento è molto rapido e non è nostra intenzione arretrare poiché questo significherebbe scaricare l’anteriore su tutto il suo arco, e cioè anche in fase di discesa. L’arretramento, leggero, in una primissima fase ci sarà, nello specifico mentre l’anteriore sta passando la prima cresta. Non appena però il posteriore sarà anch’esso sulla cresta dovremo iniziare a riportarci in posizione centrale. Ciò che dobbiamo davvero enfatizzare in questo caso è lo scorrimento della bici sotto di noi. Aiutati dalla discesa della gobba potremo spingere forte con le gambe per accelerare e finire la manovra desiderata (come al solito con “SPINTA” intendiamo una estensione delle gambe verso il basso, come se stessimo spingendo via i pedali da noi). Vediamo infatti che questa spinta produce ben tre effetti utili. Il primo è quello di farci accelerare, il secondo è quello di mantenere in alto la ruota anteriore e farle seguire la sua traiettoria parabolica, il terzo è quello di permettere alle nostre spalle e al nostro corpo di salire sopra alla bicicletta. A questo punto infatti ci troveremo completamente stesi e con la massima inclinazione della bici nel momento in cui la ruota posteriore sarà in fondo all’avvallamento tra le due gobbe. In questo caso non solo avremo accelerato ma avremo anche immagazzinato tanta energia potenziale alzando il nostro corpo verso l’alto oltre il manubrio.       

A questo punto andiamo a richiamare le gambe e, se abbiamo fatto tutto correttamente l’anteriore, su cui ora abbiamo tutto il carico, starà già puntando la discesa dopo la seconda cresta. Concentriamoci quindi su questa ruota e continuiamo a mantenere le spalle sopra il manubrio richiamando anche le braccia in modo da essere il più precisi possibile nell’atterraggio dell’anteriore. Ricordatevi che più discesa riuscirete a sfruttare, più accelerazione riceverete. In pratica atterrare sull’apice della discesa è molto meglio che atterrare in fondo. Qui, stranamente, non vale la regola del “meglio lungo che corto”, applicabile alla stragrande maggioranza dei salti o delle situazioni in cui le ruote si staccano.

 

Fase finale

Adesso che siamo sull’apice della seconda gobba avremo portato le spalle sulla ruota anteriore che atterrerà in discesa, ecco che inizia nuovamente la ruotine spiegata due articoli fa, le braccia vanno a spingere mentre finiamo di richiamare le gambe e la ruota posteriore completamente scarica. Le stesse saranno poi pronte a spingere non appena la ruota posteriore avrà superato la seconda gobba.

Alla fine di questo iter dovremo trovarci nuovamente, al fondo della seconda gobba, nella posizione base pronti per affrontare l’ostacolo successivo.

 

    

Manual su più gobbe

A tutti gli effetti è possibile manualizzare anche più gobbe, in pratica la ruota posteriore continua a seguire il terreno mentre l’anteriore compie una parabola (schiacciata nella fase centrale che, con tante gobbe diventa rettilinea) che stacca dall’apice della prima gobba e atterra nella discesa di una gobba successiva. Possiamo utilizzare questo escamotage nel momento in cui ci troviamo davanti a gobbe piccole (che quindi sarebbe difficile seguire con le braccia) o se decidiamo di riposarci per un momento le braccia, che infatti durante la fase di alzata e mantenimento del manual non fanno granchè.

Possiamo anche provare la manovra per aumentare il feeling con la bicicletta ma, all’atto pratico, sono davvero pochi i casi in cui manualizzare più gobbe di seguito è realmente utile.

 

 

 

Ingrediente segreto. Provate su gobbe che vi piacciono e lontano da curve.

Le prime volte è molto facile sbagliare le misure, il che significa rimbalzare sulla seconda gobba con l’anteriore o andare lunghi. In entrambi i casi l’ideale è no avere curve subito dopo o gobbe strane/difficili che non vi danno la possibilità di correggervi in caso di errore. Un altro consiglio che mi sento di darvi è di non esagerare con la velocità ma nemmeno di arrivare quasi fermi. Più arriveremo veloci e più sarà semplice la manovra ma peggiore sarà la situazione in caso di errore. Insomma trovate una velocità confortevole che non vi costringa a rimanere con la ruota alzata mezz’ora ma anche che non vi spacchi i polsi se atterrate con l’anteriore sulla salita della seconda gobba invece che sulla sua discesa.

 

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