[RCM] Settaggio bike in base al tipo di rider

Come per l’articolo della scorsa settimana partiamo dal presupposto che stiamo valutando una guida attiva. Come abbiamo detto QUI i tipi di guida possibili, a grandi linee, sono due. I saltatori e gli spianatori.

Questi due stili hanno bisogno di avere una risposta dalla bici molto diversa per poter andare al meglio. Il medesimo mezzo settato per un rider può essere quasi inutilizzabile per un rider con stile di guida assolutamente opposto. Vediamo quindi quali scelte di settaggio sulle sospensioni e di montaggio possono favorire un rider piuttosto che un altro.



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Rider saltatore

Chi ama saltellare sul sentiero e utilizzare ostacoli e appoggi come opportunità di schizzare via dalle curve/ zone tecniche trarrà vantaggio nell’avere un bici certamente più reattiva e gestibile in fase aerea.

Partiamo quindi dalle sospensioni per passare poi alla scelta e al settaggio delle gomme, dei freni per finire poi con la scelta più oculata per il tipo di manubrio e per il suo posizionamento.

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Poiché questo tipo di rider dovrà ricercare una bicicletta reattivà dovrà valutare di acquistare una bici con una curva di compressione abbastanza progressiva. Questa lo aiuterà in fase di spinta (immaginiamoci un bunny hop) poiché la bicicletta non assorbirà per tutta la sua escursione l’energia sprigionata dal rider, ma si indurirà decisamente durante l’escursione permettendo la massima efficacia del gesto. Una bici di questo tipo risulterà anche reattiva in fase di rilancio e atterraggio dai numerosi salti. Un assorbimento “eccessivo” degli ostacoli e degli impatti con il terreno si trasforma in un ritardo nelle manovre di bunny hop e in generale in tutte quelle manovre che fanno alzare la bici da terra. Ecco perchè una bici settata al meglio per assorbire risulterà pesante e macchinosa per un saltatore. In caso di bicicletta con sistema di sospensione piuttosto lineare è consigliabile settare in modo più rigido le sospensioni, precaricandole leggermente e chiudendo le compressioni alle basse velocità, ma senza indurire troppo la compressione alle alte. In questo modo la sospensione continuerà a lavorare in caso di impatti anche grossi come ad esempio in caso di errori di linea o di atterraggi sbagliati. Avremo però una risposta più pronta e un assorbimento minore in fase di spinta. Con questo tipo di guida sarà fondamentale anche avere un settaggio della forcella abbastanza rigido per aumentare la precisione in fase di decollo ed evitare il sopracitato ritardo. Possiamo ben immaginare che se questo avviene col posteriore le conseguenze sulla guida si sentono ma sono contenute, se invece abbiamo l’anteriore che stacca dopo a quando vorremo farlo staccare noi, o che non si alza perchè ci assorbe tutta la spinta, ecco che le conseguenze diventano davvero nefaste.

Paragrafo gomme. Poiché i saltatori zompettano da una parte all’altra del sentiero, intuiamo subito come le gomme vengano sollecitate continuamente con grosse pressioni seguite da fasi aeree in cui non vi è contatto col terreno. In pratica abbiamo un continuo decollo-atterraggio, fasi in cui la gomma viene sollecitata molto e in cui la pressione a terra è massima. Per questo motivo i saltatori potranno avere gomme abbastanza gonfie, e non avranno grossi problemi anche con gomme dalla spalla leggera (tenendole più gonfie, soprattutto all’anteriore). Non posso darvi dati perchè ovviamente dipende dal tipo di gomma, dal percorso ecc. Sappiate solo che se siete saltatori e sentite il vostro compagno di giri, perfetto spianatore, con le gomme leggermente più sgonfie delle vostre (nell’ordine dei 0.2-0.4 bar) non dovete preoccuparvi.

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Notate come nella fase di stacco di un semplice Bunny Hop la sospensione posteriore sia praticamente a pacco e anche la ruota subisca un pressione enorme.

Anche per quanto riguarda i freni sarà bene rivolgersi ad un prodotto con una frenata molto potente. Vediamo infatti come la pressione a terra, in fase di atterraggio (spesso i saltatori iniziano già la frenata in aria massimizzandola poi mentre assorbono l’impatto dato dall’atterraggio), sia massima, permettendo un grip eccelso e una frenata molto potente. Ok la modulabilità, ma qui servono freni cattivi che possano dare il meglio nelle zone di percorso in cui siete con le ruote a terra e possano minimizzare al massimo lo spazio di frenata.

Infine parliamo del manubrio. In generale una posizione leggermente più alta sull’anteriore vi permetterà di avere un maggior controllo della bicicletta in fase aerea e di atterraggio. Il manubrio dovrà essere inoltre rivolto abbastanza in avanti in modo da rendere il più possibile preciso e aggressivo ogni atterraggio. Un manubrio con rise accentuato aiuterà in questo frangente, occhio però a non esagerare per evitare di trovarsi con l’anteriore scarico in fase di curva lunga o conduzione su terreni lisci.

 

Rider Spianatore

Vedremo di seguito il medesimo ordine per quanto riguarda gli argomenti.

Partiamo dunque dalle sospensioni. Un rider che ama assorbire qualunque ostacolo troverà certamente un buon alleato in un mezzo abbastanza lineare. Attenzione che quando parlo di abbastanza lineare non escludo la presenza di una progressività nel comportamento delle sospensioni, consiglio solo che questa non sia marcata.

Questa peculiarità rende la bici molto migliore nell’assorbimento degli urti, rendendola però meno propensa ai rilanci e ai decolli. Spesso le bici con un buon sistema di sospensione e una curva abbastanza lineare tendono ad assorbire ogni cosa, anche l’eventuale tentativo di bunnyhoppare una pietra o un tronco. Ci rendiamo subito conto come questo tipo di MTB vada guidata cercando la linea più diretta e pulita possibile, evitando quindi di spigolare su eventuali appoggi. Se si tentasse questa manovra infatti avremmo una risposta fiacca della bicicletta che il più delle volte, invece di schizzare via, tenderebbe a rimanere “seduta” sull’appoggio. Il sag (quindi il precarico) può essere ai massimi livelli in questo approccio alla disciplina, così come la compressione alle alte velocità potrà essere quasi del tutto aperta. Anche la compressione alle basse potrà essere discretamente aperta per evitare che inibisca il comportamento del carro in fase di assorbimento, non apritela del tutto per evitare di mangiarvi escursione preziosa con frenate, gradoni, avvallamenti. Il ritorno potrà essere invece un po’ più lento di prima, rendendo così la bici più neutra e stabile.

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Come vediamo quindi la ricerca è quella di una bicicletta che assorba il più possibile gli urti e che trasferisca al rider meno informazioni possibili dal terreno; un cuscino per dirlo in gergo.

Qui le gomme dovranno essere di sezione abbondante e la pressione sarà cruciale. La gomma è infatti alla base dell’assorbimento dei piccoli urti. Una gomma con spalla 2ply e magari tubeless, permetterà al rider di utilizzare pressioni basse senza problemi, aumentando decisamente il grip sullo scassato e l’assorbimento degli ostacoli. Attenzione che, come detto nel precedente articolo, gli spianatori non rimangono rigidi impattando contro gli ostacoli, li assorbono comunque con gli arti ma senza saltarli. Questo che vado a sottolineare è importante perché se si confonde la guida “attiva da spianatore” con la guida “passiva” nella quale impatto ogni ostacolo rimanendo rigido o senza fare una piega, si rischia di trovarsi a maltrattare i propri materiali (ruote-gomme) e a peggiorare il proprio set up invece di migliorarlo. Se siete rider che tagliano una gomma posteriore al mese magari salite di pressione (oltre che di volume possibilmente) perché evidentemente la fase di assorbimento da parte vostra non è così accentuata.

Veniamo alla frenata. Poiché la pressione sui pneumatici non sarà mai alta come in fase di atterraggio, avremo bisogno di freni potenti, ma anche modulabili. La frenata avverrà normalmente in zone tecniche e comunque sulla linea migliore, senza distinzioni se si tratta di una zona totalmente liscia o con qualche asperità. Per questo motivo il feeling sul freno dovrà essere ottimo, e la frenata dovrà sempre evitare il bloccaggio anche del posteriore.

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Il carico sull’anteriore potrà essere maggiore in questo tipo di guida, ecco che quindi un manubrio più basso potrà aiutare. Anche la posizione del manubrio, magari orientato leggermente all’indietro, potrà portare benefici sul dritto, rendendo la posizione più comoda e più incline ad assorbire gli urti.

Come al solito invito a non esagerare con queste regolazioni, già un paio di gradi da una parte o dall’atra cambiano il comportamento della bici in modo sostanziale.

 

Ingrediente segreto. Una regolazione alla volta e niente estremismi.

Provate e riprovate pure tutte le regolazioni spiegate, e fatelo con cognizione di causa. Se io vado a cambiare una sola regolazione alla volta mi accorgerò perfettamente di come questa agisce e che influenza ha nella guida. Al contrario agendo su tanti registri insieme avrò una bici troppo diversa dalla precedente e non saprò l’effetto di ogni singola regolazione sulle sensazioni che sto provando. Allo stesso modo evitate gli estremismi. Per capirci, se vi dico che i saltatori possono trovare giovamento da un rise alto, e voi avete un manubrio flat, non comprate un manubrio con rise 50. Cercate prima di alzare un po’ la guida con gli spessori sotto all’attacco manubrio, poi in caso di necessità salite di rise (magari facendo scambio con un amico che vuole provare un rise più basso) ma cercando di andare per gradi, prima 15-18mm, poi magari 30 ecc.

Alzare di 5 cm di botto il manubrio è solo controproducente, così come girarlo indietro o in avanti di 30° o modificare la propria pressione classica di 1.6 bar portandola a 2.5

Insomma, siate morigerati nella gestione delle regolazioni, solo così potrete avere davvero l’idea di come state agendo sul vostro mezzo fino a trovare il set up ideale per voi.

 

 

Vorrei ringraziare tutti coloro che sono passati allo stand in fiera a Padova o che mi hanno fermato per farmi i complimenti. Grazie davvero a tutti.

Ricordo inoltre i prossimi appuntamenti con i corsi di guida e con i Power week end -LINK-

 

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