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Reinventare la catena: si può?

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La catena della bicicletta è uno dei pochi componenti a essere rimasto pressoché invariato da quando è stato inventato… almeno fino a oggi. La taiwanese Taya Chain ha presentato una catena rollerless, in pratica priva dei rullini di cui sono dotate tutte le catene attualmente in commercio. La maglia interna è infatti costituita da due singole parti che si interfacciano direttamente, unite da un pin-rivetto. Questa animazione 3D a cura di Gianluca Ricceri ci mostra nel dettaglio la tecnologia di Taya. Notare la forma familiare del braccio robot… geniale!

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La costruzione rollerless, secondo quanto dichiara Taya, riduce drasticamente l’allungamento della catena, la cui causa principale sono i rullini stessi, riduce il peso complessivo e aumenta la rigidezza laterale della catena che diventa quindi più precisa.

L’accoppiamento delle due maglie interne prevede inoltre una sorta di piccolo interstizio che funge da serbatoio per il lubrificante, così da mantenere le prestazioni più a lungo.

In attesa che Taya diffonda maggiori notizie sulla catena Rollerless, compresi dettagli come prezzo di listino e peso, sappiamo che sarà disponibile sia in versione da 11 velocità che da 12 velocità.

Taya Chain

 

Commenti

  1. Le catene rollerless sono sempre esistite, non è certo la re-invenzione della ruota. Non ho elementi storiografici in mano ma a occhio potrebbero essere nate prima delle catene con rullini. Si usano dove le coppie in gioco non sono estremamente elevate, dove si può mantenere una buona lubrificazione (a bagno, ad esempio), dove le velocità in gioco sono basse e il numero di denti ingaggiati è elevato. Purtroppo questo non si applica alla bici, soprattutto ai pignoni più piccoli che già con le catene attuali sono piuttosto stressati.

    Come ha notato giustamente qualcuno, si sposta soltanto il problema al pacco pignoni e alla corona, con uno scorrimento tanto più elevato quanto il pignone è piccolo. La cosa è deleteria, a mio avviso, soprattutto per la MTB. I pacchi pignoni hanno costi oramai stellari per i monocorona; una buona catena costo molto meno. Spostare il consumo a livello di pignoni non è furbo economicamente. Per minimizzare il problema, inoltre, impone una lubrificazione del pignone oltreché della catena, cosa che oggi non è necessaria. Al di là del doppio lavoro, in MTB in particolare il pacco pignoni diventerebbe un ricettacolo di polvere e ben presto diventerebbe una morchia: non proprio una gran cosa.
    Non capisco, inoltre, come la rigidezza sia vista come un plus, visto che proprio la maggiore flessibilità laterale delle odierne catene ha permesso di mettere sul mercato le trasmissioni 12 V. La vera rivoluzione sarebbe una catena con un "vero" grado di libertà in più, tipo una catena a sfere: significherebbe cambiare anche il modo in cui sono fatti i pignoni, ma si potrebbero avere angoli di ingaggio davvero estremi. Non è detto che funzioni nel bilancio dei vantaggi/svantaggi rispetto al sistema attuale, che è il motivo per cui è così longevo...

    Personalmente, pur non avendo ora come ora una trasmissione con un pacco pignoni particolarmente costoso, non comprerei mai una catena del genere. Non lubrifico mai il pacco pignoni e paraffino la catena, cosa che posso fare proprio perché la paraffina rimane imprigionata nei rullini.
  2. Andrea321:

    se riempi quel "serbatoio" di paraffina (o lubrificante solido) lì lo metti e lì rimane, non scende dove serve.
    Si parla sempre di "allungamento della catena" ma in realtà la sua lunghezza totale resta sempre invariata, quello che varia è il suo passo dovuto al consumo dei perni (consumo che c'è solo nella loro parte interna a contatto col rullino). La lunghezza totale è data solo dalle maglie esterne che ovviamente non si allungano.
    Questa è la incatena dopo 1300km circa.era la prima. Poi le successive le ho cambiate a 1000.
    Come si vede l'allungamento è veramente minimo
    https://www.ebike-mag.com/forum/data/video/22/22924-1a511df6ceddc357a6f481e621bd96f7.mp4
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