La Paganella è una montagna che sovrasta Trento, e che si frappone tra il capoluogo e le Dolomiti di Brenta. Sul versante ovest di questa montagna si trovano località che molti avranno già sentito nominare come località sciistiche, ad esempio Andalo e Molveno.
Proprio in questa regione del Trentino siamo stati invitati due fine settimana fa, per i Dolomiti Paganella Bike Days. Si tratta di un evento pensato per promuovere la bike area che qui è nata – e che sta crescendo nel tentativo di fornire un’offerta sempre più completa a chi questi posti li vuole scoprire in estate – e in bicicletta.
Ormai sono diversi anni che si parla del “bikepark sulla Paganella”, ma la Bike Area della Paganella è in verità tutto un comprensorio, con diversi impianti di risalita, ed è in crescita ancora adesso. Proprio quest’anno sono stati inaugurati due nuovi percorsi artificiali (Big Hero e Blade Runner), che si raggiungono con la cabinovia dal paese di Molveno.
Come dicevamo quindi, non è proprio corretto parlare di bikepark della Paganella, dato che in questo comprensorio i bikepark sono 3 a distanza di qualche km uno dall’altro. Ci sono impianti di risalita a Molveno, ad Andalo ed a Fai della Paganella (Fai per i local). Noi abbiamo potuto visitare, oltre alla zona di Molveno, quella di Fai. I Paganella Bike Days infatti comprendono, oltre ad una mattinata (il venerdì) di colloqui/seminari e confronto con ospiti da tutto il mondo e a un’area espositiva, anche una serie di iniziative con le guide della bike area.
Corsi di MTB gravity per chi non è mai salito su una bici da freeride, corsi di meccanica, di tecnica di guida per sole ragazze, oppure per biker di medio livello che vogliono affinare la tecnica. Noi ci siamo accodati a quest’ultimo e così siamo finiti a Fai.
Se le piste di Molveno sono di livello facile o intermedio, quello di Fai è un bikepark più votato al gravity, con percorsi dal quadrato azzurro (livello intermedio) al doppio diamante nero. Dal punto di vista dei tracciati, la zona vista nel suo insieme è molto varia, con percorsi artificiali o “naturali”, riservati alle bici o condivisi, flow o molto tecnici, discese point-to-point o itinerari ad anello, da fare pedalando o usando le seggiovie.
Ce n’è veramente per tutti, da chi è alle prime armi (e sui sentieri si vedevano bambini in età da scuola elementare), fino ai downhiller: insomma una bike area in cui un biker può crescere. Chi scrive confessa di non essere un habitué dei bikepark, ma può dire di essersi proprio goduto i Paganella Bike Days. I sentieri sono ben fatti, hanno lo sfondo eccezionale del Brenta e anche quelli facili non sono noiosi. Anche il trail Big Hero – quello nuovo e il più facile del comprensorio – ha salti, wallride e passerelle. Poi chiaramente non mancano i percorsi impegnativi con north shore più strette e alte o salti suve si comincia veramente a fare “airtime”.
Ciò che si nota in questi bikepark è la quantità di gente. Alla partenza della funivia, a Fai, c’è sempre coda (poca, ma ce n’è). É chiaro che l’andare in bici in bikepark sia ormai un’attività del tutto sdoganata, proprio come lo sci di discesa.
Questo prova forse la qualità dei percorsi, sicuramente anche la lungimiranza dell’amministrazione locale, che hainvestito in trail che vengono sfruttati a fondo (l’anno scorso i trail sono rimasti aperti anche in Dicembre, mentre gli sciatori scendevano su neve artificiale!). In generale, dai Paganella Bike Days si ricava quindi l’impressione di una regione molto attenta ai biker: è chiaro che comincino ad essere visti come una risorsa.
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Il responsabile dell’APT (azienda per il turismo) locale è lui stesso un biker appassionato, e lo si nota anche solo guardandosi intorno. Molti alberghi espongono il logo “Bike Hotel”, in riva al lago di Molveno ci sono un piccolo percorso didattico ed un pumptrack.
In tutto questo, però, un paio di aspetti della bike area potrebbero essere migliorati. Innanzitutto, la segnaletica: i percorsi sono segnalati, ma gli incroci sono molti: o tra sentieri diversi o tra sentieri e strade forestali (su cui in alcuni casi qualche decina di metri va fatta). In un paio di casi mi è capitato di sbagliare strada.
Può darsi che un segnale mancasse, oppure che fosse stato messo ma poi rimosso da chi non apprezza la presenza dei biker in quei boschi o ancora che fosse dove doveva ma non in una posizione abbastanza visibile (e questo è cruciale, dato che andando in discesa in MTB si tende a dedicare più attenzione al sentiero che a quello che c’è ai lati): questo punto potrebbe essere migliorato.
La seconda situazione fastidiosa si è verificata la domenica mattina agli impianti di risalita di Molveno. Subito dopo l’apertura della cabinovia, la coda era veramente lunga e lenta. Forse è sempre così, forse è per via degli ospiti attirati dai Bike Days: ma l’impressione è stata che ci fosse un solo povero impiegato che doveva occuparsi di fare i biglietti, gestire i problemi ai tornelli e la gente che saliva sulle cabinovie.
Solo dopo 20′ di coda in cui sono avanzato di 5 metri la situazione si è sbloccata, immagino grazie all’arrivo di un collega del suddetto signore, che ha potuto dargli una mano. A parte la congestione iniziale, però va detto che il tutto è più scorrevole per il resto della giornata.
A parte questi nei, la Paganella Bike Area è una regione che ci sentiamo di consigliare, se non solo per i sentieri e per lo splendido ambiente in cui si trova, per la cura ed i servizi riservati ai biker.
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