Su un percorso reso insidioso dalla pioggia intermittente, Nino Schurter dà spettacolo assieme al nostro Fontana. L’elvetico vince gara e Coppa. Tra le donne, autorevole successo di Gunn-Rita Dahle, il secondo in terra francese. Gerhard Kerschbaumer coglie una convincente vittoria tra gli Under23, con i gemelli Braidot protagonisti al 3° e 4° posto
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Il settimo e ultimo atto della World Cup XC ha avuto luogo in Val d’Isère, a 1.850 metri sul livello del mare, località celebre per avere ospitato nel 1992 i Giochi Invernali di sci. Dimenticata ormai la lontana Windham, distante 5 settimane, già assegnata la World Cup femminile e con il mirino degli atleti ormai puntato sulle Olimpiadi, sono state parecchie le defezioni nel Cross Country. Qui in Francia non hanno infatti preso il via nomi del calibro di Jean Christoph Peraud – che ha appena concluso settimana scorsa il Tour de France in 44esima posizione – Max Plaxton, Todd Wells, Irina Kalentieva, Lea Davison, Katrin Leumann, Tanya Zakelj e la sfortunatissima Maja Wloszczowska, caduta settimana scorsa in allenamento a Livigno e costretta a 40 giorni di stop causa frattura del metatarso e dell’astragalo ed elongazione dei legamenti della caviglia.
Dal punto di vista puramente tecnico, gradimento sempre maggiore per la trasmissione monocorona SRAM XX1, qui adottata da Josè Antonio Hermida, Jaroslav Kulhavy ed Emily Batty.
Il tracciato francese misurava 4.74 km con 250 metri di dislivello in salita, e si snodava a forma di “8” sui pendii circostanti, con salite fettucciate progressive tra i prati della valle – dal fondo ora liscio e scorrevole, ora corrugato e lento – e una discesa boschiva piuttosto ripida e infida, ancorché breve, con sassi e radici che hanno messo in apprensione più di un biker. Suggestivo l’attraversamento del paese, con una passerella parabolica in legno, l’immancabile sezione rocciosa e i tronchi a rallentare il passaggio tra i numerosi spettatori. Spettacolari anche i ponticelli sopraelevati di legno, poco prima del prato che precedeva la finish-line. Quasi inesistenti i tratti pianeggianti, eccezion fatta per le zone urbane della cittadina.
Under 23
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Le ostilità sono state aperte alle ore 9 dai Men Under 23 (81 partenti), impegnati su cinque giri. Squillante ritorno alla vittoria per il nostro Gerhard Kerschbaumer (Team TX Active-Bianchi), che dopo il successo tricolore di Lugagnano (PC) di settimana scorsa sembra avere ritrovato l’incisività e la brillantezza della scorsa stagione. Come sette giorni fa, anche per quest’ultima prova di World Cup Kerschbaumer ha voluto pedalare una mtb front 26”, al posto della 29” utilizzata già sul finire della scorsa stagione. Per lui una gara sempre al comando, assieme ai gemelli Luca e Daniele Braidot (GS Corpo Forestale), al francese Jordan Sarrou (Team Lapierre International) e al tedesco Julian Schelb. Dal terzo giro Kerschbaumer incrementava il vantaggio e andava a chiudere in solitaria con 30” sul Sarrou e 1’ su Daniele e Luca Braidot, autori di una prova veramente maiuscola.
In virtù di questa vittoria, Kerschbaumer conclude al secondo posto la World Cup Under23 Men, conquistata dall’olandese Michiel Van Der Heijden (Rabobank Giant Offroad Team). Buon settimo Daniele Braidot, 21esimo il gemello Luca.
Qui i risultati della gara e la classifica finale di World Cup della categoria U23 Men
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Elite Women
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Alle ore 11.30 era la volta delle 54 Women Elite, chiamate a percorrere cinque giri del tracciato, senza tornata di lancio.
La norvegese Gunn-Rita Dahle (Multivan Merida Biking Team) si portava subito autorevolmente al comando, seguita dalla statunitense Georgia Gould (Luna Pro Team) e dalla sua team-mate, la ceca Katerina Nash. Seguivano poi la francese Julie Bresset (Team BH – SR Suntour) e la non ancora 22enne inglese Annie Last (Milka Brentjens MTB Racing Team). Il primo giro terminava con queste cinque atlete racchiuse nello spazio di 9”. Un po’ attardata la canadese Catharine Pendrel (Luna Pro Team), fresca vincitrice della World Cup, che nel corso di questa annata non ha mai dato segno di essere un fulmine in partenza.
La seconda tornata portava nubi e qualche goccia di pioggia, che rendeva più insidiosi i brevi tratti tecnici, sia in salita che in discesa. La Dahle non si faceva certo intimorire, e anzi guadagnava 22” sulla Bresset, 28” sulla Gould, 31” sulla Nash, 35” sulla Last, 51” sulla canadese Emily Batty (Team Subaru – Trek) e 1’22” sulla tedesca Sabine Spitz (Sabine Spitz Haibike Team).
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Nel corso del terzo giro la Nash si ritrovava con la gomma posteriore sgonfia ed era costretta al pit-stop, perdendo logicamente un po’ di tempo. La Dahle proseguiva nella sua marcia imperiosa, passando sul traguardo con un rassicurante vantaggio di 37” sulla Bresset, di 49” sulla Last, di 1’04” sulla Batty, di 1’11” sulla Gould, di 1’42” sulla Nash e di 2’01” sulla Spitz.
Il quarto giro non portava sostanziali variazioni ai distacchi e alla classifica parziale, se non per l’austriaca Elisabeth Osl (Ghost Factory Racing Team) che saliva al settimo posto, mentre la Nash scendeva all’ottavo. Intanto si segnalava il ritiro causa caduta della nostra Eva Lechner (Team Colnago Farbe Südtirol), fino a quel momento autrice di una gara assolutamente anonima.
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Quinto e ultimo lap con la Dahle che rafforzava la propria leadership, andando a vincere meritatamente questa difficile prova, disputata su un terreno di non facile interpretazione.
Con la canadese Catharine Pendrel già matematicamente vincitrice della Coppa di cristallo, la classifica finale di World Cup ha visto proprio Gunn-Rita Dahle conquistare la piazza d’onore, mentre Katerina Nash ha concluso al terzo posto. Tra le squadre, successo pieno per il Luna Pro Team.
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Le protagoniste
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1- Gunn-Rita Dahle (Multivan Merida Biking Team – mtb front 29”): la Francia è la sua terra di conquista. Dopo la vittoria ottenuta a La Bresse, qui in valle parte forte, dando l’impressione di avere qualcosa in più. Incrementa progressivamente il ritmo, senza mai essere insidiata. Straordinaria.
2- Julie Bresset (Team BH – SR Suntour – mtb front 26”): la 23enne francese, dopo avere disertato le due trasferte statunitensi di Coppa, dà luogo a una prova concreta e redditizia. Guida bene ovunque, pecca un po’ di potenza sui tratti più ripidi, dove accumula ritardo dall’imprendibile vichinga. Giovane ma sempre consistente.
3- Annie Last (Milka Brentjens MTB Racing Team – mtb front 26”): indubbiamente la sua miglior prova di Coppa. Incartata come il cioccolato svizzero, sprigiona forza esplosiva sulla sua mtb Boardman – sponsor personale – con la mente forse più rivolta alla prova olimpica di Hadleigh Farm che non a quest’ultima gara. Giovane anch’essa – un anno in meno della Bresset – ma già verso la via dell’affermazione.
4- Emily Batty (Team Subaru – Trek – mtb front 29”): si riaffaccia nei quartieri alti della classifica e lo fa con una condotta di gara spigliata e priva di sbavature, anche nei tratti in discesa a lei più ostici. La recente convocazione olimpica l’ha indubbiamente galvanizzata.
5- Georgia Gould (Luna Pro Team – mtb front 29”): non ha lo smalto delle due precedenti gare casalinghe ed è un vero peccato per lei anche in proiezione Londra. Qui in Val d’Isère viaggia di conserva, senza infamia né lode. La viscida discesa boschiva tra sassi e radici la mette un po’ in apprensione.
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6- Sabine Spitz (Sabine Spitz Haibike Team – mtb front 26”): la medaglia olimpica di Pechino 2008 è sempre nella prestigiosa bacheca della “panzer” tedesca, che non vuole certo andare a Londra a recitare il ruolo di comparsa. Qui risale la china con molta determinazione, prendendosi un piazzamento che può indubbiamente rincuorarla circa le sue potenzialità per la gara londinese.
7- Elisabeth Osl (Ghost Factory Racing Team – mtb front 26”): l’austriaca conferma anche qui il buon andamento della sua stagione agonistica, fatta non solo di XC ma anche di Marathon. La rivedremo a Londra.
9- Catharine Pendrel (Luna Pro Team – mtb front 26”): la Regina di Coppa lascia la sua full 26” (o 27.5” ??), che l’aveva vista vincere in Canada e USA, per la tradizionale front 26”. Parte più piano del solito, quando si accorge che occorre spendere troppo per recuperare decide di viaggiare a mezzo servizio, risparmiandosi in vista dell’appuntamento olimpico. Dove sarà certamente tra le atlete in primo piano.
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Qui i risultati della gara e la classifica finale di World Cup della categoria Elite Women
Qui il replay della gara Elite Women
Elite Men
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Gli occhi del pubblico erano tutti rivolti alla prova Elite Men, la cui classifica vedeva l’elvetico Nino Schurter insidiato a soli 12 lunghezze dal sudafricano Burry Stander. Tutto sarebbe dunque potuto accadere. Alle ore 14, con una leggera pioggia, temperatura di 17°C e ventilazione di 9 km/h, partivano gli arrembanti 97 atleti, chiamati a sei giri del tracciato.
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L’allenamento in altura a Livigno (SO) aveva evidentemente giovato al nostro Marco Aurelio Fontana (Team Cannondale Factory), partito subito a ruota di uno stratosferico Nino Schurter (Scott-Swisspower Mtb Racing Team), che pareva proprio avere un tigre nel motore, guadagnando una quindicina di secondi in mezzo giro. Al primo passaggio però i distacchi erano più contenuti, con il connazionale nonché compagno di squadra Florian Vogel a 9”, Fontana a 13”, l’elvetico Lukas Flückiger (Trek World Racing Team) a 18” e l’altro rossocrociato Ralph Naef (Multivan Merida Biking Team) a 21”, con il francese Julien Absalon (Orbea Racing Team) e il tedesco Manuel Fumic (Team Cannondale Factory) appaiati a 23”.
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Nel corso del secondo giro Absalon cadeva nel tratto in discesa, perdendo molte posizioni e fermandosi poi presso la pit-lane per sostituire le ruote (inizialmente aveva coperture semi-tassellate), optando per un paio equipaggiate con pneumatici da pioggia, più tassellati. Seconda tornata con Fontana in grande spolvero sotto al traguardo, a braccetto con Schurter e Vogel. Al quarto posto transitava in rimonta lo spagnolo José Antonio Hermida (Multivan Merida Biking Team), poi Lukas Flückiger – mentre il fratello Mathias era costretto al ritiro causa rottura e conseguente perdita della catena – sesto Manuel Fumic e settimo Burry Stander (Team Specialized Factory), invischiato da una partenza difficile a centro gruppo.
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Durante la discesa prativa del terzo lap, Vogel scivolava e perdeva contatto con il duo di testa, nel quale Fontana sembrava all’altezza di Schurter. Nel frattempo smetteva di piovere, con le nubi che lasciavano filtrare anche qualche timido raggio di sole. Sul traguardo passavano per primi Fontana e Schurter, con Vogel a 29”, Hermida e Lukas Flückiger a 42”, Fumic a 55” e Stander a 1’02”.
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Quarto giro con Vogel che perdeva tre posizioni e Lukas Flückiger che recuperava portandosi a soli 16” dal duetto Fontana-Schurter. Nel quinto lap succedeva pochissimo, con le posizioni consolidate e i distacchi pressoché invariati.
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Era chiaro che la gara si sarebbe decisa soltanto al sesto e ultimo giro. Schurter prendeva l’iniziativa appena dopo il suono della campana, accelerando prepotentemente senza trovare opposizione da parte di Fontana, che a quel punto doveva anche guardarsi le spalle dal sempre più pimpante Lukas Flückiger. L’ultima tornata era per Schurter una sorta di spettacolare sfilata verso la vittoria, sia di questa prova sia soprattutto della meritata Coppa di cristallo.
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Lo svizzero si prendeva anche il lusso di un “tailwhip” sul ponticello di legno prima del traguardo. Fontana, con le energie ormai al lumicino, si faceva superare da Lukas Flückiger, ma riusciva pur sempre a concludere al terzo posto, a 33”, dopo una gara generosissima, tirata ed entusiasmante.
La World Cup XC veniva pertanto assegnata a Nino Schurter con 1.200 punti, davanti a Burry Stander con 1.058 e al ceco Jaroslav Kulhavy con 865. Ottimo quarto il nostro Marco Aurelio Fontana con 830 punti.
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I protagonisti
1- Nino Schurter (Scott-Swisspower Mtb Racing Team – mtb front 27.5”): altro successo perentorio, schiacciante nel finale quando gli altri ormai boccheggiavano. In cinque gare di Coppa disputate, il campione di Chur ha colto 4 vittorie e un secondo posto. Impressionante. A Londra sarà lui il nemico pubblico numero 1.
2- Lukas Flückiger (Trek World Racing Team – mtb front 29”): la sua miglior gara in questo 2012, condotta con una veemente rimonta e un ultimo giro sui tempi di Schurter. Non andrà alle Olimpiadi. Visto il suo attuale stato di forma, per i suoi avversari si tratta di una buonissima notizia.
3- Marco Aurelio Fontana (Team Cannondale Factory – mtb front 29”): altra gara da mettere in vetrina. Per lui è il quarto podio stagionale in Coppa, sempre sul terzo gradino. Si conferma ancora tra i migliori. L’anno prossimo partirà tra i favoriti. E per Londra potrebbe farci sognare, migliorando il 5° posto di Pechino 2008.
4- Manuel Fumic (Team Cannondale Factory – mtb front 29”): sempre regolare quando la sfortuna non gli impedisce di esserlo, il neocampione nazionale XC dà prova di essere un brutto cliente per tutti, sempre veloce e coriaceo. Rivedremo anche lui sul circuito londinese di Hadleigh Farm.
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5- José Antonio Hermida (Multivan Merida Biking Team – mtb front 29”): una gara senza troppi acuti ma con tanta sostanza, che gli vale l’ultimo posto accanto al podio. Per lui vale lo stesso discorso espresso per Fumic.
6- Florian Vogel (Scott-Swisspower Mtb Racing Team – mtb front 27.5”): inizia la gara mettendo in mostra una forma olimpica, pari a quella di Schurter. Una banale scivolata al terzo giro lo riporta nei ranghi. Rimandato non a settembre ma ad agosto, fra due settimane, nell’esame di riparazione di Londra.
7- Burry Stander (Team Specialized Factory – mtb front 29”): trovatosi inaspettatamente antagonista principale di Schurter in Coppa, il quasi 25enne sudafricano non entra mai nella partita per la conquista della World Cup. Allo start rimane imballato a centro gruppo, risale un po’ ma scivola anch’egli nel tratto prativo discendente e deve accontentarsi. Il suo regolare cammino lo ha comunque portato in seconda piazza nella classifica finale.
Qui i risultati della gara e la classifica generale di World Cup della categoria Elite Men
Qui il replay della gara Elite Men
>>> Tutte le foto di Hoshi Yoshida
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